Agroalimentare, “imprese abbandonate a se stesse” - QdS

Agroalimentare, “imprese abbandonate a se stesse”

Agroalimentare, “imprese abbandonate a se stesse”

venerdì 26 Marzo 2021

L’allarme della Cna che chiede alla Regione di destinare le “giuste somme” nella Finanziaria in corso di approvazione. Francesco Cicala: "La situazione è diventata insostenibile"

PALERMO – Un anno è passato dall’inizio dell’emergenza sanitaria, la fine non è ancora prevedibile, e le imprese continuano ad arrancare, sempre più gravate da una crisi economica di cui non si vede la fine. E la Regione non sembra aver compreso la gravità della situazione: “Si accelerino i tempi per l’approvazione della finanziaria regionale, e la Regione si preoccupi soprattutto di destinare le giuste somme alle imprese fortemente danneggiate dalle restrizioni”. Lo chiede, facendo in particolare riferimento a tutto il comparto agroalimentare, la Cna Trapani, che già un mese fa circa, insieme agli altri organi territoriali della stessa organizzazione siciliana, aveva illustrato agli amministratori locali il documento “Piattaforma filiera agroalimentare, Sicilia next 2021”, una proposta operativa di sostegno e rilancio dell’intero comparto agroalimentare redatta minuziosamente dalla stessa Cna siciliana, che a sua volta lo aveva presentato al governo regionale.

Ad un mese dall’incontro di Cna Sicilia con il presidente della Regione Nello Musumeci – dichiara Francesco Cicala, segretario provinciale Cna Trapani – i tantissimi imprenditori siciliani del comparto agroalimentare, da quelli che producono materie prime ai ristoratori, sono ancora abbandonati a loro stessi. Abbiamo trovato il favore e il sostegno degli amministratori locali, ma, nonostante ciò, la Regione sembra non capire la situazione disperata dell’imprenditoria siciliana”. Alla redazione del documento “Piattaforma filiera agroalimentare, Sicilia next 2021”, che individua in maniera precisa una serie di interventi a carattere regionale e provinciale per favorire la protezione e la ricostruzione dell’economia dell’agroalimentare in Sicilia, hanno infatti contribuito anche alcuni sindaci siciliani.

E molti amministratori locali, su invito di Cna, hanno anche prodotto diversi atti deliberativi per sollecitare gli interventi della Regione. Ma, di fatto, spiega Cicala, “ad oggi nessuna delle nostre proposte è stata effettivamente presa in considerazione dagli amministratori regionali, e la situazione è diventata insostenibile: molte imprese siciliane non riapriranno più”.

La crisi è evidente: da una analisi dello Studio Temporary Manager spa, società specializzata in servizi di temporary management al fianco delle aziende in difficoltà, ha evidenziato come il 43% delle aziende siciliane siano a rischio, un numero parecchio alto se si pensa che la media italiana è del 36%. Anche i dati sul Pil dicono molto: nel 2019 il tasso di crescita era pari a zero, mentre per il 2020 il calo è stato del 6,9%, minore della media nazionale ma comunque molto preoccupante, soprattutto considerando che per il 2021 è previsto un lieve recupero del Pil del 0,7%, troppo risicato per considerarlo un vero miglioramento.

Per superare il problema, l’unica strada è la discontinuità con il passato, guardando indietro con il giusto senso critico, in modo da non rifare i medesimi errori nel futuro; allo stesso tempo, bisogna avere il coraggio di innovare, trovare una nuova strada, cercare dei percorsi alternativi.

Senza l’aiuto delle istituzioni, ciò non sarà possibile. “Ancora una volta – conclude Cicala – ci facciamo portavoce del grido di aiuto degli imprenditori tutti del nostro territorio. Invece di scaricare tutte le responsabilità sul governo nazionale, la Regione faccia la sua parte: si attivi per recepire ed individuare le risorse da destinare alla categorie produttive maggiormente danneggiate, e consideri questi ristori una necessaria priorità nella manovra finanziaria”.

Allo stesso modo si registra in Sicilia la levata di scudi di Ancot, l’associazione nazionale consulenti tributari e di Aepi, l’associazione europea dei professionisti e delle imprese, che evidenzia come le risorse stanziate nel decreto sostegni non garantiscano pieno appoggio alle imprese: “Gli aiuti alle imprese e professionisti – precisa il segretario provinciale di Palermo dell’Ancot, Antonio Cirabisi – non sono stati sufficienti. è necessario ancora un intervento che aiuti le partite iva a sopravvivere in questa situazione di asfissia finanziaria”.

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