Nuova stretta sul contante. Pos, arrivano le sanzioni - QdS

Nuova stretta sul contante. Pos, arrivano le sanzioni

Nuova stretta sul contante. Pos, arrivano le sanzioni

giovedì 27 Gennaio 2022

Dall’1 gennaio tetto di mille euro per chi paga “cash”. Dal 2023 obbligatorio accettare pagamenti elettronici

Stretta sul contante e pos obbligatorio per gli esercenti: sono questi due dei “nuovi” strumenti normativi di contrasto all’evasione fiscale.
Il primo è vigore dal 1° gennaio di quest’anno: secondo quanto stabilito dall’art. 18 “Modifiche al regime dell’utilizzo del contante” del Decreto-legge n. 124/2019, convertito dalla L. n. 157/2019, infatti, è possibile pagare cash cifre che non superino i 999,99 euro. L’inasprimento del limite del pagamento in denaro è stato graduale: dal 1° luglio 2020 e fino al 31 dicembre 2021, il tetto è passato da 3 a 2.000 euro, mentre a decorrere dal 1° gennaio 2022, la soglia è scesa, come detto, a 1.000 euro. Per le violazioni commesse e contestate dalla suddettadata, il minimo edittale è fissato a 1.000 euro.

Per quanto riguarda i pagamenti mediante moneta elettronica (carte di credito, di debito o prepagate), la novità non è averlo reso obbligatorio: a questo aveva già provveduto il Governo Monti con il cosiddetto Decreto Crescita 2.0 (Decreto-legge n. 179/2012). La novità sta nell’aver introdotto delle sanzioni per gli inadempienti. Con il Decreto-legge n. 152/2021 contenente “Disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose”, convertito dalla Legge n. 233/2021, il governo Draghi ha introdotto una doppia sanzione per gli esercenti che rifiutino pagamenti mediante moneta elettronica che scatterà però a partire dal 1° gennaio 2023: da quella data, infatti, nei casi di mancata accettazione di un pagamento, di qualsiasi importo, effettuato con una carta di pagamento a debito o a credito, si applicherà una sanzione amministrativa pecuniaria “fissa” di 30 euro e una “variabile” pari all’aumento del 4 per cento del valore della transazione rifiutata.

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