La scuola non ha fornito il sostegno adeguato al giovane con bisogni educativi speciali e l'ha bocciato. Ha poi prodotto in tribunale documenti falsi
Il gup del Tribunale di Siracusa, Tiziana Carrubba, ha rinviato a giudizio Giuseppa Rizzo, 62 anni, e Giuseppe Calascibetta, 56 anni, rispettivamente dirigente e insegnante dell’Ipsar “Federico II di Svevia” di Siracusa, per falso materiale e falso ideologico.
La bocciatura del 17enne con bisogni speciali mai soddisfatti dall’istituto
La vicenda risale al 2016 e riguarda la bocciatura di un diciassettenne con bisogni educativi speciali per il quale la scuola non avrebbe programmato l’adeguato sostegno didattico.
Il giovane fu bocciato nel passaggio dalla seconda alla terza classe. La famiglia, con l’avvocato Gabriella Mazzone, fece ricorso al Tar che, prima in via cautelare e poi con provvedimento definitivo, ha ammesso il giovane alla classe successiva ordinando alla scuola di adottare le misure di recupero in favore dello studente.
I documenti falsi prodotti dalla scuola
Per dimostrare l’adempimento dei provvedimenti cautelari, la scuola avrebbe prodotto ai giudici del tribunale amministrativo alcuni verbali del consiglio di classe e un documento a firma della madre del ragazzo. Documenti falsi secondo la famiglia, che ha presentato un esposto alla Procura.
Lo scoraggiamento del giovane
Il sostituto Salvatore Grillo al termine dell’inchiesta ha chiesto il rinvio a giudizio perchè la dirigente e il docente avrebbero prodotto documenti alterati, così da trarre in errore il Tribunale Amministrativo. “In questo periodo il ragazzo ha più volte pensato di abbandonare la scuola, deluso e sconfortato dalle ingiustizie subite e tale eventualità è stata scongiurata soltanto grazie all’amore della famiglia e al supporto morale e materiale dell’associazione socio culturale Astrea onlus ‘In Memoria di Stefano Biondo’, che ha fornito il sostegno psicologico e l’aiuto didattico, seguendolo fino al diploma, colmando le lacune create dall’inerzia della scuola” ha commentato l’avvocato Mazzone.
Il gup ha ammesso la costituzione di parte civile del ragazzo e quella dell’associazione.