Dallo scioglimento del Consiglio comunale una corsa contro il tempo per il disco verde al documento. La Giunta ha intenzione di calendarizzare una serie di incontri con i cittadini per spiegarne il contenuto
SIRACUSA – “Un traguardo storico per la città di Siracusa”. Così il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, ha commentato l’approvazione del Bilancio preventivo 2020/2022, avvenuta lo scorso 10 gennaio (in largo anticipo).
Tempi sicuramente ristretti per il disco verde al documento, complice anche l’assenza del Consiglio comunale che si è sciolto nei mesi scorsi per aver dato parere negativo al bilancio consuntivo.
Da lì è stata tutta una corsa contro il tempo da parte di Giunta ed uffici comunali per arrivare a questo traguardo che sicuramente avvantaggia l’azione amministrativa sotto vari punti di vista (uno tra tutti l’aggiudicazione di fondi che possono essere ottenuti solo con i conti in ordine). Ma questo del bilancio preventivo non è l’unico obiettivo che si è prefissata l’Amministrazione Italia: a seguire le missioni saranno: approvare il rendiconto entro aprile e il bilancio 2021 entro il 2020 (il tutto anche per rispettare i tempi dettati dalla Corte dei conti).
Nonostante però l’assenza del Consiglio, per definizione organo deputato alla rappresentanza politica, la Giunta comunque ha intenzione di calendarizzare una serie di incontri con i cittadini e le associazioni di categorie per spiegare il contenuto del documento appena approvato nell’ottica dell’attività comunale sempre più trasparente.
“Un Bilancio – ha detto l’assessore al Bilancio, Pierpaolo Coppa – che il netto miglioramento degli equilibri finanziari, attestato dall’azzeramento dell’anticipazione di tesoreria, da un avanzo di gestione con saldo positivo e da una potenziata capacità di riscossione. Perché – ha concluso Coppa – questo è un Bilancio che mette insieme una seria pianificazione della spesa con una seria politica di riscossione”. Per entrare nel merito del bilancio preventivo, si tratta di un bilancio di 180 milioni di euro, con entrate dirette, provenienti da imposte, tributi e dal patrimonio, pari a circa 120 milioni, cui si devono aggiungere i sempre più esigui trasferimenti regionali e statali; e con spese correnti per oltre 134 milioni, spese per investimenti per circa 30 milioni, una parte dei quali da destinare alla scuola. Una somma cospicua, pari a circa 22 milioni, sarà invece destinata a mantenere il cosiddetto “accantonamento”: milioni che il Comune ha in Bilancio ma che non può spendere, in quanto destinati al “Fondo crediti di dubbia esigibilità”, ad eventuali debiti fuori bilancio, ad oneri per disavanzi precedenti”.
“Questo Bilancio potrà essere emendato con il contributo di quanti, forze politiche, datoriali, associazioni, hanno a cuore il bene della città” – conclude il primo cittadino. Un chiaro segnale di apertura a tutte le forze politiche.