L'ultima inchiesta conferma gli accordi tra il clan di Raffaele Bevilacqua a Barrafranca e quello dei Santapaola a Catania. Tre gli arrestati.
I carabinieri del Ros e dei Comandi provinciali di Enna e Catania hanno arrestato tra Barrafranca (Enna) e Catania tre persone accusate di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti ed altri reati connessi all’acquisto e cessione di droga nel comprensorio.
I viaggi dei “corrieri”
I militari hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip nei confronti di P. S., 64 anni, ritenuto dagli investigatori vicino alla famiglia mafiosa di Barrafranca, M. S., di 31 anni, entrambi residenti a Barrafranca, e di S.G., 30 anni, di Catania. Ai primi due vengono contestati almeno sedici viaggi a Catania per acquistare cocaina da maggio a ottobre 2019. La droga acquistata, nell’ordine di circa 100 grammi per volta, veniva poi ceduta a Barrafranca a molti assuntori.
La figura di Raffaele Bevilacqua e i legami con il clan dei Santapaola
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, scaturiscono dal compendio investigativo dell’operazione Ultra del luglio del 2020 che aveva fatto emergere come il comprensorio di Barrafranca costituiva un crocevia del traffico di stupefacenti ed un punto di riferimento per l’intera provincia di Enna grazie ai comprovati accordi tra gli esponenti della famiglia mafiosa di Barrafranca ed esponenti della criminalità mafiosa catanese.
Avevano anche permesso di documentare la ricostituzione della famiglia mafiosa di Barrafranca attorno alla carismatica figura dell’anziano capo mafia Raffaele Bevilacqua. P.S. era stato già arrestato nell’operazione ‘Ultra’ ma l’ordinanza nei suoi confronti era stata annullata dal tribunale del Riesame. Secondo quanto accertato P.S. sarebbe stato l’organizzatore di un sodalizio finalizzato allo spaccio di cocaina e si sarebbe approvvigionato da S.G., ritenuto esponente della famiglia Santapaola di Catania avvalendosi anche di M.S. Le indagini hanno fatto emergere anche l’esistenza di una cassa comune, gestita da M. S., per il prelievo dei soldi da versare al fornitore catanese a titolo di anticipo o saldo del prezzo della droga. (ANSA).