Accordo Alitalia-Wind Jet-Blu Panorama, violato anche il Trattato di Roma del ‘57 - QdS

Accordo Alitalia-Wind Jet-Blu Panorama, violato anche il Trattato di Roma del ‘57

Sebastiano Attardi

Accordo Alitalia-Wind Jet-Blu Panorama, violato anche il Trattato di Roma del ‘57

giovedì 08 Marzo 2012

L’unificazione delle tre compagnie lede la concorrenza e danneggia i viaggiatori per e dalla Sicilia

PALERMO – Con un nostro precedente scritto su questo quotidiano, l’associazione  dei consumatori “Veroconsumo” con sede a Catania,  aveva preannunziato la volontà di presentare ricorso all’autorità garante “Antitrust”, per segnalare e quindi opporsi – nell’interesse dei siciliani e soprattutto dei viaggiatori del bacino di utenza della Sicilia orientale – all’acquisizione, da parte dell’Alitalia, delle due compagnie aeree “Wind Jet” e “Blue Panorama”, le quali “servono” diverse tratte non solo con destinazione nazionale ma anche estera, compresa la Russia. I motivi del ricorso si fondano sul fatto che “l’inglobazione” delle citate compagnie viola il principio della concorrenza dei prezzi.
Infatti la “Wind Jet” e la “Blue Panorama”, come è noto tra i viaggiatori, hanno da sempre praticato dei prezzi “low cost”, mentre l’Alitalia  – soprattutto per quanto riguarda la tratta aerea Catania Roma e ritorno – applica la tariffa intera. In sostanza, l’Alitalia  vuole avere il predominio assoluto e quindi il monopolio  dei viaggi che partono da Catania, di guisa che, non avendo altri concorrenti “sulla piazza”, potrà applicare liberamente i prezzi che vuole sul costo del biglietto aereo. Questo stato di fatto, messo in atto dall’Alitalia, viola apertamente il “trattato di Roma” (del 1957), in virtù del quale “Sono incompatibili con il mercato comune e vietati tutti gli accordi tra imprese, tutte le decisioni di associazioni di imprese e tutte le pratiche concordate, che possano pregiudicare il commercio tra Stati membri e che abbiano per oggetto e per effetto di impedire, restringere o falsare il gioco della concorrenza all’interno del mercato comune”. 
Inoltre, detta operazione viola anche le norme “antitrust”, che sono, appunto, il complesso delle disposizioni legislative poste a tutela della concorrenza sui mercati economici. Tale complesso normativo, detto anche diritto antitrust o diritto della concorrenza, appresta, ai cittadini, una tutela di carattere generale al bene primario della concorrenza, inteso quale meccanismo concorrenziale, impedendo che le imprese, singolarmente o congiuntamente, pregiudichino la regolare competizione economica, adottando condotte che integrano intese restrittive della concorrenza, abusi di posizione dominante e concentrazioni idonee a creare o rafforzare una posizione d monopolio, che  giustappunto è quanto sta attuando, con intelligente premeditazione, l’Alitalia.
Per estensione di significato, va qui chiarito che per  “Antitrust” si intende anche l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (A.G.C.M.), alla quale si fa ricorso, atteso che la stessa vigila – od almeno dovrebbe vigilare – sull’osservanza ed il rispetto di tali norme. Quest’ultime, chiaramente, rappresentano la risposta dei moderni ordinamenti giuridici all’eccesso di poteri di mercato ed alle distorsioni ad esso arrecate da accordi fra produttori. Infatti, le principali legislazioni moderne sono il frutto dell’affermazione del “liberismo” o, se si vuole, del “liberalismo economico” (“id est”: libera iniziativa, libero commercio), che   produce sostanzialmente due effetti: da un lato, la soppressione dei vincoli per l’economia derivanti dallo Stato, dall’altro il divieto per le imprese di abusare di posizioni dominanti a danno del consumatore. Il fine ultimo delle normative antitrust è, dunque, quello di sostenere un’economia di mercato libera (dove ogni impresa assume le proprie decisioni in modo indipendente dai suoi concorrenti), in modo da garantire una forte concorrenza che conduca ad una distribuzione più efficiente di merci e servizi, a prezzi più bassi, ad una migliore qualità ed al massimo dell’innovazione.
Alla luce di questi principi e del loro tassativo rispetto, attendiamo la risposta e le decisioni dell’Antitrust, cui si è rivolta l’associazione dei consumatori “Veroconsumo”.
 
Avv. Sebastiano Attardi
collegio dei professionisti di Veroconsumo
 

 
No comment dell’Enac, mentre l’Antitrust resta in attesa della notifica da parte delle tre società
 
CATANIA – È tempo di fusione in casa Alitalia. Presto le cugine low cost, Wind Jet e Blue Panorama, potrebbero andare a vivere sotto il suo stesso tetto.
Allarmate, molte associazioni dei consumatori siciliane si sono rivolte alla stampa per denunciare i pericoli di una simile operazione. Dal rialzo dei prezzi ai tagli delle tratte, dalla diminuzione della concorrenza all’isolamento dalla terraferma: ecco cosa rischia di attendere i siciliani a integrazione avvenuta.
Pochi giorni dopo l’annuncio di Alitalia, Federconsumatori ha realizzato una previsione sugli effetti dell’acquisto. Al momento, però, soltanto Veroconsumo si è fatta avanti, inviando lo scorso 29 febbraio un ricorso all’Antitrust, a cui spetterà la parola definitiva sull’operazione.
Intanto, ai piani alti dell’Authority per la Concorrenza non si è mosso ancora niente. La fusione fra le tre compagnie aeree, infatti, è stata siglata alla fine di gennaio con due protocolli d’intesa, ma nessuna richiesta ufficiale è arrivata finora sul tavolo del presidente Pitruzzella.
Fermo il no comment sulla questione che arriva dall’Enac. All’Antitrust, invece, ci ribadiscono che serve la notifica formale delle tre parti interessate perché si attivi la loro procedura di decisione.
In pratica, sul progetto verrà dato un giudizio tecnico, basato sulla normativa vigente in materia di concentrazione. In sede di valutazione, il Garante della Concorrenza prenderà atto della preoccupazione diffusa tra i cittadini, di cui organizzazioni come Veroconsumo si sono fatte portavoce, ma alla fine saranno i vincoli di legge a decidere.
Giuliana Gambuzza

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