Le ipotesi più probabili sono la Newscorp di Murdoch e il Gruppo Espresso
MILANO – La cessione del segmento Media da parte di Telecom Italia è notizia vecchia, in quanto fu deliberata dal Consiglio di amministrazione della stessa all’inizio dello scorso maggio 2012.
Nei primi sei mesi del 2012, Telecom Italia Media ha avuto ricavi per 119,4 milioni di euro, 1,2 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente. La società continua comunque a essere in perdita con un risultato netto pari a -35 milioni di euro e con un indebitamento finanziario netto pari a 201 milioni di euro. La raccolta pubblicitaria di La7 è comunque aumentata del 13,6 per cento e sono aumentati anche gli ascolti, cosa che dimostra che l’emittente ha in prospettiva buone potenzialità di crescita. La media di ascolto giornaliera di La7 è intorno al 3,5 per cento di share. Si tratta, dunque, di una società che di certo ha bisogno di una profonda ristrutturazione, ma che ancora può dire la propria sul mercato televisivo.
In questi giorni, però, la questione della cessione si è surriscaldata parecchio, vuoi perché la scadenza del 24 settembre per presentare le offerte si avvicina, vuoi perché Enrico Mentana ha richiamato l’attenzione dei giornali quando poche sere fa durante il suo telegiornale ha dichiarato che un’eventuale acquisizione del Gruppo Mediaset lo costringerebbe a preparare le valigie.
Fatto sta che la vicenda non è di poco conto, in quanto in gioco ci sono gli equilibri futuri della tv in chiaro. Sono due le ipotesi più papabili che si profilano all’orizzonte: da un parte la Newscorp del magnate australiano Rupert Murdoch, il quale è sempre più interessato al pacchetto digitale terrestre, dopo i buoni risultati ottenuti dal canale Cielo; dall’altra il Gruppo Espresso con Carlo De Benedetti che, stando alle dichiarazioni di alcuni interessati, sarebbe ancora in corsa nonostante le smentite di qualche mese addietro.
Ieri a tal proposito è intervenuto il presidente esecutivo di Telecom, Franco Bernabé, che ha fatto chiarezza sulle offerte pervenuta all’emittente del cosiddetto “terzo polo televisivo”.
“Non si vende a qualsiasi prezzo – ha dichiarato Bernabé -. Quando si vende c’è il prezzo che ha un ruolo determinante ma c’è anche il progetto industriale. Un progetto che smantellerebbe tutto, smantellerebbe anche il valore della società”. Bernabé ha anche confermato che delle 15 manifestazioni di interesse arrivate non tutte sono state selezionate per ricevere l’information memorandum. Tra quest’ultime vi è proprio Mediaset: non sarebbe stato ritenuto opportuno, si apprende da fonti vicine all’operazione, dare accesso alla documentazione a un diretto concorrente che non avrebbe poi potuto presentare una vera e propria offerta per i problemi Antitrust che ne sarebbero derivati.
Il Gruppo del Biscione fuori dai giochi, dunque? A quanto pare sì, ma bisogna precisare che, nonostante il divieto d’accesso al documento informativo, nulla impedisce a Mediaset di formulare ugualmente un’offerta.
Difficile, però, che venga accettata. Almeno a sentire, ancora, Mentana che nella giornata di ieri ha dichiarato: “News Corp di Murdoch per La7? Non ci sono controindicazioni. Perché stiamo parlando di gente che sa come si fa la televisione, che ha robuste dotazioni di diritti in library che potrebbe sinergizzare molto bene”.
A proposito del Gruppo editoriale L’Espresso, l’ex direttore del Tg 5 ha dichiarato: “Preferisco in generale avere un editore che non riverbera, neanche involontariamente, le sue tendenze politiche sul prodotto. Anche se molti parlano del partito di Repubblica l’interesse prevalente industriale di De Benedetti è l’editoria”.
Antonio Leo
Twitter: @ToniBandini