Abbasso il petrolio viva la Jatropha - QdS

Abbasso il petrolio viva la Jatropha

Abbasso il petrolio viva la Jatropha

venerdì 24 Aprile 2009

Sì a geotermico, biocarburanti e fotovoltaico

Enel Green Power inaugura due impianti in Nevada, che produrranno energia elettrica per 40 mila famiglie americane. A Reno, Francesco Starace, presidente della controllata Enel, vicino al governatore di quello Stato, Jim Gibbons, ha citato Barack Obama. Un traguardo importante l’inaugurazione nella contea di Churchill di due impianti geotermici, a Stillwater e Salt Wells. Enel possiede dunque la tecnologia per produrre energia dal geotermico, quella di cui vi abbiamo testè fatto cenno, e l’altra tecnologia importantissima della produzione di energia atomica nell’impianto in costruzione a Mochovce, in Slovacchia. C’è da augurarsi che proceda con rapidità in Italia a rinnovare tutti gli impianti delle centrali elettriche, in modo tale da diminuire fortemente la dipendenza dal petrolio e fare finalmente uno sberleffo ai produttori.

Naturalmente, l’Assopetroli non è dello stesso parere. Però gli imprenditori che ne fanno parte potrebbero fin da ora convertire i loro impianti utilizzando materia diversa dal fossile. Per i mezzi di trasporto su gomma, vi sono le tecnologie per i biocarburanti, cioè quelli che provengono dai prodotti della terra, più volte elencati su questo foglio. Per l’energia elettrica, la tecnologia geotermica può essere diffusa soprattutto in località ove vi è abbondanza di acqua a temperatura sopra i 100° C, ma anche sfruttando il calore dei vulcani attivi, per esempio Etna e Stromboli. Tornando al geotermico, vogliamo ricordare che, per la prima volta al mondo, il principe Piero Ginori Conti, a Larderello, in Toscana, nel 1904, utilizzò un soffione per alimentare una motrice a vapore, collegata a un generatore elettrico, che accese cinque lampadine. Un’importante origine, che dovrebbe indurre il Governo a dare una svolta nella produzione di energia e di carburante biologico, cambiando la norma che vieta la miscela al derivato del petrolio al di là della soglia del tetto del 3% fissato dal comma 139 dell’art. 2 della Finanziaria 2008 (L. 244/07). Un divieto dissennato.

 Anche laddove l’acqua non è sufficientemente calda per muovere i generatori, l’Enel ha utilizzato una tecnologia innovativa, consistente nel mettere a contatto l’acqua con un fluido che, scaldato e portato ad altissime pressioni, attiva le turbine. Poi l’acqua ritorna nel pozzo da dove è stata estratta, senza emissioni di gas serra.
È assurdo che la nostra principale industria di energia vada a investire all’estero in un settore avanzato della green economy e non faccia lo stesso in Italia. Per la verità, dobbiamo attribuire la responsabilità al Governo e, in particolare, al ministero dell’Ambiente, che non liberalizza il settore e consente non solo alla società controllata dallo Stato, ma a tutti i privati, di investire nelle fonti di energia rinnovabile.

Abbasso il petrolio, dunque e viva la Jatropha Curcas, una pianta utilizzata per produrre biocarburante in un nuovo impianto del gruppo Ecoil, che sta investendo 33 mln di euro a Priolo. La pianta trova un ambiente particolarmente favorevole in Sicilia per il clima, cioè per i raggi solari, la composizione del terreno e i venti.
Bisogna salutare con particolare favore questa iniziativa, che auspichiamo si moltiplichi per soppiantare il nefasto petrolio.
Ci sarebbe da augurarsi che gli inquinatori del triangolo della morte (Melilli-Priolo-Augusta) si rendessero conto che i loro attuali impianti debbono essere rapidamente convertiti, abbandonando progressivamente l’infausto approdo delle petroliere nelle loro banchine, che tra l’altro scaricano (anche se non dovrebbero ) residui e, in qualche caso, anche per effetto di urti, il greggio micidiale.
In questi giorni, il G8 dell’ambiente a Siracusa sviluppa tematiche mondiali in previsione di quello effettivo (la Conferenza dell’Onu sul clima) che si terrà il 30 novembre a Copenaghen. Vorremmo che il ministro siracusano, Stefania Prestigiacomo, dicesse una parola ai suoi colleghi industriali (perché anche lei proviene da famiglia industriale) e cioè che in Sicilia l’inquinamento perverso deve cessare.

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