Cimitero Rotoli, D’Agostino: “Ad agosto 300 salme in meno” - QdS

Cimitero Rotoli, D’Agostino: “Ad agosto 300 salme in meno”

Cimitero Rotoli, D’Agostino: “Ad agosto 300 salme in meno”

mercoledì 15 Luglio 2020

L’insostenibile situazione al cimitero dei Rotoli ha spinto l’arcivescovo a scrivere alla Giunta. Consigliere Caracausi: “Sindaco richieda stato di emergenza e poteri straordinari”

PALERMO – Trecento salme in meno entro i primi di agosto, le altre 200 entro i primi di settembre. È la promessa dell’assessore ai Cimiteri, Roberto D’Agostino, per superare l’emergenza sepolture e liberare il deposito del Cimitero di Santa Maria dei Rotoli.

L’assessore è dovuto intervenire in conferenza stampa telematica per spiegare le cause (e le possibili soluzioni) di un problema che sta creando parecchio imbarazzo a Palazzo delle Aquile: quelle 500 bare accatastate una sopra l’altra in attesa di inumazione, con le foto e i video che hanno fatto il giro dei mass media locali e nazionali. Una situazione al limite che ha spinto l’arcivescovo, don Corrado Lorefice, a prendere carta e penna e scrivere all’Amministrazione: “Siano trovate sollecitamente – ha ammonito l’alto prelato – adeguate soluzioni che diano l’attesa risposta alla pietà e al rispetto dei corpi dei fedeli defunti. La mancata inumazione, infatti, di un numero considerevole di salme, per tempi così eccessivamente prolungati, ha comportato nella prassi, per come è dato di constatare, soluzioni non sempre adeguate e certamente non decorose per la collocazione delle bare. A tutto ciò si aggiunga, inoltre, che il clima torrido rischia di aggravare ulteriormente i disagi anche per i fedeli che si recano a pregare nei depositi dove transitoriamente sono stipati i feretri dei congiunti”.

In una missiva di risposta alla Curia il sindaco, Leoluca Orlando, ha sottolineato che “tali criticità sono derivanti anche da comportamenti irresponsabili di taluni dipendenti che sono stati oggetto di denuncia da parte dell’Amministrazione comunale e che hanno determinato azioni dell’autorità giudiziaria e l’adozione di provvedimenti disciplinari unitamente alla decisione di costituzione di parte civile da parte della stessa Amministrazione comunale”. In realtà la carenza di un numero adeguato di sepolture a Palermo non nasce certo oggi e negli anni le soluzioni prospettate, dalla costruzione di un nuovo forno crematorio al progetto di un nuovo camposanto, sono state regolarmente disattese. L’emergenza è sempre dietro l’angolo e stavolta è arrivata pure la reprimenda pubblica dell’arcivescovo.

L’assessore D’Agostino è finito al centro delle polemiche e il consigliere di maggioranza Paolo Caracausi, dopo una visita ispettiva al cimitero (“uno spettacolo agghiacciante”) ha chiesto al sindaco di “avocare a sé la delega e di richiedere lo stato di emergenza e poteri straordinari”, esautorando di fatto l’assessore. Per D’Agostino i fattori che hanno fatto esplodere l’emergenza sono chiari: le denunce e le inchieste che hanno investito il Comune rallentando gli uffici, le modifiche agli assetti dirigenziali, la necessità di interventi strutturali. “Le 500 salme a deposito appartengono a tre diverse tipologie – ha spiegato -: 300 circa sono quelle destinate al seppellimento a terra, circa 100 sono quelle destinate agli ipogei e la parte rimanente è costituita dalla cosiddetta raccolta resti. Prima della rottura del forno crematorio, eravamo in linea con le salme da cremare, circa sei al giorno per sei giorni di cremazioni a settimana”. Circa 300 salme troveranno posto in “156 nicchie individuate e già liberabili, cioè con salme di età superiore ai 30 anni (periodo dopo il quale la concessione del loculo scade e può essere rinnovata, oppure i resti della salma possono essere cremati o raccolti in un ossario, nda), in cui contiamo di spostare altrettante salme presenti in deposito, nel più breve tempo possibile.

L’Amministrazione conta di liberare ulteriori nicchie, con il controllo delle salme con vetustà di 29 anni e poi, a scalare, di 28, 27 e così via, grazie ad un provvedimento emergenziale del sindaco, già predisposto, che consentirà di anticipare il termine dei 30 anni. Il provvedimento verrà a breve sottoposto al vaglio del Consiglio comunale, grazie al quale contiamo di liberare diverse centinaia di altri posti. Il totale delle nicchie assegnate ai Rotoli è 5.160”.

“L’obiettivo zero bare in attesa è tutt’altro che irraggiungibile”, ha aggiunto D’Agostino che punta a “rafforzare le squadre di operai della Reset con una interna del Comune, che proviene dagli altri cimiteri” e ad “incentivare la cremazione, rendendola economicamente più vantaggiosa dell’inumazione e auspicando in tal modo di superare anche antiche ritrosie correlate al credo religioso”. Infine, gli interventi a lungo termine: la digitalizzazione delle pratiche; la progettazione esecutiva del nuovo forno crematorio (“vogliamo approfittare delle nuove opportunità offerte dal decreto semplificazione”) mentre quello vecchio deve essere ancora una volta riparato; e la progettazione esecutiva del nuovo cimitero a Ciaculli, “per il quale l’Amministrazione ha deciso di mettere 15 milioni, per il resto faremo ricorso al project financing oppure a fondi statali”.

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