“Abbiamo circa duecento aderenti. Le iscrizioni, nell’ultimo anno, sono incrementate del cinque per cento”.
“Credo che le motivazioni di questo incremento vadano ricercate nel fatto che le persone, soprattutto i giovani, abbiano compreso che non esistono più possibilità per il famoso impiego pubblico. E che ancor meno esiste la possibilità di raccomandazione, per un posto di lavoro, da parte del politico di turno. Si è compreso che bisogna intervenire in prima persona alla creazione di un lavoro. L’alternativa è restare a casa dei genitori! Le nostre cooperative infatti, nella maggioranza, sono costituite da giovani. Anche le cooperative femminili hanno raggiunto un buon numero”.
“Confcooperative è un’associazione di rappresentanza e di tutela del movimento cooperativo; individua quali sono le esigenze del settore specifico, offre una vasta gamma di servizi. Tra questi, quelli in rete che comprendono la possibilità di essere messi in contatto con altre realtà più evolute o comunque con una dimensione economica più consistente; una consulenza ed assistenza continua in quella che è la gestione della cooperativa e la crescita dei soci al suo interno; comprende anche lo scambio di esperienze sia con realtà fuori dal territorio siciliano sia con quelle al suo interno e della stessa città. Questo, ribadisco, al di là dell’attività istituzionale che rimane quella della rappresentanza e della tutela presso le istituzioni locali”.
“Per quanto riguarda il supporto finanziario la situazione è più complessa. Abbiamo un consorzio fidi a livello regionale ma in Sicilia esiste un importante ente pubblico economico che, vergognosamente, è stato commissariato dal 2008. E così rimane ancora oggi. Il suddetto ente, Istituto Regionale per il Credito Alla Cooperazione, ideato intorno agli anni sessanta, è stato uno strumento importante e strategico della cooperazione, per il credito agevolato e soprattutto per gli interventi sul capitale sociale. Il problema delle nostre imprese, infatti, è quello della sottocapitalizzazione e questa forma di finanziamento interveniva in maniera decisiva. Ci auguriamo vivamente che il governo regionale possa al più presto ricostituire il consiglio di amministrazione. è un organismo che, comunque, ha bisogno di adeguamenti alle nuove esigenze delle cooperative e dei mercati”.
“Al di là del sociale, siamo molto attivi nel settore della pesca. Credo, in questo settore, siamo la provincia con il più alto numero di cooperative associate. Siamo presenti in quasi tutte le marinerie della provincia di Messina, soprattutto nella costa tirrenica. Il settore, però, viene ad essere penalizzato dalle direttive dell’Unione europea; direttive sempre più restrittive rispetto alla capacità di pesca. Stiamo cercando di capire quali possano essere le iniziative da adottare al fine di tutelare i pescatori. è un settore in evoluzione e che deve anche intraprendere un percorso nella commercializzazione diretta”.
“Il settore abitativo è completamente in crisi”.
“Ciò su cui ci stiamo impegnando è l’informazione, portata avanti con seminari sia in città che in provincia, affinché vengano divulgate possibilità ed opportunità insite nell’associazione e nella formula cooperativa. Vogliamo, poi, divulgare sempre di più la cultura dell’aggregazione fra imprese che può offrire solo vantaggi, un maggiore potere contrattuale ed una maggiore capacità di accorciare la filiera”.
“La nostra associazione sta avendo una evoluzione. Andiamo verso l’aggregazione. Non ci sarà più Confcooperativa Messina o Catania o Enna. Tutta una serie di unioni provinciali saranno aggregate in macro aree: Messina Catania ed Enna, Siracusa e Ragusa, Palermo e Caltanissetta, Trapani e Agrigento. In questa maniera si potrà garantire una migliore qualità dei servizi”.
“Ancora non è stato raggiunto un livello ottimale di relazione. Esistono dei ragionamenti in corso, ma non riescono ancora a decollare”.
“Stiamo lavorando per aggregare e poi fondere le cooperative tra di loro. Abbiamo già avviato alcuni percorsi e cercheremo di continuare su questa direzione”.