Partiti senza controllo, così l’Ue boccia l’Italia - QdS

Partiti senza controllo, così l’Ue boccia l’Italia

redazione

Partiti senza controllo, così l’Ue boccia l’Italia

giovedì 12 Aprile 2012

In 16 anni spesi 570 mln €, ma ricevuti 2,25 mld € di fondi pubblici

ROMA – Un rapporto del Consiglio d’Europa ha bocciato il sistema del finanziamento dei partiti in Italia. In un documento elaborato dalla commissione Greco, il braccio anti-corruzione dell’organizzazione paneuropea, si denunciano carenze “importanti”, controlli “inefficienti” e sanzioni “inefficaci”. Il Consiglio d’Europa individua nel sistema dei controlli “il punto debole” della legislazione italiana su questa materia. Per il Greco, in Italia e’ necessaria una riforma dei partiti che preveda una chiara definizione del loro status legale e vieti le donazioni anonime. Secondo gli esperti indipendenti di Strasburgo il problema deve essere affrontato e risolto con assoluta priorità, risolvendo il problema della mancanza di un organismo preposto all’applicazione della legge.
Le tre istituzioni di controllo hanno poteri molto limitati, oltre che nessun coordinamento tra loro, ha denunciato infatti la commissione. Il rapporto esorta i partiti italiani a sviluppare propri sistemi di controllo interno e a sottoporre i loro conti a revisione contabile indipendente. Si raccomanda pure una maggiore trasparenza delle finanze, ad esempio con una consistente riduzione della soglia di 50 mila euro al di sotto della quale l’identità del donatore rimane sconosciuta. Ma per il Greco bisogna soprattutto introdurre sanzioni appropriate per la violazione delle norme di finanziamento, che non siano solamente simboliche ma realmente applicate.
Nel rapporto, frutto di un sopralluogo in Italia e pubblicato dopo il consenso del Governo italiano, si sottolinea che tra il 1994 e il 2008 i partiti politici hanno speso in totale 570 milioni di euro, ma i rimborsi ricevuti per le campagne elettorali sono stati 2,25 miliardi di euro. In particolare alcuni partiti hanno ricevuto anche il 400% in più rispetto alle spese, facendo leva sul fatto che in Italia l’erogazione dei fondi è legata ai voti ottenuti e non alle spese effettivamente sostenute.
Il rapporto del Greco denuncia inoltre che in Italia manca una legge efficace contro la corruzione e i pochi casi perseguiti sono a rischio di prescrizione. Di qui la raccomandazione all’Italia di ratificare la Convenzione penale sulla corruzione, con i relativi protocolli addizionali, perché, pienamente integrati nel diritto nazionale, diventino legge dello Stato. L’Italia, viene infatti ricordato, è uno dei pochissimi Stati membri del Consiglio d’Europa che non si serve di tali strumenti.
Il rapporto del Consiglio d’Europa ha formulato 16 raccomandazioni con l’auspicio che siano adottate dall’Italia entro il 2014. Una relazione sulle suddette raccomandazioni dovrà essere presentata a Strasburgo entro il 30 settembre 2013. Il Gruppo degli Stati contro la Corruzione (Greco) è stato creato dal Consiglio d’Europa nel 1999 per monitorare la regolare osservanza delle leggi anticorruzione. L’obiettivo e’ di incrementare le possibilita’ di ogni stato per combattere il fenomeno e di individuare le carenze legislative per sollecitare le riforme necessarie sia per prevenire che per punire il reato di corruzione.

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