Prevede tempi precisi per l’approvazione del ddl così da sanare con 21 anni di ritardo questa anomalia siciliana?
“Ieri (giovedì scorso, ndr) ho fatto un intervento in aula richiamando il presidente dell’Assemblea a mettere all’ordine del giorno la legge, che rappresenta una grande occasione per migliorare la salubrità della popolazione siciliana e che potrebbe dare vita al più grande cantiere di lavoro che si sia recentemente visto in Sicilia”.
“Siamo ben coscienti che questo provvedimento non punta soltanto a eliminare le malattie asbesto correlate, ma a produrre lavoro in tutta Sicilia. Diverse migliaia di persone potrebbero essere impiegate a livello regionale, perché assieme alle strutture pubbliche abbiamo la priorità di bonificare anche tutti i siti industriali di Sicilia”.
“Per una prima fase ci sono circa 21 milioni di euro che la Comunità europea ha stanziato nell’ambito del piano dell’amianto europeo. Aspettiamo di cominciare questa prima fase dell’operazione per poi chiedere altri finanziamenti necessari alla prosecuzione dei lavori. Già negli anni novanta c’era stata una presa di posizione netta nei confronti dell’amianto da parte dell’Europa e all’epoca si stanziarono circa 17 milioni di euro per avviare una mappatura che la Sicilia non avrebbe mai fatto. Nel 1992 arrivò la legge 257 che metteva fuorilegge l’amianto e obbligava le regioni a redigere un piano regionale amianto con mappatura e operazioni bonifica”.
“La responsabilità è diffusa. I governi nazionali degli ultimi decenni hanno ignorato il problema, anche perché l’Italia è stata la seconda nazionale per la produzione di materiali contenenti amianto. Noi l’abbiamo prodotto e utilizzato e adesso dobbiamo smaltirlo”.
“Una volta calendarizzato il provvedimento non ci dovrebbero essere problemi, anche perché questo ddl ha avuto un iter sereno ed è stato votato all’unanimità per quattro volte nelle commissioni. Si tratta di un disegno di legge importante per la salute dei cittadini, sarà largamente condiviso”.