Rapporto Caritas Ragusa 2011. Richieste di assistenza: +75% - QdS

Rapporto Caritas Ragusa 2011. Richieste di assistenza: +75%

Andrea Cassisi

Rapporto Caritas Ragusa 2011. Richieste di assistenza: +75%

venerdì 20 Aprile 2012

Il 23% dei richiedenti è straniero. Le problematiche principali sono legate a disoccupazione e reddito insufficiente. In netto aumento (+56%) anche i minori che si sono rivolti ai centri di ascolto

Ragusa – Ascoltare la povertà negli anni della crisi diventa sempre più complicato. Il rapporto 2011 della Caritas di Ragusa presenta uno spaccato di realtà tragico con numerosi ceti sociali che, se fino a qualche anno fa erano indenni, oggi sono costretti a ricorrere alle strutture di assistenza.
 
Tutta colpa della mancanza del lavoro. I dati fanno registrare un aumento del 75% di richieste in più rispetto al 2010 con 1.026 i contatti con singole persone e situazioni. Nel dettaglio si tratta numericamente di 640 casi, dei quali 66% sono donne, il 66% italiani ed il 37% ha tra i 26 e i 40 anni. I bisogni riguardano la disoccupazione (159 casi), reddito insufficiente (130 casi), conflitti in famiglia (94 casi). Gli interventi sono stati per problemi legati all´abitazione (89 casi), all’istruzione (58 casi), alla salute (55 casi). “Considerando il numero dei componenti del nucleo familiare – spiega la Caritas – sono più di 3.000 le persone interessate dagli aiuti dei centri di ascolto. In netto aumento (+56%) i minori, in tutto 800, che si rivolgono ai centri di Ragusa, Vittoria e Comiso. Ma c’è di più.
 
Contrariamente a quanto si possa pensare, il 77% dei richiedenti sono italiani, la rimanente parte invece è straniera. In particolare  e nel dettaglio sono stati censiti 1.815 stati di bisogno (il 50 per cento dei casi presenta contestualmente dai 3 ai 6 bisogni, un altro 5 per cento da 7 fino a 11 bisogni). 4.500 invece gli interventi effettuati rispetto alle richieste avanzate; anche questi in aumento per un netto del 43%. A fare richieste sono perlopiù categorie sociali come le famiglie, i separati e le famiglie che si sono riformate, i “rimpasti di famiglie”. Aumentano anche le persone con problemi di salute e psicologici con circa un caso su 6. La maggior parte dei bisogni si ha tra i 26 ed i 40 anni (37%). Il 26 per cento tra i 41 ed i 50 anni. Il 20 per cento tra 51 e 65 anni. Solo il 4 per cento degli utenti è over 65. Sono 80 i casi con problemi psicologici e relazionali. Sempre su Ragusa sono stati distribuiti 2.800 buoni pasto, 1.000 buoni vestiti, effettuati 278 interventi per minori, consegna di 42 kit scolastici, sostegno economico per il pagamento di 254 bollette, 96 interventi per acquisto medicinali, 34 per affitti. Per quanto riguarda i problemi di accesso al credito, la Caritas diocesana eroga un credito sociale pari a sei mila euro per sostegno alle famiglie e 18 sono stati i colloqui effettuati, 8 le richieste presentate e 5 le pratiche accettate dagli Istituto di Credito. Ma la Caritas non è sola.
 
Lo assicura il sindaco del comune di Ragusa Nello Dipasquale che, appreso dei dati dell’ente provinciale, ha esternato alcune considerazioni sul ruolo che l’amministrazione comunale svolge con i suoi servizi per contrastare le difficoltà economiche di molti cittadini a causa del perdurare di una crisi che sta colpendo tutte le comunità del paese. “Il nostro impegno per venire incontro ai bisogni dei cittadini che si trovano in difficoltà sono tesi al massimo delle nostre possibilità – sottolinea il primo cittadino. Attraverso i servizi sociali del comune abbiamo attivato tutti gli strumenti  previsti dalle normative in materia per garantire servizi essenziali ed assistenza”, ha detto il primo cittadino.
Questi alcuni dati provenienti direttamente dagli uffici del Comune di Ragusa: l’amministrazione assiste 22 minori per una somma complessiva di circa 500.000 euro l’anno; 51 invece i disabili scolarizzati su dei quali la giunta ha stanziato 550 mila euro annui; i disabili  psichici presso strutture assistiti dal comune sono 60 e per loro grava sul bilancio una somma di 900 mila euro; i 76 anziani inabili presso strutture usufruiscono di una spesa complessiva di 700 mila euro, circa 350 sussidiati al mese per  un costo di 70 mila mensili e 170 anziani a domicilio, garantendo complessivamente 3.250 ore al mese di assistenza per un costo di 64 mila euro mensili. Inoltre 40 mila sono stati utilizzati per l’abbattimento dei costi di Tarsu e canone idrico in favore di famiglie in difficoltà. “È chiaro – aggiunge Dipasquale – che  un’azione più incisiva per far fronte a queste criticità ed alla creazione di opportunità di lavoro risulterebbe dalla confluenza di più  interventi, sia a livello regionale che nazionale. Contiamo sempre più di fare lievitare queste cifre anche se in tempo di crisi con i tagli ai finanziamenti statali è davvero difficile. Certamente terremo sempre alta l’attenzione rispetto a questo settore”.

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