Da Letta e come extrema ratio. Il ministro Speranza, valuteremo ma per ora un'altra strategia. Intanto, è conto alla rovescia per l'obbligo del certificato verde che scatterà da venerdì prossimo
Dopo le violenze messe in atto a Roma e in altre città dai gruppi “no green pass” guidati dai neofascisti di Forza nuova – dodici di loro sono stati arrestati, tra cui il leader Roberto Fiore, e seicento identificati -, si è acceso il dibattito sulla possibilità di rendere obbligatoria la vaccinazione anti-Covid.
Una eventualità, questa, evocata dal segretario del Pd Enrico Letta ma sulla quale il governo frena: il ministro della Salute Roberto Speranza chiarisce, infatti, che si tratta di una strada che resta sempre possibile ma per ora si è scelta una strategia differente.
Visto l’andamento della campagna di vaccinazione e le proiezioni dei numeri nelle prossime settimane, sottolineano fonti di governo, non ci sarebbero le condizioni per un intervento così “forte”.
A indicare la necessità dell’obbligo di immunizzazione è stato ieri proprio Letta.
L’obbligo come extrema ratio
“Se non sarà possibile gestire con buon senso l’obbligo di green pass – ha detto – , e la tensione che si è creata lascia intendere che questo buon senso non è sufficiente, allora forse bisognerà giungere all’extrema ratio dell’obbligo vaccinale”.
“Ho sempre pensato – ha aggiunto – che si dovesse fare tutto il possibile per evitare di arrivare lì in fondo però effettivamente l’extrema ratio c’è”.
Su quest’ultimo punto, da parte sua, Speranza ha ricordato come l’immunizzazione sia già obbligatoria per medici, infermieri e operatori delle Rsa.
Contagi tra i più bassi in Europa
Ma “i numeri dell’epidemia in questo momento in Italia – ha rilevato – sono tra i più bassi in Ue e c’è una capacità del Paese di tenere la curva sotto controllo. Quindi le scelte che abbiamo compiuto hanno portato dei risultati e l’obbligatorietà del vaccino è tra le possibilità ma in questo momento il governo ha scelto un’altra strategia. Tuttavia abbiamo un margine per valutare e vedere”.
Intanto, è conto alla rovescia per l’obbligo di Green pass che scatterà da venerdì prossimo, 15 ottobre.
Green pass “strumento di libertà”
Uno strumento che per il momento non subirà modifiche ma che poi si potrà eventualmente cambiare, afferma Speranza, dicendosi anche certo del fatto che la maggioranza delle persone abbia colto che la carta verde è in realtà “uno strumento di libertà”.
In attesa dunque di venerdì, procede sul territorio nazionale la somministrazione delle terze dosi di richiamo di vaccino anti-covid.
Dopo trapiantati, over-80, residenti nelle Rsa e sanitari, i richiami si estenderanno ora anche ai soggetti iperfragili e a tutti gli over 60. Ma Speranza non esclude che successivamente si possa procedere con le terze dosi anche per gli under 60.
Trecentomila terze dosi somministrate
La terza dose, ha spiegato, “è un pezzo importante della strategia che abbiamo messo in campo: si parte subito, già abbiamo quasi trecentomila terze dosi somministrate”.
“Le categorie indicate – ha detto – sono molte e alcuni non hanno ancora maturato i sei mesi dal ciclo primario, quindi non saranno tutti vaccinati subito. Verificheremo ancora i dati in arrivo per capire se dobbiamo andare sotto i 60 anni per le terze dosi, io penso che questo sia possibile ma vedremo”.
Quanto alla situazione epidemiologica nel Paese, come ha evidenziato il presidente del Consiglio superiore di Sanità e coordinatore del Cts Franco Locatelli, “non solo questa è favorevole ma continua a migliorare e la riapertura delle attività lavorative, così come delle scuole al momento non ha impattato negativamente”.
Speranza, fare un passo alla volta
Anche il ministro della Salute ha sottolineato la necessità di “fare un passo alla volta consapevoli che non ne siamo fuori e dobbiamo continuare a studiare le varianti”.
“Stiamo andando nella direzione giusta ma – ha avvertito – dobbiamo tenere i piedi per terra”.
La conferma è nei numeri del bollettino quotidiano del Ministero della Salute.
Sono 2.278 i positivi ai test Covid individuati ieri, contro i 2.748 del giorno precedente. Sono invece 27 le vittime in un giorno, in calo rispetto alle 46 di ieri.
In calo terapie intensive e ricoveri: 364 i pazienti in intensiva, 3 in meno rispetto a ieri e i ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 2.651, rispetto a ieri 41 in meno.
Stabile il tasso di positività, pari a 0,8%.