Anche in Sicilia soffia il vento della disaffezione: nel 2020 (anno imposta 2019) solo l’1,59% dei contribuenti li ha finanziati con il 2xmille. In testa il Partito democratico, seguono Fratelli d'Italia e Lega. Pagano: "Se siamo dietro Pd e Fdi, allora la Lega è fortissima". Cannata (FdI): "Attestato di stima che ci spinge a fare meglio"
Sono 45.469 i contribuenti siciliani che hanno deciso di destinare il 2 per mille del proprio Irpef al finanziamento di un partito politico, su un totale di 2.859.620. Questo è quanto emerge dal report pubblicato dal ministero dell’Economia e delle Finanze, riferito alle dichiarazioni del 2020 con redditi del 2019.
Rispetto allo scorso anno, in Sicilia vi è stato un leggerissimo aumento del numero dei contribuenti che hanno destinato il 2 per mille ai partiti, infatti appena 12 mesi fa erano 44.460.
Le preferenze dei contribuenti siciliani sono principalmente per il Partito democratico: in totale sono 15.258 rispetto alle 17.610 dello scorso anno.
A completare il terzetto dei partiti più premiati troviamo Fratelli d’Italia con 8.957 preferenze rispetto alle 7.784 di 12 mesi fa, e la Lega che è passata nel giro di un anno da 5.955 preferenze a 3.937.
La Sicilia torna ad essere la prima regione del Sud Italia ad “appoggiare” la Lega, scavalcando la Campania che deteneva il primato dello scorso anno.
Al quarto posto in Sicilia c’è Italia Viva, il partito fondato da Matteo Renzi con 3.002 preferenze. Crolla ancora Forza Italia passando da 2.417 di un anno fa agli attuali 1.841.
Ma se consideriamo che solo l’1,59% dei contribuenti siciliani ha destinato il 2 per mille ai partiti, è evidente la disaffezione dei cittadini alla politica.
E questo scollamento tra le parti rischia di farsi sempre più crescente con la crisi di Governo che ha portato all’insediamento di Mario Draghi: il nuovo governo guidato dall’ex governatore della Bce costituisce la rappresentazione plastica della debolezza dei partiti che nel corso della legislatura non hanno saputo costruire alleanze in grado di garantire la governabilità di cui invece il Paese ha disperato bisogno.
La scelta del Quirinale di affidarsi a Mario Draghi è stata a giusto titolo interpretata come un commissariamento del sistema dei partiti, incapaci, di fatto, di tenere testa alle sfide poste dall’emergenza pandemica. I gruppi politici hanno dimostrato ancora una volta la totale inadeguatezza nella gestione di questo delicato periodo inevitabilmente condizionato dalla pandemia e questa inadeguatezza non potrà che avere delle conseguenze sul piano della credibilità degli stessi partiti e della loro “affidabilità” agli occhi dei cittadini-elettori.
Non è un che caso i “nodi” di fondamentale importanza per il Recovery Plan (Economia, Innovazione tecnologica e Transizione Ecologica) sono nelle mani di ministri “tecnici”, lontani dal mondo dei partiti.
Se guardiamo al Sud è inevitabile fare caso all’assenza di un ministro che “rappresenti” la Sicilia. Nell’Isola c’è già parecchia delusione nei confronti del nuovo Governo. Della squadra formata ben 18 su 23 ministri provengono dalle regioni settentrionali (9 vengono dalla Lombardia e 4 dal Veneto, il centro Italia è rappresentato solo dai romani Draghi e Giovannini; dal Sud vengono Lamorgese e Speranza (lucani); Carfagna e Di Maio (campani). Nessuno dalla Calabria, Sicilia e Sardegna. È dal 2011 che non accadeva, con il Governo Monti. Ma anche con ministri meridionali, e ce ne sono stati parecchi in passato, quasi sempre l’interesse del Mezzogiorno è passato in secondo piano.
Alla polemica sulla mancanza di ministri siciliani si è ben presto aggiunta quella legata alla rappresentanza femminile. Il melodramma che si è consumato nei giorni scorsi è stato in parte “risolto” con la nomina della squadra dei sottosegretari ma ha comunque rivelato un’altra debolezza del sistema partitico italiano: la sua totale incapacità di affrontare in maniera seria persino la questione di genere.
Alessandro Pagano: “Se siamo dietro Pd e Fdi, allora la Lega è fortissima”
In Sicilia 3.937 contribuenti che hanno destinato il 2 per mille ai partiti hanno scelto la Lega. Preferenze in calo ma il dato che salta agli occhi è che l’Isola è la prima regione del Sud a scegliere il partito di Salvini come destinatario del 2 per mille.
Abbiamo chiesto un commento ad Alessandro Pagano, vice capogruppo della Lega Salvini premier alla Camera dei Deputati.
Onorevole Pagano, cosa ne pensa e quali scenari apre questo dato?
“Si tratta di un dato eccellente, perché oltre a essere il primo partito del Sud sotto questo punto di vista, c’è da fare il confronto con gli altri partiti. Al primo posto troviamo il Partito Democratico, al secondo Fratelli d’Italia, due gruppi che in tutte le sue conformazioni, sul panorama politico siciliano esistono da quando è presente la democrazia. Se noi siamo dietro loro, vuol dire che la Lega è fortissima. Noi esistiamo in Sicilia soltanto dal 2018, quando ci siamo candidati per la prima volta alle elezioni nazionali. In due anni raggiungiamo circa 4.000 persone, davanti a noi ci sono partiti che esistono da 70 anni, il resto li abbiamo tutti dietro. Se continueremo con questo trend ho l’impressione che tra qualche anno il primo partito a cui siciliani destineranno il due per mille sarà proprio la Lega”.
Rossana Cannata (FdI): “Attestato di stima, ci spinge a fare meglio”
Onorevole Cannata, Fratelli d’Italia è il secondo partito scelto dai siciliani che hanno deciso di destinare il 2 per mille ai partiti. Numero di preferenze in aumento rispetto all’anno precedente. Come interpreta questo dato?
“Si tratta di un risultato importante che si conferma in linea con la crescita del partito registrata negli ultimi mesi. Sia i sondaggi, sia i risultati elettorali, nell’ultimo anno, rilevano, infatti, un aumento della fiducia degli elettori nel partito e nella sua leader Giorgia Meloni. Gli italiani, evidentemente, riconoscono serietà e coerenza alla politica di Fratelli d’Italia. Un attestato di stima che ci spinge sempre di più a stare dalla parte degli italiani, delle famiglie, delle categorie più deboli, delle partite iva e di tutti quei lavoratori abbandonati dal governo Conte in questo momento di emergenza sanitaria, sociale ed economica. Un significativo riconoscimento che adesso viene rilevato anche tramite questa risposta concreta”.