La nave Sea Wacth 4 lascia Palermo dopo sei mesi, grazie al Tar - QdS

La nave Sea Wacth 4 lascia Palermo dopo sei mesi, grazie al Tar

La nave Sea Wacth 4 lascia Palermo dopo sei mesi, grazie al Tar

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venerdì 05 Marzo 2021

Alla partenza della nave era presente il sindaco Orlando che ha sottolineato come Palermo si sia affermata "città dell'accoglienza e dei diritti grazie all'impegno profuso nei confronti dei migranti".

Dopo sei mesi di fermo amministrativo al porto di Palermo la Sea Watch 4, la nave della ong tedesca impegnata nel salvataggio dei migranti nel Mediterraneo, ha lasciato la banchina diretta al porto di Burriana in Spagna. Tra due settimane una delle due imbarcazioni impegnate in operazioni umanitarie tornerà nel Mediterraneo.

Il rilascio è stato possibile grazie al ricorso presentato dagli avvocati della Ong al Tar di Palermo. Alle navi era stato contestato di trasportare a bordo troppe persone. Fra il 26 e il 28 febbraio, nella sua prima missione dopo sette mesi di blocco forzato, Sea Watch 3 ha soccorso 363 persone e stabilizzato un’imbarcazione in pericolo con 90 naufraghi.

“I giudici amministrativi – spiegato la portavoce
di Sea Watch Giorgia Linardi
– hanno sospeso il provvedimento che bloccava
la nave accogliendo la nostra richiesta. In attesa che la Corte di Giustizia
Europea si pronunci sul caso, entrambe le nostre navi potranno svolgere la loro
attività nel Mediterraneo Centrale”.

“La Sea Watch 4 è arrivata al porto di Palermo a
settembre, siamo stati bloccati per 6 mesi dopo i quali è arrivata la decisione
del Tar di Palermo di sospendere le misure cautelari imposte dalla guardia
costiera italiana che tenevano ferma la nave per motivi di sicurezza. In realtà
questa sicurezza ad oggi non è garantita nemmeno dagli assetti istituzionali.
Infatti il Mediterraneo resta vuoto non c’è nessuno in mare che possa
soccorrere le persone che in migliaia continuano ad attraversarlo”.

“In queste ore a poche centinaia di chilometri ad Augusta si trova la Sea Watch 3 che è arrivata ormai da tre giorni con 363 persone soccorse in cinque operazioni di soccorso, abbiamo ancora 13 minori non accompagnati, una persona fortemente disabile e tutti positivi al Covid ancora lasciati nella nostra nave in banchina in queste condizioni di elevatissima vulnerabilità – aggiunge la portavoce Linardi .

“L’approccio dell’Unione Europea resta sicuramente quello di insistere sul sistema di esternalizzazione delle proprie responsabilità, quando invece i trattati dell’unione imporrebbero la condivisione delle responsabilità tra stati membri sull’immigrazione – prosegue la portavoce -. In questo l’Italia continua ad essere lasciata sola insieme ad altri paesi mediterranei, e davanti all’atteggiamento sordo dell’unione europea anche questa si chiude di fatto lasciando queste persone non assistite”.

Alla partenza della nave per la
Spagna in banchina era presente anche il sindaco Leoluca Orlando,
che ha sottolineato come Palermo si sia affermata “come città
dell’accoglienza e dei diritti dall’ elaborazione della Carta di Palermo e
grazie all’impegno profuso nei confronti dei tanti migranti che giungono al
porto”.

“Dovremmo continuare ad essere un punto di riferimento – ha aggiunto Orlando – per una cultura dei diritti di tutti e di ciascuno e soprattutto per salvare vite umane in un genocidio del Mediterraneo che continua con troppa indifferenza. La mia presenza è una forma di conferma di una condivisione di visione, di impegno che viene anche espressa dalla bandiera di Palermo che sta su questa nave, come su altre navi.

Il sindaco ha poi osservato che “ci vorrebbe una
diversa politica dell’Unione europea nel tema dei migranti, bisognerebbe
partire dalla convinzione che i migranti sono esseri umani. Mi vengono i
brividi a pensare che c’è bisogno di dire che i migranti sono esseri umani che
fuggono da un planet change che noi spesso abbiamo provocato, che fuggono da
guerre locali che noi spesso abbiamo finanziati, che fuggono da una condizione
di insicurezza che noi spesso abbiamo prodotto. Ecco la ragione per la quale
credo che la presenza dei migranti interroga noi europei, rispetto ai nostri
diritti umani”.

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