Messina, Atm Spa e la delibera della discordia - QdS

Messina, Atm Spa e la delibera della discordia

Messina, Atm Spa e la delibera della discordia

martedì 03 Marzo 2020

Il rinvio di un’apposita riunione prevista nel Centro per l’impiego ha segnato uno stop alle procedure. Liquidatori contro il dirigente del Cpi, Sciacca: “Sospensione disposta illegittimamente”

MESSINA – Che non sarebbe stata una fase semplice era stato subito chiaro, ma adesso le controversie tecniche sembrano stiano assumendo risvolti politiche e consolidando due opposti fronti a livello sindacale.

Il passaggio dall’azienda speciale Atm alla nuova Spa si deve completare entro il 31 marzo, un termine che non consente deroghe – come ha sottolineato il sindaco Cateno De Luca e come continuano a ribadire i commissari liquidatori – ma il rinvio della riunione da parte del direttore del Cpi Gaetano Sciacca ha segnato un brusco stop a tutta la procedura.

Sciacca è stato candidato a sindaco del M5s e non è la prima volta che De Luca vede nelle decisioni del funzionario regionale, riguardanti le partecipate comunali, un pretesto per mettere in difficoltà l’Amministrazione. Tra le questioni che vanno risolte prima della formalizzazione del passaggio dei 461 dipendenti alla Spa c’è quella che riguarda la legittimità o meno dei commissari liquidatori di attivare le procedure di licenziamento collettivo. Queste infatti, rientrando nelle attività di straordinaria amministrazione sarebbero precluse ai commissari, che sono dimissionari, dopo la bocciatura da parte del Consiglio comunale del Piano di liquidazione e la richiesta di liquidazione coatta amministrativa.

Sciacca, accogliendo le istanze avanzate dai rappresentanti di Filt Cgil Uiltrasporti e Cub trasporti, ha chiesto un pronunciamento in merito all’Avvocatura distrettuale dello Stato, che sta nel frattempo studiando le carte. Ma ancora più controversa appare la richiesta fatta dal Cpi di una clausola di salvaguardia da inserire nel contratto di servizio della Spa, con l’aggiunta “per come contemplato nel Ccnl autoferrotranvieri”. Unica condizione questa che, secondo Sciacca ma anche secondo Filt Cgil Uiltrasporti e Cub, garantisce l’assunzione di tutti i 461 lavoratori nella nuova azienda.

Cateno De Luca si è detto pronto a prevedere la clausola e da ieri è al lavoro per una modifica, ma può farlo solo attraverso una delibera. Il contratto di servizio infatti è stato votato dal Consiglio comunale lo scorso 30 dicembre e una sua integrazione deve sempre passare al vaglio del Civico consesso, tutto nei tempi compatibili con quel termine del 31 marzo.

Ma sulla necessità di questa clausola di salvaguardia dissentono i rappresentanti di Fit Cisl, Faisa Cisal, Ugl e Orsa che in una nota indirizzata al Cpi, hanno citato a loro sostegno il parere del Consiglio di Stato sulle “linee guida recanti la disciplina delle clausole sociali, proposta dall’Anac”. Secondo quest’altro fronte sindacale, il Ccnl a cui si farà riferimento è quello degli autoferrotranvieri che già contiene una clausola di salvaguardia, “l’eventuale inserimento – hanno aggiunto – di un’ulteriore clausola nel contratto di servizio potrebbe portare alla disdetta dell’intero contrato, con effetti contrari a quelli di protezione sociale che la clausola vorrebbe raggiungere”.

Nella nota è stato citato anche l’atto di indirizzo approvato dalla Commissione viabilità, rivolto a sindaco e Amministrazione, perché si diano disposizione ad Atm Spa per il riassorbimento di tutti i lavoratori a tempo indeterminato e la conferma dei diritti acquisiti. Tutto questo, secondo Cisl, Cisal, Ugl e Orsa, garantirebbe già tutti i dipendenti, ma non secondo Sciacca che ha evidenziato come il parere del Consiglio di Stato faccia riferimento ad affidamenti dopo gare di evidenza pubblica, mentre in questo caso il trasferimento della gestione del servizio tpl è con affidamento diretto.

L’Atm Spa, anche se con partecipazione pubblica, non muterà la sua natura di soggetto di diritto privato e potrà operare con autonomia rispetto all’Ente locale. Non può avere effetti vincolanti l’atto di indirizzo della Commissione né la nuova società, malgrado la clausola sociale del contratto, può essere costretta ad assumere personale che non rientri nel suo organigramma. Secondo il Cpi e Cgil Uil e Cub, l’unico modo per evitare possibili errori procedurali e contenziosi è quindi inserire la salvaguardia nel contratto di servizio.

Nella giornata di ieri è poi arrivata una nota a firma dei commissari liquidatori, che ha fatto salire ancora di più la tensione. “L Azienda Atm in liquidazione – hanno scritto – non riterrà valida ed efficace la sospensione disposta dal dirigente Sciacca e, conseguentemente, alla scadenza dei trenta giorni stabiliti dalle legge, in mancanza di raggiungimento di un accordo, procederà come per legge”.

“La sospensione illegittimamente disposta – hanno concluso – comporterebbe un grave pregiudizio all’azienda Atm in liquidazione, la quale non avrebbe la possibilità di procedere ai licenziamenti decorsi infruttuosamente i termini di legge. Ciò comporterebbe che l’azienda dall’1 aprile, pur non potendo più svolgere il servizio di Tpl e connessi, avrebbe in carico tutti i dipendenti, i quali a loro volta avrebbero il grave pregiudizio di non poter essere assunti dal nuovo gestore”.

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