Indagine della Banca d’Italia sul triennio 2016-2019. L’Isola fa eccezione nelle regioni del meridione, ma la strada tracciata dall’Europa che mira a transazioni sempre più cashless è ancora in salita
Anche in Sicilia diminuisce il ricorso all’utilizzo del contante, ma rimane ancora lo strumento preferito dei consumatori dell’Isola. Come infatti emerge dal report della Banca d’Italia sulle abitudini di pagamento dei consumatori in Italia nel triennio 2016-19 (quindi pre-pandemia), secondo le evidenze delle indagini Bce, per quanto riguarda il volume delle transazioni, l’utilizzo del contante è omogeneo tra le regioni italiane (dal 73,5 all’88,8 per cento), mentre si rileva un’eterogeneità importante quando si guarda al valore della transazione. Le regioni settentrionali mostrano una minore dipendenza dal contante (generalmente meno del 50 per cento) e un grande utilizzo di strumenti cashless, soprattutto carte, rispetto alla media nazionale. Il quadro è diverso nelle regioni meridionali, dove circa il 70 per cento dei pagamenti avviene in contanti con la sola eccezione proprio della Sicilia, insieme alla Sardegna (59,6 per cento). Da una prospettiva diversa – sottolinea il report – la condivisione di italiani che ha accesso solo a cash mostra una grande eterogeneità a livello regionale livello, con alcune macro-aree che vanno bene sopra la media (Abruzzo-Molise-Campania e Sicilia-Sardegna).
Pagamento delle bollette
Lo strumento dominante per frequenza di utilizzo nel pagamento delle bollette è il contante (29,7 per cento), seguito direttamente dagli addebiti diretti (27,6 per cento) e dalle carte (25,7 per cento). I bonifici e gli altri strumenti hanno un ruolo marginale (rispettivamente 8,9 e 8,2 per cento). Per quanto riguarda il valore delle transazioni in bolletta, l’addebito diretto è lo strumento principale (24,3 per cento), seguito dalle carte (22,2 per cento) e dai contanti (21,9 per cento). A differenza della frequenza di utilizzo, dove il bonifico è inferiore al 10 per cento, questo strumento rappresenta il 18,5 per cento dell’importo totale delle transazioni di cambiali, indicando che viene utilizzato principalmente per pagamenti di importo elevato. Tra le regioni italiane, quelle meridionali sono quelle che utilizzano maggiormente il contante per pagare le bollette, sia in termini di frequenza che di controvalore. In Sicilia nello specifico, il 39,2 per cento ricorre ancora al contante, il 19,4 per cento ai pagamenti cashless e il 27,1 per cento per cento agli addebiti diretti.
Divari di genere e di reddito
A livello socio-demografico, ce ne sono divari, più evidenti in gruppi specifici. Ad esempio, tra le persone poco istruite l’incidenza delle persone che hanno accesso solo al contante ammonta all’8,5 per cento, mentre per le persone altamente istruite questo valore si riduce all’1,4 per cento. Altri divari considerevoli sono tra coloro che hanno un reddito basso (10,1 per cento) rispetto a un reddito alto (vicino allo 0 per cento) e casalinghi e disoccupati (11,0 per cento) rispetto alle persone con un lavoro (circa 1 per cento). Esiste anche un divario di genere, ma è meno pronunciato (femmine: 5,9 per cento; maschi: 3 per cento). Per quanto riguarda le fasce d’età, le persone tra i 25 ei 39 anni mostrano il tasso più basso (1,3 per cento) di accesso limitato al contante. Tale tasso aumenta in tutti gli altri gruppi, anche quello più giovane (4,1 per cento), con i gruppi più anziani che sono quelli che esibiscono la percentuale più alta di persone con accesso solo al contante (oltre il 6 per cento). Insomma, i dati sembrano confortanti, perché confermati anche nel 2020, anno della pandemia, ma la strada tracciata dall’Europa che chiede pagamenti sempre più cashless resta ancora in salita.
Marco Carlino