Evola, "A Palermo una donna per il dopo Orlando? Perchè no... ?" - QdS

Evola, “A Palermo una donna per il dopo Orlando? Perchè no… ?”

Luigi Ansaloni

Evola, “A Palermo una donna per il dopo Orlando? Perchè no… ?”

lunedì 31 Maggio 2021

La Evola: "Indubbiamente a Palermo ci sono tanti problemi che devo essere affrontati e risolvere, ma negli ultimi anni abbiamo cercato di dare un impulso a temi che prima erano accantonati"

Ospite a QdS Pausa Caffè la consigliera comunale Barbara Evola, di Sinistra Comune: “Palermo è pronta ad un sindaco donna? Perchè no? Basta che ci sia un nome giusto e non vedo difficoltà, anzi sarebbe una cosa straordinaria”.

La Evola ha poi parlato della città, del particolare momento storico: “Indubbiamente a Palermo ci sono tanti problemi che devo essere affrontati e risolvere, ma negli ultimi anni abbiamo cercato di dare impulso a molti temi che prima non c’erano, come la mobilità. Chiaro che non basta, ci sono tante altre questioni che devono essere risolte e capisco che questo non sia facile. Palermo, come altri comuni, soffre di un sistema normativo che non aiuta nel rilancio dei servizi. Mancano quote da poter investire nei servizi, anche quelli essenziali”.

Per quanto riguarda il bilancio del Comune, la Evola parla di “situazione di Palermo è molto complessa, ma si è sempre riusciti ad evitare il tracollo, a rimanere in carreggiata. Se l’unico ruolo dei Comuni deve essere quello di riscuotere le tasse credo che questo ruolo non sia quello che serva ai cittadini. Il pareggio di bilancio è una follia. L’Europa lo abolisce per gli Stati e l’Italia lo mantiene per i comuni. Abbiamo una carenza cronica di personale, soprattutto nelle partecipate, non c’è la possibilità di fare concorsi, tutto questo impedisce il rilancio di una città, soprattutto se parliamo di Palermo”.

La Tari (tasse dei rifiuti) nella bolletta elettrica? “Trova consenso in altri comuni – dice la Evola -. Se non dovesse essere questo lo strumento bisogna trovarne un altro, perchè sono costi che gravano su chi paga. Ci vogliono riduzioni per comportamenti virtuosi, riparare le fasce più deboli.  Già prima della pandemia è stato fatto uno studio, con dei dati allarmanti, perché l’evasione riguarda soprattutto i grandi esercenti. Spiace dirlo ma è un problema culturale”.

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