MILANO – Silvio Berlusconi avrebbe continuato a pagare le cosiddette “olgettine” fino a marzo scorso. Lo ha sottolineato il pm titolare dell’inchiesta Ruby ter, Tiziana Siciliano, nel corso della conferenza stampa convocata in Procura per annunciare la chiusura dell’inchiesta.
Il magistrato ha spiegato che risultano bonifici in favore delle ragazze che hanno frequentato i festini di Arcore e che poi sono state ascoltate come testimoni nei processi Ruby e Ruby bis “fino a marzo scorso”. Quanto a Ruby, la giovane marocchina rappresenta un caso a parte: su di lei “non c’è un solo bonifico”, ha assicurato il pm Siciliano chiarendo che era l’avvocato Luca Giuliante il “canale” scelto da Berlusconi per fare arrivare i soldi alla giovane marocchina. Denaro quantificato dagli inquirenti milanesi in sette milioni di euro. “Il materiale probatorio -ha continuato il pm – è tale che vanifica l’ipotesi difensiva”. Secondo il magistrato, agli atti delle indagini ci sono “intercettazioni, documenti contabili, filmati coi telefonini, contratti di lavoro” che dimostrano l’esistenza di un “accordo corruttivo” per spingere le ragazze a testimoniare il falso o essere reticenti nei processi Ruby e Ruby bis. “Abbiamo una promessa – ha detto ancora il pm Siciliano – poi abbiamo i successivi pagamenti, abbiamo il momento della consumazione del reato che prevedeva una cifra”.
Il magistrato ha spiegato che risultano bonifici in favore delle ragazze che hanno frequentato i festini di Arcore e che poi sono state ascoltate come testimoni nei processi Ruby e Ruby bis “fino a marzo scorso”. Quanto a Ruby, la giovane marocchina rappresenta un caso a parte: su di lei “non c’è un solo bonifico”, ha assicurato il pm Siciliano chiarendo che era l’avvocato Luca Giuliante il “canale” scelto da Berlusconi per fare arrivare i soldi alla giovane marocchina. Denaro quantificato dagli inquirenti milanesi in sette milioni di euro. “Il materiale probatorio -ha continuato il pm – è tale che vanifica l’ipotesi difensiva”. Secondo il magistrato, agli atti delle indagini ci sono “intercettazioni, documenti contabili, filmati coi telefonini, contratti di lavoro” che dimostrano l’esistenza di un “accordo corruttivo” per spingere le ragazze a testimoniare il falso o essere reticenti nei processi Ruby e Ruby bis. “Abbiamo una promessa – ha detto ancora il pm Siciliano – poi abbiamo i successivi pagamenti, abbiamo il momento della consumazione del reato che prevedeva una cifra”.
