Secondo il presidente del Coni la credibilità dello sport italiano, "multietnico e integrato", salito sul podio quaranta volte, è ai massimi livelli. Gli azzurri da Mattarella. Ius soli sportivo
“La credibilità dello sport italiano è ai massimi livelli: si sono creati i presupposti ideali per ospitare grandi eventi in Italia”.
Lo ha detto senza mezzi termini il presidente del Coni, Giovanni Malagò, tracciando un bilancio delle Olimpiadi di Tokyo 2020 in Casa Italia, struttura “per la quale abbiamo ricevuto complimenti da tutti”.
“Io ero convinto che saremmo arrivati a 39 medaglie: le mie previsioni sono state migliorate con un record storico”, ha detto ancora Malagò.
L’Italia ha chiuso infatti con quaranta medaglie: dieci ori, dieci argenti e venti bronzi conquistati da una nazione “multietnica e super integrata”.
“Su 205 Paesi presenti – ha aggiunto Malagò – sono andati a medaglia 93, il 47%, a Rio 87”, ha spiegato il presidente del Coni sottolineando che l’età media degli ori azzurri è di 26,33 anni, quella dei medagliati (in totale 66 per 73 podi) di 26,84.
“Nel nostro Paese sono andate a medaglie 16 regioni, contro le 15 della passata edizione, con in testa Lombardia e Veneto che stanno entrando in clima olimpico, per i Giochi invernali del 2026 di Milano-Cortina”.
“Le Olimpiadi sono salve grazie a questi Giochi”.
Poi Malagò ha annunciato che la squadra olimpica azzurra di Tokyo 2020 sarà ricevuta al Quirinale del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il 23 settembre prossimo per la cerimonia della riconsegna del tricolore.
“Abbiamo reso felice un Paese”, ha detto ancora il presidente del Coni Malagò. “La responsabilità era grande, ma indubbiamente – ha proseguito – questa squadra che gestisce il Comitato olimpico è molto competente, una cosa molto rara nel nostro mondo. Lo abbiamo fatto per il Coni, che deve essere più centrale nella vita istituzionale del Paese”.
“Parigi 2024 è tra meno di tre anni: bisogna prepararsi, giocare d’anticipo. Non è impossibile ripetere questo risultato, però dobbiamo occuparci di sport, solo di sport. Non possiamo più disperdere energie come abbiamo fatto in quest’ultimo anno e mezzo”.
“La nostra proposta è di anticipare l’iter burocratico per lo ius soli sportivo, che ad oggi è infernale, un girone dantesco”, così Giovanni Malagò.
“È vero – ha aggiunto – che a 18 anni puoi fare quel che vuoi, ma – ha proseguito – se aspetti il momento per fare la pratica hai perso una persona. A volte ci sono tre anni di gestazione e nel frattempo, se l’atleta non ha potuto vestire la maglia azzurra, o smette, o va nel suo paese di origine, oppure peggio arriva qualcun altro che studia la pratica e in un minuto gli dà cittadinanza e soldi”.