Tutte le presunte violazioni dei diritti sindacali e individuali da parte della Fondazione Teatro Massimo di Palermo e le "soluzioni" del Comune di Palermo.
È stata presentata dal sindacato “Fials Palermo” al tribunale del lavoro, la denuncia a carico della “Fondazione Teatro Massimo”, secondo la legge n.300/70 dello Statuto dei Lavoratori.
Le accuse alla Fondazione Teatro Massimo
La Federazione Italiana Autonoma Lavoratori dello Spettacolo aderente CISAL di Palermo, che costituisce uno dei sindacati maggiormente rappresentativi sul territorio nazionale dei lavoratori dipendenti ed autonomi nel settore dello spettacolo dal vivo, e principalmente dei lavoratori delle fondazioni lirico-sinfoniche di produzione, fondamentalmente accusa la Fondazione di operare continui tagli dal costo del personale.
Le presunte violazioni dei diritti sindacali e individuali
“Negli ultimi 5 anni la Fials Palermo ha proclamato più volte e con riferimento a più occasioni lo stato di agitazione dei lavoratori della Fondazione Teatro Massimo propri iscritti a causa di plurime violazioni dei loro diritti sindacali e individuali e da tale momento, la Fondazione resistente ha assunto condotte assolutamente discriminatorie nei confronti di tale sindacato e dei propri iscritti, quali il reiterato mancato invito della Fials ai tavoli delle trattative sindacali più urgenti e delicate, così come la mancanza di comunicazioni preventive circa le decisioni della Direzione che vengono a incidere profondamente sulle modalità di svolgimento delle prestazioni lavorative, orari, definizione della pianta organica dell’Area artistica” si legge nella denuncia.
“Nessun aggiornamento dei contratti di lavoro”
In particolare ci si riferisce a fatti che sono accaduti tra il 2018 e il 2021. “Due anni fa a causa della pandemia è stato introdotto il FIS (Fondo Integrazione Salariale) una sorta di cassa integrazione e il Teatro Massimo è uno di quelli che ha più utilizzato questo strumento, in totale noi abbiamo fatto 36 settimane di FIS in un anno e mezzo circa – riferisce a Qds il segretario della Fials di Palermo, Antonio Barbagallo -. Inoltre, il nostro contratto nazionale del lavoro è stato aggiornato l’ultima volta nel 2014, ma è stato un contratto a costo zero, il biennio economico è fermo al 2003, quindi siamo fermi da 19 anni con la retribuzione e la stessa cosa è successa con il contratto integrativo che è scaduto nel 2016 quindi sono già 6 anni, che è stato un contratto lacrime e sangue.
Oltre i tagli subiamo anche l’inflazione, oggi stiamo assistendo a questi aumenti per cui i nostri stipendi valgono sempre meno. Noi guadagniamo quanto un operaio specializzato, per cui non è proprio il caso di continuare a parlare di tagli”.
Teatro Massimo: “Ecco quando abbiamo utilizzato il FIS”
Dalla Fondazione Teatro Massimo confermano a Qds di avere utilizzato il FIS per 11 settimane durante il 2021 per il lockdown, ma respingono l’accusa di recuperare fondi sempre a spese dei lavoratori. “Il bilancio 2021 è allo stato attuale in fase di approvazione con la società di Revisione e con il Collegio dei Revisori e chiuderà in pareggio grazie alla solidità della Fondazione.
Con riferimento all’utilizzo del FIS (Fondo Integrazione Salariale) da parte della Fondazione si precisa che lo stesso era stato già previsto in fase di elaborazione del budget di esercizio 2021 e che il reale utilizzo (11 settimane solo per alcuni settori) è stato di fatto inferiore a quanto preventivato anche in considerazione della riapertura del Teatro durante il II° semestre 2021 – replicano dalla Fondazione -. Stiamo tagliando per lo più dalle inaugurazioni delle stagioni teatrali e dagli spettacoli previsti in estete al Teatro di Verdura, nulla stiamo tagliando agli operatori”.
Tasse di soggiorno per i teatri cittadini, la ricetta del Comune di Palermo
Anche il Comune di Palermo è stato interpellato sulla questione dei fondi dal Qds ma non ha voluto fornire alcune risposta in merito, salvo poi annunciare che troveranno i fondi per i Teatri cittadini dalla tassa di soggiorno. Su questo punto proprio ieri la Fials Cisal ha diramato un comunicato in cui si legge: “É una notizia, qualora venisse confermata dai fatti, che ci soddisfa in parte, in quanto il contributo di 2,9 mln relativo al 2021 andrebbe completamente perso, mentre sul 2022 – di fatto – verrebbe operato un taglio di quasi il cinquanta per cento – ha dichiarato ancora Antonio Barbagallo -.
In merito alla direttiva, emanata dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, con cui la ragioneria generale del Comune dispone, in sede di predisposizione del bilancio 2021/2023 per la giunta comunale, per l’anno 2022, l’utilizzo di risorse da destinare al Teatro Massimo, al Teatro Biondo e all’area culture. Al Teatro Massimo spetteranno 1.500.000 euro. Il sindaco inoltre ha disposto che, senza attendere l’approvazione del bilancio, si utilizzino in favore del Teatro Massimo le somme già incassate per imposta di soggiorno al 15 gennaio, pari ad oltre 500 mila euro, e sin da ora disponibili, nonché le restanti somme che verranno a scadenza il 15 aprile e trimestri successivi”.
“In tutto questo nel piano di rientro previsto dalla Fondazione e comunicato dal Sovrintendente con una nota del 17 marzo, non vi è l’ombra di tagli alle numerose consulenze delle quali il Teatro Massimo si avvale da tempo. In un momento drammatico come questo è impensabile continuare ad avvalersi di figure che risultano essere spesso e volentieri ridondanti. Se necessario la FIALS-CISAL si rivolgerà agli organi competenti per richiedere un parere in merito e l’eventuale corretta applicazione della legge” ha concluso Barbagallo.
Sonia Sabatino