Le limitazioni imposte per l’aumento dei contagi (e il numero di vaccinati troppo distante dagli obiettivi) rischiano di dare il colpo di grazia ad attività già provate
RAGUSA – La Sicilia sta pagando un prezzo altissimo per le riaperture estive. Dopo la boccata d’ossigeno per l’economia, infatti, questa improvvisa sterzata sta già suscitando non pochi malcontenti. Tutta l’Isola è gialla mentre alcuni Comuni sono già in arancione visto che, più di altri, pesano giornalmente nel conteggio dei contagi.
È il caso di Comiso e Vittoria, in provincia di Ragusa, che da settimane vedono costantemente alzarsi il numero dei contagi e, purtroppo, anche quello dei decessi. I provvedimenti emessi sono andati a incidere nuovamente sulla vita dei cittadini, ma ci sono categorie che più di altre hanno pagato, e continuano a pagare, le conseguenze di tutto ciò. Tra questi vi sono senza dubbio i ristoratori. “Non possono essere sempre e solo i soliti – ha sottolineato il sindaco di Comiso, Mariarita Schembari in merito alle relative attività – a pagare per quanto sta accadendo. Assieme agli assessori Alfano e Di Trapani abbiamo raccolto le condivisibili rimostranze dei nostri concittadini che si occupano del settore ristorazione, ma è chiaro che lo stesso discorso vale per le altre categorie colpite dalle restrizioni della zona arancione”.
“Abbiamo condiviso – ha aggiunto – il fatto che l’ordinanza della Regione fosse un passo obbligato, alla luce dei dati incrociati che vedono l’altissima e progressiva incidenza di positivi, ricoverati e morti da una parte, e bassa percentuale di vaccinati dall’altra, secondo quanto stilato dagli uffici preposti dell’Asp di Ragusa. Ma il punto sul quale non ci troviamo assolutamente d’accordo è quello relativo alla inattualità delle prescrizioni, che sono rimaste ferme a quelle antecedenti alla campagna vaccinale, ormai aperta a tutte le fasce di età, dai dodici anni in su. Concordiamo sul fatto che non possono essere sempre e solo i soliti a pagare lo scotto di quanto sta avvenendo e quindi chiediamo al Governo regionale di farsi autorevolmente e con forza portavoce nei confronti del Governo nazionale di queste istanze”.
L’amministrazione di Comiso chiede “l’apertura di tutte le attività commerciali e artigianali, nessuna esclusa, limitazioni solo per chi non ha il green pass e imposizione dell’obbligo vaccinale a tutti coloro che, per età e condizioni di salute, rientrano tra i soggetti vaccinabili”.
Anche Confimprese vede nella zona arancione solo una penalizzazione per le attività di ristorazione “costrette a chiudere al pubblico e a garantire solo il servizio d’asporto”. Confimprese iblea con il presidente provinciale, Pippo Occhipinti, chiede al sindaco di Comiso e alla commissione prefettizia di Vittoria una interlocuzione ‘urgente’ con il ministero della Salute e con il governo nazionale. “Ci penalizzano per negligenze altrui – ha aggiunto – ma i ristoranti che rispettano le regole hanno il diritto di lavorare”.