Va dato atto al ministro siracusano, Stefania Prestigiacomo, di essere riuscita nell’intento di portare gli altri sette ministri, più gli invitati, nella magnifica città aretusea, dove sicuramente potranno essere proposte le bellezze paesaggistiche, culturali ed archeologiche della città di Archimede.
La posta in gioco ridotta all’osso è la seguente: per diminuire l’inquinamento è necessario innovare i processi produttivi utilizzando nuove e cospicue risorse finanziarie; dall’altro lato, educare i cittadini in modo che comprendano come il ciclo dei consumi debba essere completato con l’utilizzazione dei rifiuti, che già in molte comunità sono diventati risorsa.
In questo quadro, assume un ruolo di primo piano la produzione di energia. La svolta di Obama verso le fonti rinnovabili potrà essere seguita in tutto il mondo, perché il cattivo comportamento ambientale di un qualunque paese, per esempio Cina ed India, comporta danni non solo per i paesi limitrofi ma per l’atmosfera dell’intero globo.
Per innovare i processi produttivi, ci vogliono i mezzi finanziari, con la conseguenza che i bilanci delle industrie si aggravano per le maggiori quote di ammortamento e per i maggiori consumi di prodotti anti-inquinanti da inserire negli stessi processi. Per questo motivo le industrie esercitano pressioni lobbistiche, in modo da evitare nuovi e maggiori oneri.
Ed è in questo punto che agisce la politica, perché deve bilanciare le necessità dell’ambiente e dei cittadini di riduzione dell’inquinamento e quella dei bilanci delle imprese.
C’è poi una questione di mentalità dietro cui si nasconde l’ingordigia e l’egoismo: voler guadagnare il massimo possibile a scapito della collettività. In altre parole, massimizzare l’interesse privato e farlo prevalere su quello generale.
Non sappiamo se il ministro Prestigiacomo porterà i suoi ospiti nel triangolo mortale dell’inquinamento (Priolo, Melilli, Augusta), né se dirà loro che il tasso di morte per tumori e quello di deformazione alla nascita è molte volte superiore al tasso nazionale. Né sappiamo se farà loro odorare i celestiali profumi che si respirano costantemente in quelle zone.
Il coordinatore regionale di Assopetroli, Luciano Parisi, in questi giorni ha protestato col governo Lombardo perché l’assessore all’Industria, Pippo Gianni, ha firmato il decreto col quale autorizza nuovi impianti di metano, escludendo la distribuzione di derivati dal petrolio. Ci vuole una bella faccia di bronzo per protestare contro l’atto dovuto dell’assessore. E ci vuole l’insensibilità propria dei petrolieri che di fronte all’ingiusto profitto (mentre è lecito quello giusto) non vorrebbero retrocedere neanche di un millimetro.
Non sappiamo quale sia la posizione del ministro dell’Ambiente italiano circa un depotenziamento del triangolo mortale dell’inquinamento, per sostituirlo con l’aumento di produzione di carburante vegetale.
Qui non si tratta di mandare a casa imprenditori che danno lavoro a migliaia di persone, ma di convincerli a convertire i loro impianti, investire in innovazione per la diminuzione dell’inquinamento e premere affinché tutte le centrali elettriche della Sicilia siano alimentate a gas piuttosto che dal fetido olio combustibile e dal pericolosissimo pet coke.
Sembra incredibile che la Prestigiacomo, donna bella e in gamba, non abbia ancora fatto passi ufficiali nei confronti di quei soggetti che in Sicilia inquinano, portano via profitti e utili e considerano questa terra una colonia cui ella stessa appartiene. Le diciamo quanto precede perché la conosciamo da decenni e le vogliamo bene. Ma questo non ci esime dal sottolineare l’esistente.
Il G8 di Siracusa è un’occasione importantissima non solo per fare il punto della situazione mondiale, ma per far risaltare le carenze isolane che debbono trovare a breve soluzioni adeguate.