Cesarò, l'intervista al neo sindaco Katia Ceraldi - QdS

Cesarò, l’intervista al neo sindaco Katia Ceraldi

Cesarò, l’intervista al neo sindaco Katia Ceraldi

Valerio Barghini  |
sabato 18 Giugno 2022

Una doppia sfida per il neo sindaco. La storia amministrativa del piccolo comune nebroideo non ha mai conosciuto un primo cittadino donna

Modo migliore per festeggiare il proprio compleanno di sicuro non c’era: da lunedì 13 giugno, giorno appunto del suo genetliaco, Katia Antonina Ceraldi è il nuovo sindaco di Cesarò, paesino dell’entroterra messinese che a Oriente cede il passo alla provincia di Catania, mentre ad Ovest a quella di Enna.

Chi è Katia Antonina Ceraldi

Una sfida doppia, quella vinta dal giovane avvocato (e usiamo volutamente il maschile, “io sono per la parità di genere, però chiamatemi sindaco e avvocato”) del Foro di Catania: la storia amministrativa del piccolo comune nebroideo non ha mai conosciuto un primo cittadino donna, la cui lista è stata l’unica a presentarsi all’appuntamento del 12 giugno, superando abbondantemente il quorum.

Avvocato Ceraldi, innanzitutto congratulazioni: la prima volta di un sindaco donna per Cesarò.

Sì, eccetto un brevissimo periodo di facente funzioni della professoressa Maria Longo, diversi anni fa. A scoprirlo sono stata io stessa. Da consigliere di opposizione dell’amministrazione uscente, in occasione della ristrutturazione del palazzo comunale decisi di fare una ricerca e di donare i ritratti dei dieci sindaci della Prima e della Seconda Repubblica che hanno preceduto l’uscente Salvatore Calì.

E come vede, il sindaco avvocato Ceraldi, una futura interlocuzione con una donna alla Presidenza della Regione?

Guardi, io ero a favore a che venisse eletta una donna alla Presidenza della Repubblica. Quindi…

Altro grande traguardo, il quorum: c’è stato qualche momento in cui ha avuto timore di non farcela?

“Sono sempre stata abbastanza sicura di riuscire a superarlo perché ho trascorso cinque anni di opposizione vicino alla gente. Una candidatura, la mia, maturata solo di recente: fino a qualche mese fa neanche ci pensavo. Ma poi a spronarmi e a chiedermelo insistentemente sono stati proprio i miei concittadini. In effetti qualche tentativo maldestro di convincere gli elettori a non andare a votare c’è stato. Ma mi sono bastati un paio di comizi per persuadere la maggioranza dei cesaresi dello stallo amministrativo che avrebbe creato la figura di un commissario.

Una compagine completamente giovane, quella di “Liberamente per Cesarò”. A dispetto di chi pensa ai paesi dell’entroterra come soggetti unicamente a innalzamento dell’età media dei residenti e a spopolamento.

Be’, quella della tendenza allo spopolamento è una triste realtà con cui, da tempo, dobbiamo confrontarci. Per il resto, è vero: il consiglio comunale è composto da giovani volti per la prima volta in politica. Gli unici provenienti da pregresse esperienze, anche anagraficamente più grandi, siamo io e il consigliere Zito”.

Quali sono i problemi principali che deve affrontare nell’immediato?

“Ce n’è uno enorme, che proprio in queste ore sto correndo per risolvere: siamo senza segretario comunale. L’amministrazione uscente ha pensato di rinnovare l’incarico fino al 15 giugno e la figura del segretario è fondamentale per poter svolgere tutti gli adempimenti legati all’insediamento.

Un altro intervento che abbiamo subito posto in essere è stata la pulizia straordinaria del paese: abbiamo mandato tutti gli operai a liberare le strade da erbe e sterpaglie che si annidavano ovunque.

Ancora, c’è un importante debito fuori bilancio che il revisore dei conti più volte ha sollecitato ad attenzionare. Un altro tema su cui voglio alacremente lavorare è quello dei collegamenti, soprattutto per i pendolari.

Durante il periodo scolastico è assurdo che i nostri ragazzi vadano via da casa alle 6.30 del mattino per raggiungere gli istituti superiori a Randazzo e vi facciano ritorno non prima delle 16.30-17 quando, in inverno, è già buio. Ma su tutti, il grande problema dell’acqua”.

Acqua? Cesarò è un paese di montagna…

“Esattamente. Ed è proprio qui l’assurdo. Cesarò non attinge le riserve idriche dai Monti Nebrodi ma dall’Etna. In pratica, l’acqua che arriva a Cesarò, in condotte peraltro vetuste, viene pompata da Maniace, con tutti i costi (oggi esorbitanti) che ne conseguono. Ma perché devo prenderla da fuori, quando io la risorsa acqua ce l’ho in casa?”

“Sarò il sindaco di tutti i cesaresi”: chiaramente è una frase fatta. Ma cosa si sente di dire a coloro i quali non si sono recati alle urne?

“Siamo in democrazia e la mia formazione è giuridica. Quindi non posso non rispettare la scelta di coloro i quali non sono andati a votare, magari diffidando della mia persona. Ma, come ho detto nel mio intervento di ringraziamento dopo la proclamazione, farò in modo che questi concittadini si ricredano. Ritengo che la critica, ovviamente costruttiva, serva da stimolo a fare sempre meglio. E i cinque anni di opposizione, nei quali abbiamo sempre proposto o interrogato, non per fare ostruzionismo ma per garantire la massima trasparenza che una pubblica amministrazione deve avere, ne siano la riprova”.

Valerio Barghini

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