La Regione siciliana con L.r. 14/1998 “Norme in materia di Protezione civile”, ha recepito la L.n. 225/92, che istituiva il Servizio nazionale della Protezione civile, nonché le funzioni attribuite in materia alle Regioni, Province e Comuni, dall’art. 108 del D.lgs 112/1998. Per prevedere, prevenire e fronteggiare l’emergenza, la legislazione vigente assegna competenze ai diversi soggetti istituzionali del sistema, a seconda della categoria di evento in base all’art. 2 della 225, e impone loro di dotarsi di un Piano di Protezione civile.
Tra i Comuni capoluogo, spicca in negativo Agrigento, l’unico a non averlo, anche se dicono sia in fase di approvazione. Il più virtuoso, quello di Messina, che si trova in una fase più avanzata, anche per quanto riguarda l’informazione alla cittadinanza, perché coordinato dal Commissario prefettizio e dal Dipartimento regionale in seguito all’ordinanza n. 3603, “Emergenza città di Messina”, della presidenza del Consiglio dei ministri .
Sulla base delle informazioni fornite dagli altri responsabili degli uffici provinciali, che dovrebbero fungere da collettore dei Comuni, ad essere dotati di Piano – redatto col metodo “Augustus”, dal nome dell’imperatore romano che duemila anni fa affermava come “il valore della pianificazione diminuisce con la complessità dello stato delle cose”, che deve avere le caratteristiche di semplicità e flessibilità – sono: 10 in provincia di Siracusa; 3 in provincia di Caltanissetta; 8 in quella di Agrigento; 14 nel palermitano; 9 nell’ennese; 15 in provincia di Messina e 2 in quella di Trapani. In netto contrasto con i dati del Dipartimento regionale.
Diversa la situazione per quanto concerne le Province. La Legge regionale n. 14 del 31 agosto 1998 dispone soltanto che queste istituiscano gli uffici di Protezione civile, per far fronte alle competenze assegnate dal D.lgs. 112/98 per “la predisposizione dei Piani provinciali di emergenza sulla base degli indirizzi regionali”.
“Il problema – evidenzia Carlo Bertolino, coordinatore dell’ufficio di Protezione civile della Provincia di Trapani – è che mancano del tutto gli indirizzi regionali cui fa riferimento il Decreto legislativo”.
Tutte le Province e il 90% dei Comuni hanno però adottato un Piano relativo al rischio incendi d’interfaccia, quelli che possono coinvolgere la popolazione, in base all’Opcm 3606/2007, e stanno elaborando quello per il rischio idrogeologico come da stessa ordinanza.