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Dichiarazione redditi, in Sicilia più in uso è il modello 730

Dichiarazione redditi, in Sicilia più in uso è il modello 730

Dati del dipartimento Finanze del ministero Tesoro: aumentano nell’Isola i contribuenti minimi. Presentato da 1,3 mln di siciliani, 921 mila compilano il 770 e 761 mila Unico

PALERMO – Il reddito dei siciliani è ancora al di sotto della media italiana  nonostante un leggero aumento nel 2010 rispetto al 2009. È quanto risulta dalle ultime dichiarazioni dei redditi Irpef (dichiarazioni 2011 su anno di imposta 2010) diffuse dal dipartimento delle Finanze del ministero del Tesoro. In Sicilia, il reddito medio nel 2010 è pari a 17.779, con un +0,80 per cento rispetto al 2009.
Quanto all’analisi territoriale, mostra che la regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (22.710 Euro), seguita dal Lazio (21.720 euro), mentre la Calabria ha il reddito medio più basso con 13.970 euro.
Nell’Isola, nel 2010 sono stati quasi 3 milioni i contribuenti che hanno presentato una dichiarazione dei redditi. Nel dettaglio: 760,932 hanno scelto il modello Unico, 1,3 milioni invece hanno optato per il modello 730, 921 mila per il 770.
Aumenta invece nel 2010 in Sicilia il numero dei contribuenti minimi pari a 53.972 rispetto a 48.069 nel 2009.
Il regime dei minimi introdotto nel 2008 con la Legge 244/2007 trova conferma anche in Unico 2011 PF con una adesione di 717.516 soggetti, in crescita del 14,4% rispetto all’anno precedente.
La distribuzione territoriale mostra una concentrazione del 26,35% dei contribuenti minimi al Nordovest, seguito dal Sud con il 23,75%, simile al 2009. Le regioni con la maggiore numerosità sono la Lombardia (102.423 soggetti) e il Lazio (79.237); le regioni in cui si assiste ad un incremento superiore al 17% sono la Lombardia e l’Abruzzo.
Dai dati diffusi dal dipartimento delle Finanze del ministero del Tesoro, emerge che il reddito medio degli italiani è pari a 19.250 euro e che il 49% dei contribuenti italiani ha un reddito complessivo lordo annuo che non supera i 15.000 euro l’anno. Un terzo invece non supera i 10.000 euro. E nonostante tutto, in un anno, il reddito medio, secondo il Dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia è cresciuto dell’1,2%.
Dall’analisi del ministero emerge anche che circa 10,7 milioni di contribuenti “hanno imposta netta pari a zero”, in pratica non pagano l’Irpef. Si tratta di contribuenti a basso reddito compresi nelle soglie di esenzione o la cui cui imposta lorda si azzera con le numerose detrazioni del Fisco.
Di certo emerge la fotografia di un Paese spaccato: solo l’uno per cento dei contribuenti dichiara redditi superiori ai 100mila euro. E ancora, sono 30.590 i soggetti (lo 0,07% dei contribuenti) quelli che dichiarano oltre 300mila euro. Sono i soli, quindi, cui verrà applicato il contributo di solidarietà del 3 per cento negli anni d’imposta 2011-2013. Dall’analisi per tipologia di reddito, si legge ancora nel comunicato, “emerge che i lavoratori autonomi hanno il reddito medio più elevato, pari a 41.320 euro, mentre il reddito medio dichiarato dagli imprenditori è pari a 18.170 euro. Il reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti è pari a 19.810 euro e quello dei pensionati è pari a 14.980 euro. Infine, il reddito medio da partecipazione è stato pari a 16.500 Euro”.
E se i redditi aumentano dell’1,2%, l’imposta netta corre molto più veloce con un incremento del 2,5% (120 euro in più in media): il valore medio, sui redditi del 2010, è arrivato a 4.840 euro contro i 4.720 euro del 2009. L’imposta “positiva” è dichiarata da circa 30,9 milioni di soggetti, il 74 per cento del totale contribuenti.
L’addizionale regionale Irpef ammonta complessivamente a 8,6 miliardi di euro (+3,7% rispetto al 2009) con un importo medio per contribuente pari a 280 euro, mentre quella comunale ammonta a circa 3 miliardi (+0,4%) con un importo medio pari a 120 euro. L’addizionale regionale media più alta si registra nel Lazio (440 euro), seguito dalla Campania (360 euro), mentre l’addizionale regionale più bassa si registra in Puglia e Basilicata (180 euro).
E dallo studio del Dipartimento politiche economiche della Cgil sulla distribuzione del carico fiscale (il calcolo è ottenuto considerando in particolare l’aumento delle addizionali regionali appena scattato in busta paga), in Sicilia, si trovano invece quest’anno un ammanco di 606 euro.