Elezioni a Palermo - Il confronto: Leoluca Orlando e Fabrizio Ferrandelli - QdS

Elezioni a Palermo – Il confronto: Leoluca Orlando e Fabrizio Ferrandelli

Elezioni a Palermo – Il confronto: Leoluca Orlando e Fabrizio Ferrandelli

venerdì 18 Maggio 2012

Confronto tra le proposte dei candidati a sindaco del capoluogo

LEOLUCA ORLANDO

“Dai rifiuti al lavoro, servizi più efficienti”
 
PALERMO – Leoluca Orlando, deputato al Parlamento italiano e portavoce di Italia dei Valori, è docente universitario di Diritto pubblico regionale all’Università e avvocato cassazionista. Già sindaco di Palermo, al primo turno ha ottenuto 105.286 preferenze (il 47,42%).
Qual è la sua opinione sul risultato elettorale finora raggiunto?
“Un risultato straordinario, s’è sfiorata la vittoria al primo turno, che conferma che la mia candidatura è stata colta come la vera elezione diretta del sindaco. Migliaia e migliaia di palermitani mi hanno votato senza apporre alcun segno su simboli di partito e senza esprimere preferenze per questo o quel candidato ai Consigli comunale e circoscrizionali. Ciò esprime senza dubbio una forte disaffezione dei cittadini nei confronti della politica e dei partiti, motivo di riflessione per tutti, nello stesso tempo con tale scelta si afferma da parte degli elettori la volontà di guardare in concreto la qualità delle proposte, sia in termini di credibilità di chi si candida a guidare la quinta città d’Italia ridotta dall’ultima amministrazione in condizioni disastrose, sia in termini di qualità della squadra degli assessori e del programma di governo”.
Qual è la sua ricetta per vincere il turno di ballottaggio?
“Nessuna ricetta. Sto facendo ciò che ho fatto per prepararmi al primo turno, cioè sto parlando con i palermitani di programmi, programmi, programmi. Ai cittadini non interessa null’altro che capire come intendo risolvere i gravi problemi della città e cosa voglio fare per risollevarne le sorti. Ecco come si spiega il fatto che mi hanno votato in tanti al di là delle appartenenze”.
Quali sono le prime tre emergenze in città alle quali si dedicherà?
“Funzionamento della macchina comunale e bilancio, efficienza dei servizi, dai rifiuti ai trasporti, lavoro. Il punto vero, però, è che siamo in mezzo a tantissime emergenze, soprattutto con riferimento alle fasce deboli, del bisogno e del disagio. La mia amministrazione da un lato affronterà le emergenze, perchè i cittadini non possono più attendere, dall’altro si occuperà di realizzare un’idea di città, un progetto, che ci lanci oltre le emergenze e ponga le basi per ridisegnare una città finalmente europea, vivibile, e a misura di chi vi abita. Si possono creare le condizioni per nuovo lavoro, vero lavoro e non posti di lavoro, e per consentire ai giovani di acquisire, con borse di studio all’estero, strumenti per inserisrsi nel mercato del lavoro”.
Pensa di modificare l’organizzazione della macchina amministrativa comunale? In che modo?
“Io voglio e devo rendere efficiente la macchina comunale, motivare i dipendenti comunali, premiare chi lavora a servizio della collettività e sanzionare chi non lavora, introdurre trasparenza e celerità nelle procedure amministrative e burocratiche. I cittadini, gli operatori economici, le associazioni di volontariato, le categorie sociali, devono avvertire l’Amministrazione comunale come amica, a servizio di tutti secondo i principi di legalità e solidarietà, e non come un ostacolo. Mettere in risalto il merito e le competenze, senza ricorrere, se non in casi eccezionalissimi a professionalità esterne. È per questo che terrò per me la delega al Personale, per rispondere direttamente ai cittadini su questo fondamentale aspetto dell’attività amministrativa. Puoi sognare di raggiungere le mete più lontane ma se non hai la macchina che funziona, in totale efficienza, resterai sempre allo stesso punto”.
Come districherà la matassa del Piano regolatore?
“Per quanto riguarda gli strumenti urbanistici, il Piano regolatore generale, il Piano del Porto o quello per l’edilizia popolare, tanto per citare i più importanti, ho scelto di individuare una figura assessoriale di grande competenza, che ha studiato mobilità negli Stati Uniti, per ribaltare l’approccio culturale, l’anglo di visuale. Non più, infatti, guardare la città dal lato degli immobili, di ciò che è fermo, ma dalla prospettiva dei cittadini, della mobilità. Per tali strumenti interviene anche la competenza del Consiglio comunale. Un centro storico vivo, un cantiere a cielo aperto, è una straordinaria occasione di trasformazione in avanti di una metropoli e di maturazione di un’intera comunità”.
Parliamo di investimenti in opere pubbliche: da dove iniziare?
“Abbiamo bisogno di fare di Palermo una città europea, nei trasporti con metropolitana e tram, nel turismo con un centro congressi, nella cultura con il recupero degli spazi necessari e la creazione di nuovi, solo per fare degli esempi. Dobbiamo recuperare gli impianti sportivi, i tanti impianti costruiti durante le mie precedenti sindacature e che ormai sono in totale stato di abbandono e degrado, e concepirne di nuovi, soprattutto nelle periferie. Rimettere in comunicazione la Palermo al di là e al di qua dell’Oreto, la Palermo al di là e al di qua della circonvallazione, la Palermo della collina e quella del mare”.
Come sarà Palermo tra cinque anni, secondo i suoi programmi?
“Sarà una Palermo in cui i giovani se andranno via lo faranno per scelta e non più per necessità, in cui i disabili non saranno cittadini di serie B, in cui gli imprenditori onesti potranno investire in sicurezza e con un’Amministrazione al loro fianco, in cui saranno valorizzate capacità e competenze, in cui i bisogni e il disagio saranno sopportabili se non sarà possibile eliminarli ponendo al primo posto la dignità delle persone, dei più deboli, dei bambini, degli anziani, di chi soffre nel fisico e nello spirito, in cui vi saranno ponti, e non più muri, che colleghino il vicolo con il libro, le ali con l’azione, i meriti con i bisogni. Una Palermo in cui, finalmente, saranno stati recuperati la memoria, l’orgoglio e la voglia di futuro”.
 

 
FABRIZIO FERRANDELLI

“Costruiamo i prossimi 20 anni di storia”
 
PALERMO – Fabrizio Ferrandelli, 31 anni, sfida Orlando al ballottaggio dopo aver ottenuto 38.498 voti (il 17,34%). Laureato in Lettere Moderne, professione bancario, è consigliere comunale dal 2007 ed ha alle spalle un’intensissima esperienza di impegno politico e sociale tra la gente e nei quartieri della sua Palermo.
Qual è la sua personale opinione sul risultato elettorale finora raggiunto?
“Dopo anni di umiliazione, Palermo si trova al ballottaggio con due esponenti del centrosinistra: questo risultato era inimmaginabile solo fino a poche settimane fa. La città ha bisogno di voltare pagina rispetto ai disastri di Cammarata, ma voltare pagina non basta se non si ha il coraggio di cambiare e di guardare avanti, senza rancori e nostalgie e con voglia di costruire insieme i prossimi vent’anni della nostra storia”.
Qual è la sua ricetta per vincere il turno di ballottaggio?
“Tre palermitani su quattro, fra quelli che hanno votato al primo turno, non hanno votato per l’altro candidato. È a loro tre che mi rivolgo, ma anche al quarto che l’ha votato”.
Quali sono le prime tre emergenze in città alle quali si dedicherà?
“Primo: la mia amministrazione sarà al fianco dei commercianti e degli imprenditori con misure concrete per sostenerli a superare al crisi. Secondo: puntiamo sulla raccolta differenziata e su una ristrutturazione dell’Amia, per risparmiare, creare nuovi posti di lavoro e avere, finalmente, una città pulita. Terzo: riscriviamo il rapporto fra la pubblica amministrazione e i palermitani, iniziando con la revoca a Serit per la riscossione delle imposte locali che, fra aggio e cumuli di interessi, pesano più del dovuto sulle tasche dei palermitani. Rivedremo le posizioni debitorie, avvieremo la strada di un concordato”.
Pensa di modificare l’organizzazione della macchina amministrativa comunale? In che modo?
“La macchina comunale deve essere riorganizzata in ogni suo aspetto, dalle modalità di relazione con il pubblico al criterio di selezione e organizzazione interna, che deve essere improntata esclusivamente alle competenze. Bisogna sburocratizzare il sistema e stravolgere l’approccio con i palermitani: il Comune non deve più essere la ‘controparte’, deve essere al loro fianco”.
Come districherà la matassa del Piano regolatore?
“Dobbiamo cancellare dal nostro vocabolario la parola “periferie”: ogni quartiere deve avere un centro vivo e pulsante, la rete di trasporti e di infrastrutture deve essere in grado di collegare tutti i “centri” della città. Questo era lo spirito del Piano regolatore generale redatto da Pierluigi Cervellati, che è stato tradito da chi oggi dice di avere la bacchetta magica per risolvere i problemi della città. Bisogna riprendere lo spirito di quel Piano, che mirava a trasformare ogni quartiere in “città di città”, in un nuovo sistema urbano”.
Parliamo di investimenti in opere pubbliche: da dove iniziare?
“Palermo deve essere pronta ad una straordinaria rivoluzione della mobilità urbana: la mia Giunta varerà il progetto della Metropolitana, sarà la più grande opera che si realizzerà in città nei prossimi 30 anni. Per Palermo inizierà una nuova era: i collegamenti fra il centro e le zone più esterne della città saranno semplici e veloci, il traffico cittadino sarà alleggerito e in particolare e il centro storico sarà liberato da gran parte delle auto, riducendo in questo modo l’inquinamento e migliorando la qualità della vita in città. Sarà un’opera integrata con il Passante e l’Anello Ferroviario, e con il Tram che sono attualmente in fase di realizzazione: l’intera rete dei trasporti in città sarà completamente rinnovata. Il punto di partenza sarà il progetto preliminare che già esiste e prevede circa 16 chilometri di rete, in massima parte sotterranea. Sono previsti tre lotti di lavori: il primo di circa 6 chilometri andrà dallo svincolo Oreto a Notarbartolo, il secondo anch’esso di circa 6 chilometri da Notarbartolo allo Zen, il terzo di circa 4 chilometri dallo Zen a Mondello. Adesso è il momento di passare degli studi al progetto esecutivo: entro il 2014 saremo in grado di porre la prima pietra, il primo treno potrà viaggiare entro sei anni dall’avvio dei lavori. Per il primo lotto, dove sono già state individuate nove fermate e per l’acquisto dei primi 11 treni metropolitani si stima un investimento di circa 900 milioni di euro. I fondi saranno reperiti attraverso le risorse comunitarie e grazie al ‘project financing’: un progetto di questa portata è assolutamente attrattivo, il problema non sarà cercare i partner semmai, al contrario, li dovremo selezionare.
“Sarà un’opera imponente che cambierà il volto della città: abbiamo calcolato che, fra i cantieri e l’indotto, si darà lavoro a circa 500 persone per il periodo dei lavori. Una volta ultimata l’opera, potremo utilizzare un sistema moderno di trasporti che cambierà radicalmente le nostre abitudini e la mobilità dei palermitani. Sarà un volano per la nostra economia e per il turismo: grazie alla Metropolitana Palermo sarà, finalmente, una città capace di costruire il proprio futuro, sarà una grande capitale del Mediterraneo”.
Come sarà Palermo tra cinque anni, secondo i suoi programmi?
“Una città più bella, con un centro in ogni quartiere, capace finalmente di vivere i 24 chilometri di costa e di cogliere tutte le opportunità del nostro sole. Sarà una città con una grande voglia di continuare a costruire il proprio futuro”.

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