I dirigenti rispondono all’attacco alla sanità - QdS

I dirigenti rispondono all’attacco alla sanità

redazione

I dirigenti rispondono all’attacco alla sanità

sabato 26 Maggio 2012

Lettera aperta e conferenza di Borsellino, Maiorca e Aliquò. “Toccati interessi che non si dovevano sfiorare”

PALERMO – Rompono il silenzio e denunciano l’esistenza di una strategia per isolare, infangare e sporcare l’assessore regionale alla Salute, Massimo Russo. Una denuncia a voce bassa ma dai toni accesi quella dei vertici dell’assessorato, che hanno scritto una lettera aperta ai siciliani per manifestare le loro preoccupazioni.
Il dirigente generale Lucia Borsellino, il capo della segreteria particolare Carlo Maiorca e il capo della segreteria tecnica Angelo Aliquò temono che si possa interrompere il processo di riforma della sanità avviato in Sicilia e che ha portato a mettere sulla giusta rotta una barca, o meglio “un sistema – scrivono nella lettera ai siciliani – che faceva acqua da tutte le parti. Ci saremmo aspettati supporto, incoraggiamento, analisi lucide e critiche costruttive. Abbiamo sempre e solo visto, invece, e più che mai in questi giorni, subdoli tentativi di creare isolamento, invitando a farsi da parte, a tirare le conseguenze”. I tre dirigenti, a partire dal 2008, hanno messo in piedi un vero e proprio pool della legalità per “destrutturare e ristrutturare – spiega Lucia Borsellino in una conferenza stampa – un sistema malato, che generava un enorme disavanzo senza che corrispondesse una qualità dei servizi. Solo che adesso c’è chi tenta di delegittimare il nostro lavoro. Ma gettare ombre sulla credibilità di chi ci guida significa gettarla su di noi, che difendiamo i valori in cui abbiamo sempre creduto. Non basta vantarsi di avere conosciuto Paolo Borsellino se poi si fanno cose che lui non avrebbe di certo gradito. Temiamo che si possa interrompere un percorso. Ma spero che chi assumerà il nostro ruolo lo faccia con lo stesso credo e onestà professionale”.
Il capo della segreteria tecnica, Angelo Aliquò, punta il dito contro “una sottocultura che c’è in questa regione, che ha bisogno di un impegno forte. Ci siamo occupati di legalità nel mondo della Sanità. Questo è stato apprezzato al di fuori della Sicilia. Invece qui veniamo bastonati perché si sono toccati interessi che non dovevano essere sfiorati”. Secondo Aliquò, interrompere i risultati conseguiti gioverebbe: “a chi si è visto tagliare i privilegi, a chi nel sistema ha fatto imperi economici”.
La lettera aperta contiene altri richiami alla legalità: “Continuiamo ad onorare le nostre vittime della mafia facendo il nostro dovere, distinguendo le persone dalle istituzioni, rispettando i basilari principi di civiltà giuridica, lavorando per la Sicilia e i siciliani. Testimoni di un cambiamento possibile, chiediamo di potere continuare a lavorare per completare le riforme”.

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