Un progetto di ricerca viene sperimentato dal dipartimento di Ingegneria chimica dell’Università di Palermo. L’unità di acqua marina è capace di produrre 200 litri al giorno e alimentata con fonte pulita
PALERMO – Economico, di facile uso, ecosostenibile ed in grado di fornire acqua per usi civili utilizzando quella marina, senza dover ricorrere a fonti di energia esterne. È il dissalatore solare a membrana, uno strumento innovativo che presto potrà essere disponibile per fornire acqua laddove si patiscono gli effetti della crisi idrica.
Il dissalatore solare a membrana è in fase di sviluppo sulla base di un progetto di ricerca diretto da Valerio Brucato del dipartimento di Ingegneria Chimica dell’Università di Palermo in partnership con l’Università di Tunisi ed è finanziato dall’assessore regionale alla Presidenza, Giovanni Ilarda, nel quadro delle iniziative di cooperazione internazionale.
L’iniziativa comprende progettazione, costruzione e valutazione della funzionalità di un’unità di dissalazione di acqua marina, alimentata esclusivamente con energia solare e capace di produrre circa 200 litri di acqua dissalata al giorno, nella fase sperimentale.
Le prove verranno condotte in Tunisia e nelle isole minori siciliane. La distillazione a membrana si presta per l’utilizzo in insediamenti urbani ed extraurbani o industriali attraverso l’uso di unità di dissalazione di piccole o medie dimensioni che possono essere dislocate in aree isolate, non servite dalla rete elettrica o difficilmente rifornibili con combustibili convenzionali.
Nella realizzazione del prototipo, secondo precise indicazioni dell’assessore Ilarda, si dovrà privilegiare l’uso di componenti costruiti, distribuiti o assemblati da aziende siciliane, due delle quali, contattate dall’Università di Palermo, hanno già aderito al progetto. Il dissalatore solare rappresenterà un utile strumento per le piccole comunità o per quelle isolate e la sua produzione in scala industriale, dopo la sperimentazione, ne abbatterà i costi di acquisto e di esercizio.
L’apparecchiatura, modulare, trasportabile e autonoma, è particolarmente idonea alla gestione delle emergenze ed è, quindi, rivolta anche al mercato dei dispositivi di protezione civile.
“Ritengo – afferma Ilarda – che in un contesto congiunturale caratterizzato da una profonda crisi che investe anche i Paesi economicamente più evoluti, innovazione e ricerca siano fondamentali per la ripresa, per cui ho avviato e intendo avviare diverse intese fra la Regione e le Università della Sicilia, anche nel campo della cooperazione internazionale”.
Le opportunità offerte da questo progetto sono molteplici, dalla possibilità di produrre acqua dissalata in zone critiche, alle finalità di protezione civile, con l’impiego di energia pulita come quella solare.
“La produzione – conclude l’assessore – dovrà essere interamente mediterranea e, comunque, a guida industriale siciliana”.