“L’Ispettorato del Lavoro è in prima linea nella lotta al lavoro sommerso e irregolare e nel controllo delle condizioni di sicurezza sul lavoro. L’ente controlla, verifica e giudica eventuali violazioni in materia lavorativa, allo scopo di favorire il rapporto, tra datore di lavoro e il dipendente. I poteri dell’Ispettorato del Lavoro di Messina sono numerosi, ma possono essere identificati in due aree. L’ambito penale, ovvero processuale e penalistico, seguendo le norme del codice di rito relativo, qualora ravvisi gli estremi di reato, e in tal caso prenderà la veste di ufficiale di polizia giudiziaria; l’ambito amministrativo, ossia l’attività svolta seguendo le norme relative alla legge n 689/1981, nonché le altre normative specifiche. Nel primo semestre dell’anno 2010 erano state erogate sanzioni per 3.874.729,68 euro e riscosso 425.243,40 euro”.
“Ne abbiamo elevato, nell’anno 2011, circa un paio di milioni. Non siamo venuti meno, quindi, nel confronto con l’anno precedente”.
“Sì. Il lavoro è divenuto e diventa sempre più complicato. La gente ci accetta sempre meno. Nella collaborazione con l’Arma dei Carabinieri e con la Guardia di Finanza, ho chiesto, infatti, che non ci fosse, in questa direzione, una pubblicizzazione per così dire dura, ma al contrario il messaggio deve essere morbido".
“Nel campo del controllo, abbiamo due tipi di sistemi. Uno è quello della segnalazione, l’altro è quello dell’iniziativa. Nella segnalazione intervengono controlli e approfondimenti prima del nostro intervento ispettivo. In questo senso devo dire che Messina è una città per così dire ‘scrivana’. L’ispettorato, comunque, non ha solo questo compito. Ci sono poi, ad esempio, le richieste della magistratura che, spesso, ci dà inchieste da fare sugli infortuni. Quest’ultima parte, infatti, è tutta penale. E questo tipo di lavoro richiede molta attenzione anche nelle successive relazioni”.
“Non abbiamo un rapporto di valutazione tra aziende in diminuzione o in aumento. Il nostro è un controllo su tutte quelle presenti”.
“Sì. Abbiamo percepito delle modifiche nel modo di agire delle aziende: la disponibilità economica si è molto ridotta ed affrontare, oggi, una sanzione è divenuta più difficile, più pesante rispetto al passato”.
“No. Non è previsto un aiuto: se si viola la legge si deve pagarne le conseguenze”.
“Il lavoro nero non varia molto da una stagione all’altra. Con questa crisi, forse, c’è stato un aumento, un incremento”.
“Il lavoro, nella città di Messina, si è ridotto sia a livello pubblico che a livello privato. E noi abbiamo non poche difficoltà: non avendo sufficiente fondi siamo limitati negli spostamenti in tutti i 108 comuni della provincia, su cui bisognerebbe essere presenti almeno una volta. Non è, però, possibile restare sempre negli stessi luoghi: si rischia la percezione, da parte delle aziende, dell’essere come perseguitati. Le istituzioni devono essere a tutela del cittadino, non il ‘nemico’”.
“Sono maggiormente attenzionati i cantieri edili e questo perché sono quelli più a rischio per quanto riguarda la sicurezza. Forse per questo, nell’edilizia il lavoro nero è un po’ più contenuto. Tra l’altro, ricordo che le violazioni in materia di sicurezza sono tutte penali. Cosicché la gran parte degli incassi reali che produciamo sono proprio quelli delle contravvenzioni che vengono pagate per non andare al processo”.
“L’incremento degli ispettori rappresenterebbe sicuramente un grosso passo avanti nella battaglia contro il lavoro sommerso ed irregolare ed anche nella lotta per assicurare condizioni di sicurezza a tutti i lavoratori”.