La violenza contro le donne, di qualsiasi natura essa sia, violenza fisica o psichica non è giustificata
La “situazione di particolare entità” o la “situazione particolare”, sono le frasi che accomunano l’opinione pubblica riguardo la carica emotiva correlata al Covid. Tutto ricade sul Covid, quasi a giustificare un’azione, un pensiero collettivo e personale che non si avvia dalla sola ed esclusiva volontà della persona: dipende dal Covid. Il Covid è diventato il capro espiatorio della vita quotidiana.
Bene, dobbiamo fermarci a riflettere che non è così, altrimenti sarebbe superficiale, semplicistico attribuire “tutto” alla pandemia. Non tutto dipende da questo. L’8 marzo sarà la festa della Donna. Donna con la D maiuscola, festa con f minuscola. Non è solo una data, a parte l’evento storico, ancor più si ricollega al 25 Novembre data in cui si ricorda la Non violenza sulle Donne, il femminicidio etc… comune denominatore, la Donna, le Donne. Festa è sempre se si tratta di rispetto.
È normale che, periodi così lunghi di isolamento, per chi non è abituato a stare a casa a vivere il confronto con la sua vera realtà, anzi sovente rifuggita con la scusa del lavoro, degli impegni per allontanarsi, crei notevoli difficoltà di comunicazione con il partner; adesso che non si può più fuggire dalla noia perché costretti a casa diventa un inferno. Vivere quotidianità domestica per le persone che hanno un buon equilibrio rientra nella “normalità”, ma il problema riguarda situazioni di sofferenza che si accentuano e si riversano sulle donne.
La violenza contro le donne, di qualsiasi natura essa sia, violenza fisica o psichica innescata da urla, rimproveri, biasimi e umiliazioni, non è giustificata. Soffermarsi sul “non ne posso più” quasi ad assecondare un comportamento criminoso, non consente di ripulire la definizione di violenza verso un essere umano. Come se la distorsione, dovuta alle incomprensioni, scaturisse esclusivamente dall’atteggiamento di “una donna impossibile da trattare e sopportare”, quindi “devo eliminare” la fonte di questo disturbo, del disagio che mi arreca”.
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