Dall’aeroporto di Catania ad Adrano, 40 km di metropolitana - QdS

Dall’aeroporto di Catania ad Adrano, 40 km di metropolitana

Dall’aeroporto di Catania ad Adrano, 40 km di metropolitana

mercoledì 03 Giugno 2020

Il futuro di Catania è già oggi la metro e lo sarà sempre di più con le nuove tratte. Salvatore Fiore: “Cibali a settembre, Monte Po nei primi 2021. Fontanarossa? Nel 2025”

CATANIA – Lo sviluppo passa anche dalla metro. Un’infrastruttura che, dopo un lungo periodo di sofferenza e il rilancio dell’ultimo decennio, che l’hanno trasformata in un reale mezzo di trasporto alternativo, complice l’apertura di nuove stazioni, sta subendo i duri contraccolpi dell’emergenza Covid 19. Ma che, passata la “tempesta”, potrebbe tornare motore propulsivo di mobilità e sviluppo. Ne è certo il direttore generale della Ferrovia Circumetnea, Salvatore Fiore, che illustra le prossime tappe della metro, evidenziando come basterebbe una visione politica chiaramente volta alla mobilità per mettere a sistema l’esistente e trasformare Catania in una realtà veramente “Metropolitana”.

“Purtroppo il numero dei passeggeri è ancora basso – afferma. Anche perché, due viaggiatori su tre erano studenti universitari o studenti medi. Tolti questi viaggiatori, abbiamo di certo il trenta per cento in meno di utenza, percentuale alla quale si aggiunge quella di chi sta lavorando in smart working. Tutto questo era prevedibile – sottolinea – ma siamo fiduciosi che a settembre si possa ripartire con gli stessi flussi che c’erano prima del coronavirus”.

Procedendo con l’espansione, l’apertura di nuove importanti fermate e con la realizzazione della tratta fino all’aeroporto, vero e proprio salto qualitativo dell’infrastruttura. Dopo l’estate, tutto dovrebbe procedere speditamente, secondo cronoprogramma, a partire dall’apertura della stazione di Cibali, piccola “incompiuta” della tratta già in esercizio.
“Ci siamo – dichiara Fiore- . Speriamo che a settembre potremo riaprire questa fermata. Successivamente, procederemo con Fontana e Monte Po, che apriranno contestualmente. L’obiettivo è il primo trimestre del 2021, come ci eravamo prefissi. Potrebbe esserci ancora qualche stralcio dovuto all’emergenza Covid, e potrebbe passare qualche mese in più, ma i cantieri sono in attività, CMC ha avuto il concordato omologato, quindi dovremo farcela”.

Discorso diverso per la tratta in corso di realizzazione che, dal centro di Catania dovrebbe portare fino in aeroporto. I lavori, fermati dal crollo della palazzina in via Castromarino, però, sono ripartiti. “La Procura ci ha autorizzati a poter fare i lavori di messa in sicurezza propedeutici alla ripresa dello scavo – spiega Fiore – e a fine mese si dovrebbe riunire la commissione per la gara d’appalto per la realizzazione della restante parte fino in aeroporto”. Dove la metropolitana dovrebbe arrivare nel 2025.

“Questo è il nostro obiettivo e al momento è sostenibile”. La talpa è ferma via Castromarino, nel quartiere Antico Corso, ad appena 400 metri dal punto di arrivo, ovvero piazza Stesicoro. “Il lotto che stiamo appaltando dovrà realizzare invece la tratta da Palestro fino in aeroporto – continua: l’obiettivo del 2025 è pienamente sostenibile”.

Ma la metropolitana non riguarda solo l’area urbana: in un futuro non tanto lontano i treni interrati dovrebbero arrivare fino ad Adrano, abbracciando numerosi comuni collegati con la città etnea. “Stiamo lavorando anche sull’altro fronte – spiega ancora Fiore -. Speriamo di aggiudicare velocemente il lotto fino a Misterbianco centro, abbiamo finanziato fino a Piano Tavola ed, entro l’anno, dovremmo reperire i finanziamenti per la tratta fino a Paternò e poi fino ad Adrano. Quaranta chilometri di linea metropolitana”.

Un collegamento capillare tra realtà urbane, infrastrutture, servizi, ospedali. “Catania diventerà veramente un ambito urbano sostenibile – sottolinea Fiore. E si cambierà mentalità, come accaduto con la metropolitana e gli studenti”.

A completare il quadro dovrebbe essere la tratta della Rete ferroviaria che collega il centro di Catania con Acireale, con numerose fermate urbane e anche extraurbane. La poca frequenza dei treni, però, fino a oggi, ne hanno nascosto le grandi potenzialità. “Basterebbe poco – evidenzia il direttore generale Fce – per realizzare quella che chiamo la Linea B della metropolitana. Al momento sulla tratta che va da Cannizzaro fino a Bicocca, sette stazioni, non viaggia nessuno. Basterebbe mettere i treni, si potrebbe fare domani mattina – incalza – e cambiare la città senza fare nulla. Solo facendo politica del trasporto pubblico – conclude – mettendo a sistema quello che c’è”.

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