Nuovi limiti: meno di venti scarti ogni 100 metri per definire un litorale in “buono stato ambientale”. Ispra: nelle coste del Mare Ionio e del Mediterraneo centrale 271 oggetti/100 mt
PALERMO – Meno di 20 rifiuti marini ogni 100 metri lineari di costa è il limite entro cui si può definire una spiaggia in “buono stato ambientale”. Lo ha stabilito la Commissione Ue che, con questo valore soglia, ha sostanzialmente definito l’obiettivo verso cui dovranno tendere i Paesi costieri comunitari, considerando, in particolare, il ritardo espresso da alcuni di questi, tra cui l’Italia, che, stando agli ultimi dati, avranno tanto da lavorare per raggiungere tale livello di qualità.
I NUMERI EUROPEI E REGIONALI
“Un traguardo ambizioso” lo ha definito l’Ispra, in particolare “per i Paesi euro-mediterranei dove le concentrazioni di rifiuti spiaggiati risultano marcatamente più elevate rispetto a quelle di altri mari europei” . Lo rivelano i numeri diffusi dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale che fotografano la situazione dei vari mari: nel Mediterraneo si registra il valore record con 274 oggetti ogni 100 metri, mentre riescono a far meglio il Mar Nero, 104 oggetti ogni 100 metri, e il Mar Baltico, con 40 oggetti ogni 100 metri. A livello italiano preoccupano anche i valori mediani registrati nelle tre sottoregioni, raggiungendo il dato record di 559 oggetti/100m nel Mar Adriatico, 421 oggetti/100m nel Mediterraneo occidentale e 271 oggetti/100 m nel Mar Ionio e Mediterraneo centrale.
I DATI DI LEGAMBIENTE
A confermare il rischio ambientale delle nostre spiagge, ci aveva pensato, lo scorso luglio, l’annuale indagine “Beach Litter” di Legambiente dedicata alla salute del litorale nazionale. Il dato medio è di 654, in media, ogni cento metri percorsi lungo le spiagge.
Tra gli intrusi scovati dai volontari, ci sono mozziconi di sigaretta, contenitori per bevande e alimenti e stoviglie in plastica usa e getta, materiale da costruzione e anche guanti e mascherine. Le spiagge monitorate sono state 43 in 13 regioni italiane per un totale di 28.137 rifiuti censiti in un’area di 189 mila metri quadri. Su circa la metà dei litoriali campionati, la percentuale di plastica ha eguagliato o superato il 90% dei rifiuti. Quattro le aree controllate in Sicilia.
IL VALORE SOGLIA
Per fissare il valore soglia di riferimento, gli esperti “hanno analizzato il primo set di dati disponibile a livello europeo sui rifiuti rinvenuti lungo le spiagge del continente – si legge in una nota dell’Ispra –, riferito al periodo 2015-2016 e derivante dai programmi nazionali di monitoraggio realizzati seguendo metodologie condivise”. Nel periodo di riferimento sono stati effettuati, in tutta Europa, 3069 rilevamenti da 331 diverse spiagge, 64 di queste in Italia. “Il valore di 20 rifiuti per 100 m di lunghezza della spiaggia – spiegano ancora dall’Ispra – corrisponde al 15° percentile dell’insieme dei dati dell’Ue ed è un valore sufficientemente precauzionale, nonché un traguardo difficile, ma non impossibile da raggiungere con l’adozione di misure sostanziali e prolungate”.
Per gli esperti “l’aver stabilito un valore soglia europeo per le spiagge pulite rappresenta un passo importante poiché apre la strada alla definizione di altri target di riferimento come quello sui rifiuti del fondale marino, sulla microplastica e sull’impatto dei rifiuti sugli organismi marini”.