L'indagine bis sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone è stata archiviata. E con questa la posizione di Anna Corona
Archiviata l’indagine bis sulla scomparsa di Denise Pipitone, che vedeva indagata Anna Corona, la madre della sorellastra Jessica Pulizzi a sua volta già processata fino al terzo grado di giudizio e assolta. Mamma Piera Maggio si sfoga in un messaggio sui social. Ecco le motivazioni del gip.
Anna Corona: “Io massacrata in tv”
“Il massacro di Anna Corona da parte dei talk show invita a riflettere sul misfatto che è stato compiuto nei confronti di una cittadina con buona pace della presunzione di non colpevolezza, presidio della Costituzione della civiltà giuridica”. Lo dicono gli avvocati Gioacchino Sbacchi e Fabrizio Torre, legali della principale indagata nell’indagine riaperta lo scorso maggio dalla Procura di Marsala sul sequestro della piccola Denise Pipitone, scomparsa a Mazara del Vallo il primo settembre 2004.
Indagine bis che oggi, su richiesta della Procura, è stata archiviata dal gip di Marsala Sara Quittino. “Il sequestro di Denise – hanno aggiunto i due legali – è una tragedia per l’intera società”. L’archiviazione, comunque, non preclude ulteriori indagini sul sequestro di Denise Pipitone. Anna Corona, la cui posizione è stata archiviata, è l’ex moglie di Piero Pulizzi, padre naturale della piccola Denise, e madre di Jessica Pulizzi, processate e assolta in via definitiva dall’accusa di concorso nel sequestro.
Piera Maggio: “Non finirà mai”
“Chi ha rapito Denise” Pipitone “deve sapere che non finirà mai e che presto o tardi scopriremo la verità. Denise, da 17 anni, viene rapita ogni giorno…“. A sottolinearlo su Facebook è Piera Maggio, la mamma della piccola sparita nel nulla il primo settembre del 2004 da Mazara del Vallo, dopo la decisione del gip di Marsala di archiviare le nuove indagini sul caso, accogliendo la richiesta della Procura.
Il gip Sara Quittino: “Elementi insufficienti per andare a processo”
Ma per il gip Sara Quittino l’archiviazione “non significa ‘abbandonare’ ogni speranza o concreta possibilità di far luce sull’andamento dei fatti”. Lo scrive lo stesso gip di Marsala, aggiungendo: “Anzi. Come sottolineato dai pm all’udienza camerale è interesse della Procura e, aggiunge questo giudicante, è interesse della magistratura nel suo insieme perseguire la verità e continuare a indagare (o consentire lo svolgimento di ulteriori indagini) laddove, auspicabilmente, emergano ulteriori elementi suscettibili di approfondimento investigativo, per comprendere cosa sia accaduto Denise e perseguire penalmente i responsabili del suo sequestro. Ciò che potrà essere certamente fatto attraverso una riapertura delle indagini laddove si appalesi l’esigenza di nuove investigazioni”.
In ogni caso, continua il gip, “non solo dalle lunghe e incredibilmente vaste indagini non sono emersi elementi sufficienti a sostenere un’accusa in giudizio, ma a questo giudicante non è dato neppure immaginare come potrebbe essere formulato dal pubblico ministero, anche sommariamente, un capo di imputazione nei confronti della Corona”. Nella nuova inchiesta, tra gli indagati, c’era anche Anna Corona, ex moglie del padre naturale di Denise e madre di Jessica Pulizzi, sorellastra della bimba che oggi ha 21 anni e che è stata definitivamente assolta.
Per il gip di Marsala, “non appare possibile, allo stato, imputare all’indagata una condotta criminosa, né tanto meno una condotta sufficientemente precisa in ordine al reato e alle modalità di realizzazione della condotta: quale reato potrebbe essere addebitato alla Corona? Ove si optasse per il sequestro di persona quale condotta potrebbe essere contestata? Di mandante del rapimento? Di esecutrice materiale, nel senso che avrebbe fisicamente prelevato Denise dall’abitazione di via La Bruna? O l’avrebbe trattenuta in stato di privazione della libertà in un momento successivo al rapimento, intervenendo a supporto di altri soggetti che avrebbero inizialmente prelevato Denise senza che la Corona ne fosse a conoscenza? Ogni ipotesi accusatoria a carico di Anna Corona – spiega il gip – appare, al momento, assolutamente insuscettibile di essere vagliata in giudizio e, ancor meno, di condurre a una affermazione di responsabilità. E una (allo stato, si ritiene, certa) assoluzione comporterebbe d’altronde l’impossibilità di procedere a nuove indagini nei confronti dell’indagata”.
“Compito del sistema giudiziario – continua il gip di Marsala – non è quello di trovare a tutti i costi un colpevole, a prescindere dalla verità degli accadimenti e dalla sostenibilità di un’accusa in giudizio, onde ‘attutire’ in qualche misura l’immenso dolore delle persone offese e/o soddisfare il desiderio di giustizia e verità per Denise non solo insito naturalmente nelle persone offese, ma ormai ‘fatto proprio’ dalla generalità dell’opinione pubblica, che da sempre segue con estremo interesse ed empatia la drammatica vicenda di cronaca”.