Rapporto Antigone “Guarire i ciliegi”: in Italia al 15 gennaio di quest’anno 375 minori reclusi, 77 in meno rispetto al 2017. Tra 2014 e 2018 raddoppiati i ragazzi coinvolti in associazione di tipo mafioso. Un dato che stride con il calo degli altri reati: i delitti commessi da under 18 sono diminuiti dell’8%, passando da 33 mila a poco più 30.500. Dimezzati gli omicidi. Sicilia seconda regione per numero di segnalazioni (3.326), dopo la Lombardia (5.393)
ROMA – “Mentre nel sistema penitenziario degli adulti si assiste all’apparente controsenso di una crescita della popolazione detenuta congiunta a una decrescita degli indici di delittuosità, nella giustizia penale minorile vi è maggiore coerenza: diminuiscono sia i delitti che i detenuti. Tutto il sistema della giustizia minorile funziona senza l’assillo della condanna e senza rischi di prescrizione”. Inizia così il rapporto “Guarire i ciliegi”, con cui l’associazione Antigone, citando Fabrizio De André, fotografa le condizioni degli Istituti penali minorili italiani, di cui ben quattro si trovano in Sicilia.
Nel complesso, il nostro Paese ricorre alla detenzione dei minorenni in maniera residuale: al 15 gennaio di quest’anno i detenuti sono 375, distribuiti in 17 istituti, da Caltanissetta a Treviso, in calo rispetto al 2017, quando erano 452. In quello stesso anno in Francia e Germania, gli istituti di pena per minori ne ospitavano 794. L’istituto con più presenze è quello di Nisida, con 45 detenuti al 15 gennaio, mentre alla stessa data a Caltanissetta ce n’erano solo 3. Le ragazze sono 23, 12 delle quali a Pontremoli, nell’unico interamente femminile. La permanenza è generalmente breve: in media 102 giorni nel 2019, con il 72% dei ragazzi entrati in custodia cautelare.
I reati contro la persona, generalmente più gravi, riguardano solo il 17%, mentre il 62% ha commesso delitti contro il patrimonio. Questo perché, sottolinea Antigone, l’istituto penale minorile, “funziona non come sanzione proporzionata alla gravità del fatto commesso, ma come strumento che l’autorità giudiziaria usa per incidere sul percorso trattamentale di ciascun ragazzo. Il ricorso a questo strumento è poi più frequente e prolungato per chi manca di una solida struttura familiare e territoriale alle spalle”.
Preoccupa la crescita negli ultimi anni dei minori segnalati dalle forze dell’ordine all’autorità giudiziaria per associazione di tipo mafioso (+93,8%): erano 49 nel 2014, e 95 nel 2018. Un dato che stride con il calo degli altri reati: fra il 2014 e il 2018 le segnalazioni per delitti commessi da minori sono diminuite dell’8,3%, passando da oltre 33.300 a 30.600. Calano gli omicidi volontari (-46,6%) e colposi (-45,4%), i sequestri di persona (-17,2%), i furti (-14,03%), le rapine (-3,9%) e l’associazione per delinquere (-82,5%).
La Lombardia è la regione con il maggior numero di segnalazioni (5.393), seguita dalla Sicilia con 3.326 segnalazioni e dall’Emilia-Romagna (3.154). Gli indici di delittuosità dei minori presentano valori tendenzialmente superiori alla media nazionale nelle regioni del Nord Italia e valori più bassi della media nelle regioni del Sud. I dati vanno contro tutti gli stereotipi, visto che ben il 40% degli imputati italiani è nato nel Nord Italia (il 21% nel Nord-Ovest e il 18% nel Nord-Est), il 25% è nato nel Sud, il 19% nel Centro Italia e il 16% nelle Isole. Ed è anche un altro lo stereotipo che viene meno leggendo i dati di Antigone. Infatti, gli imputati minorenni sono per il 70% italiani e per il 30% stranieri. Oltre l’84% sono maschi e meno del 16% sono femmine (sia per gli italiani che per gli stranieri).
Altissimo il numero di archiviazioni. Essere denunciati non significa essere condannati o colpevoli. I condannati con sentenza irrevocabile nel 2017 sono stati 1.128. Nel 2017 i minori indagati presso le procure erano 36.416. Nella maggior parte dei casi (22,14%) il PM ha esercitato anticipatamente l’azione penale, chiedendo al giudice, nel corso delle indagini preliminari, di pronunciarsi con una sentenza di non luogo a procedere per irrilevanza del fatto.
In Italia, comunque, si incarcera meno che in altri Paesi europei. Va ricordato l’art. 98 c.p., il quale stabilisce che “è imputabile chi, nel momento in cui ha commesso il fatto, aveva compiuto i quattordici anni, ma non ancora i diciotto, se aveva la capacità di intendere e di volere; ma la pena è diminuita”. In Europa, l’età a partire dalla quale si è imputabili parte dai 12 anni di Olanda e Irlanda. In Svezia, Repubblica Ceca, Finlandia e Danimarca si è penalmente responsabili a 15 anni. In tutti gli altri Paesi, Italia inclusa, a 14 anni (fanno eccezione Polonia e Francia, dove si diventa penalmente perseguibili a 13 anni). Rispetto ai suoi vicini di dimensioni rilevanti l’Italia ricorre alla detenzione in maniera residuale. In Francia e Germania, nel 2017, gli istituti di pena per minori ospitavano 794 persone detenute; nel Regno Unito 895. In Italia 452 (oggi come detto sono 375).
Acireale
Nell’ex convento dodici ragazzi
È un’antica costruzione, originariamente un convento, inserita nell’ambito urbano della città. Può accogliere fino a 20 minori di sesso maschile, inclusi eventuali ragazzi sottoposti alla misura della semidetenzione o semilibertà. Data la scarsità di spazi non è mai stata effettuata una divisione in sottogruppi. Questo limite si è invece trasformato in risorsa: si è riusciti a sperimentare forme positive di inclusione. La sezione detentiva è composta da sette stanze di grandezze disuguali (da due, tre e quattro posti letto) con servizi igienici e doccia. Nella parte esterna dell’istituto c’è un cortile cui i detenuti possono accedere tutti i giorni. Al momento della visita erano presenti 12 ragazzi, di cui 5 stranieri. In Ipm lavorano 27 poliziotti penitenziari, 5 educatori e 2 mediatori culturali. Nel 2019 sono stati attivati due progetti di inserimento lavorativo per due giovani, mentre 8 ragazzi sono stato inseriti in corsi professionalizzanti. Quattro ragazzi hanno conseguito la licenza media e uno la maturità.
Caltanissetta
L’Istituto con meno detenuti in Italia
L’Istituto ha una capienza massima di 12 ospiti. Al momento della visita c’erano tre ragazzi, tutti stranieri. Le stanze disponibili sono 5. All’interno dell’unica sezione detentiva vi sono oltre alle celle diversi spazi: una sala comune, un refettorio, due ampie aule scolastiche, una spaziosa sala polivalente. All’esterno sono presenti un campo da calcetto in erba sintetica e un’area verde.
La presenza media nel corso del 2019 è stata di 5,5 persone. Nel 2018 era di 9,5. Delle 22 persone entrate in IPM nel corso del 2019 4 avevano 16 anni, 9 ne avevano 17, 5 erano diciottenni, 3 diciannovenni e 1 era ventenne. 16 provenivano da altri istituti.
I reati principali dei presenti nel 2019 sono stati contro il patrimonio (8 casi), connessi alla droga (4 casi) e contro la persona (2 casi).
Catania
Oltre cinquanta ragazzi nel Capoluogo etneo
L’Ipm è all’interno del complesso destinato ad accogliere i detenuti adulti in regime di alta sicurezza. Sorge fuori città ed è difficile raggiungerlo, anche se è stato potenziato il servizio pubblico. Gli spazi sono molto grandi ed è stato ristrutturato nel 2011. Ci sono 48 stanze detentive (4 delle quali sono generalmente destinate ai lavoratori in articolo 21 o all’isolamento). I giovani sono allocati in stanze con due posti letto e sono suddivisi in quattro gruppi in base all’età, con scarsissimi contatti tra loro.
Alla data della visita erano presenti 53 ragazzi, di cui 10 stranieri. Vi sono corsi di scuola media inferiore e il biennio di scuola superiore. La scuola primaria svolge spesso il ruolo di un percorso di alfabetizzazione dei minori stranieri. Vi è un campo di calcio a 5 polivalente che ospita ogni sabato un torneo con squadre esterne.
Palermo
Nell’antica villa una ventina di minori
L’istituto, situato in un’antica villa, ha una piscina e ampi spazi esterni e interni. Al momento della visita vi erano 24 ragazzi, di cui 9 minorenni (14 con età tra i 18 e i 21 anni e 1 con più di 21 anni). Gli agenti effettivi erano 48, gli educatori 7. Gli ospiti avevano commesso reati contro il patrimonio (71%), contro la persona (13%) e contro la legge sulle droghe (8%).
Sono attivi corsi alfabetizzazione, la scuola media e il biennio della superiore. Una formazione per “commis di cucina” ha coinvolto 6 ragazzi, che hanno svolto un tirocinio retribuito.
Da anni è attivo il progetto “Cotti in fragranza”, che consente la produzione e vendita di biscotti realizzati da ragazzi detenuti, in misura alternative e finanche liberi.