Riqualificazione centri storici, approvata legge all’Ars - QdS

Riqualificazione centri storici, approvata legge all’Ars

Riqualificazione centri storici, approvata legge all’Ars

martedì 29 Settembre 2020

Stefania Campo, deputata del M5S all’Ars, spiega in un’intervista esclusiva al QdS le finalità della nuova norma. L’autorecupero grazie ai contributi sui mutui. Esistono più di 133 mila immobili abbandonati in Sicilia che attendono di essere riqualificati e utilizzati in maniera opportuna

CATANIA – Approvata all’Ars la nuova legge che promuove l’autorecupero dei centri storici grazie ai contributi sui mutui. Stefania Campo, deputata del M5S e prima firmataria, spiega in un’intervista esclusiva al QdS le finalità della legge.

Un numero sempre crescente di nuclei familiari e giovani coppie fatica a raggiungere l’obiettivo di una prima casa di proprietà. Senza considerare il costo della vita che nel centro città risulta essere maggiore rispetto alla periferia. Eppure esistono più di 133mila immobili abbandonati in Sicilia che attendono di essere riqualificati e utilizzati in maniera opportuna.

“I dati allarmanti dell’ultimo censimento evidenziano lo svuotamento dei centri storici siciliani: il 42% di quello ragusano, ad esempio, è vuoto; Ragusa e Caltanissetta hanno i prezzi medi più bassi tra gli ultimi 20 centri storici in Italia. Oggi più che mai serve dare una risposta concreta al disagio abitativo. L’autorecupero associato può diventare un’ottima misura integrata di housing sociale – spiega Stefania Campo -. La nuova legge funzionerà come quella sulle cooperative edilizie, con la differenza che queste cooperative saranno costituite con l’obiettivo di riqualificare gli immobili esistenti, con priorità per quelli dei centri storici, che non sempre sono immobili di interesse storico tutelati dalla Soprintendenza, e potranno usufruire di mutui a tasso agevolato.

L’iniziativa ha la triplice finalità di arrestare lo spasmodico consumo del suolo, di ripristinare i centri storici e di riportare interi nuclei familiari in centro, per far ripartire anche le attività commerciali”.

La legge vorrebbe invertire la tendenza degli ultimi anni che ha visto la crescita delle periferie e l’aumento delle tasse dei cittadini per i servizi, nonostante la flessione demografica negativa.

Tuttavia il problema della abitazioni risulta strettamente connesso a quello dei servizi sociali e dei trasporti: se i centri delle città più servite potrebbero potenzialmente vedere una svolta grazie alla nuova legge, quelli delle città meno collegate rimangono costretti a scontrarsi con difficoltà oggettive legate all’impossibilità di una vita qualitativamente soddisfacente per i residenti.

“In Commissione Ambiente la discussione sulle politiche sociali e ambientali per la valorizzazione del territorio è ancora aperta. I centri più piccoli hanno bisogno di servizi per l’infanzia e di trasporti, necessari per garantire a giovani coppie e nuclei familiari la possibilità di lavorare e di spostarsi in modo adeguato. Il problema principale risiede nella riduzione dei contributi agli enti locali della quale è responsabile anche l’attuale governo Musumeci. Molti Comuni sono in dissesto o in predissesto, con la conseguenza di non riuscire più a finanziare i servizi per i loro cittadini”, conclude la deputata.

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