Wwf, cinque eco-consigli per un Natale "sostenibile" - QdS

Wwf, cinque eco-consigli per un Natale “sostenibile”

Wwf, cinque eco-consigli per un Natale “sostenibile”

sabato 19 Dicembre 2020

Una rilettura green delle feste natalizie che permetterà di rispettare le tradizioni con un occhio di riguardo per la tutela dell'ambiente

Cinque eco-consigli per rendere più sostenibili i giorni di festa. Come ogni anno, il Wwf Italia propone una rilettura green delle feste natalizie che permetterà di rispettare le tradizioni con un occhio di riguardo per la tutela dell’ambiente.

IL BUON MENU – Scegliamo un eco-cenone: per realizzarlo esistono piatti della cucina tradizionale italiana, oltre a quelli strettamente vegetariani, perfetti per bilanciare il gusto e il rispetto della natura. Fra questi ribollita toscana, zuppa di fagioli, tortelli di zucca, carciofi alla romana o fritti, insalata di rinforzo campana. E’ possibile anche preparare ricette green sostituendo, ad esempio, il ragù di carne con verdure o legumi. Per il pesce sono da preferire specie meno conosciute e poco richieste, come il sugarello, il tonnetto allitterato, il tombarello, lo zerro, il muggine, il pesce serra, insieme a molluschi come vongole, cozze e ostriche. Per non sbagliare a tavola ecco tre principi fondamentali: prodotti di stagione, locali, zero sprechi di cibo con la taglia giusta per il pesce (sul sito pescesostenibile.wwf.it la guida al consumo di pesce sostenibile).

LUMI E ADDOBBI – Esistono luminarie salva-clima per l’albero o il presepe. Sì a luci e luminarie a Led evitando quelle ad incandescenza. Le luci a Led sono un po’ più costose delle altre ma durano di più e consentono un sicuro ammortamento nel tempo dell’investimento grazie anche ad un risparmio in bolletta di circa il 40%. Minor consumo di energia vuol dire meno emissioni di CO2 nell’atmosfera, quindi minori impatti sul clima.
Per l’esterno sono da preferire luminarie dotate di un pannello fotovoltaico: basta 1 ora di Sole per averne 10 di luce. Per gli addobbi natalizi esistono materiali riciclati, ecosostenibili e addirittura decorazioni commestibili realizzate con frutta e verdura di stagione: ghirlande di foglie secche, ghiande e rametti dai colori autunnali per il centrotavola, pigne naturali e tappi di sughero usati come segnaposto. Da lasciare in natura muschio, agrifoglio, vischio (tutte specie protette), felci e fiori invernali.

L’ALBERO – La cosa migliore è addobbare piante che sono già in casa o acquistare un sempreverde nostrano (ginepro, corbezzolo, agrume) adatto ai nostri climi. Se invece si preferisce l’abete, meglio prenderlo in un vivaio locale, controllando la provenienza e la presenza di un idoneo pane di terra e di radici vitali. Va trattato con cura e dopo le feste trasferito in un vaso più grande, posizionato in una zona fresca e umida del terrazzo o del giardino. Per essere più creativi si può optare per un albero ‘fai da te’ con materiali di riciclo o di recupero. Per gli addobbi: decorazioni di vetro, legno, oppure di pasta di sale colorata, magari da realizzare con i bambini. Un’altra soluzione è la frutta secca, il marzapane o catenelle di popcorn che, trascorso il Natale, si possono mettere sul terrazzo per rifocillare gli uccelli infreddoliti.

UN REGALO – Pacchetti originali recuperando giornali, spartiti musicali, fumetti ma anche tessuti o carta riciclata. Da evitare la carta metallizzata, non riciclabile. Per decorare il pacco: rafia, corda, bastoncini di spezie, al posto dei nastri di plastica. Niente regali provenienti dal traffico illegale di specie. Neppure animali esotici privi della certificazione Cites e senza aver appurato l’effettiva disponibilità ad accudirli nel rispetto delle loro specifiche esigenze.
Wwf consiglia, poi, di aderire alla campagna ‘A Natale mettici il cuore’, regalando o regalandosi l’adozione di una specie fra le più minacciate e vittime di fenomeni come la distruzione di habitat e il commercio illegale.

DOVE LO BUTTO? – I rifiuti nel periodo delle feste di Natale aumentano in media del 30%. Occhio agli imballaggi; sì a piatti e bicchieri del ‘servizio’ e in caso di necessità preferire quelli in bioplastica, carta o bambù da smaltire, anche sporchi, con gli scarti alimentari. Fare acquisti quanto più possibile di prodotti sfusi e artigianali di qualità. Poi: ridurre il volume degli imballaggi prima di buttarli, separare il più possibile le varie componenti di un imballaggio e fare sempre la differenziata.

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