A fronte infatti di un generale mutamento culturale l’Isola si trova impreparata sul mercato del lavoro. La conferma arriva dai numeri resi noti dall’Istat e analizzati dalla Cisl Sicilia che mettono a nudo una condizione di generale arretratezza ce vede le donne ancora una volta ai margini del settore occupazionale. A dire il vero non è che l’universo maschile goda di grandi possibilità ma, mettendo a raffronto le due categorie, emerge che, seppur nel disagio generale di un territorio dall’economia fortemente provata, donne e uomini ancora oggi non hanno lo stesso trattamento.
“Gli effetti della crisi economica – fanno notare all’Osservatorio influiscono soprattutto sulle fasce giovanili femminili non solo in termini di contrazione dell’occupazione, ma anche in termini di crescita macroscopica della disoccupazione e delle aspettative della vita lavorativa”.
“È una crisi che pesa sostanzialmente sui giovani – spiega Tonino Genovese, segretario generale della Cisl di Messina – e che è in atto dal 2006. I settori più in crisi sono quelli dell’agricoltura e dei servizi. Settore quest’ultimo, se consideriamo la vocazione turistica del nostro territorio, che ha grandi potenzialità non sfruttate. Messina sta diventando una città di anziani, di non lavoratori. Il futuro è gravemente compromesso. Sosteniamo da più di un anno che nel nostro territorio l’industria più forte è quella dell’emigrazione dei nostri giovani. E i dati dell’Osservatorio sul mercato del lavoro e lo sviluppo sociale prodotto su Messina fotografano esattamente questa condizione”.
Un altro elemento illuminante sulla situazione di Messina e della sua provincia è l’alto numero di richieste, peraltro in continuo aumento, di cassa integrazione guadagni e di cassa integrazione straordinaria.