Professione medico e disparità di genere: “Donne ai vertici praticamente assenti” - QdS

Professione medico e disparità di genere: “Donne ai vertici praticamente assenti”

Professione medico e disparità di genere: “Donne ai vertici praticamente assenti”

martedì 28 Giugno 2022

Si è svolta a Catania la 2° edizione di Iwin, hub per la ricerca e l’innovazione “femminile”. Rubulotta: “Discrepanza maggiore in alcuni ambiti specifici come chirurgia e rianimazione”

CATANIA – Si è a appena conclusa a Catania la seconda edizione dell’International Women in Intensive and Critical Care Network (iWin).
Si tratta di un hub per la ricerca e l’innovazione a livello mondiale per affrontare le questioni dell’uguaglianza di genere e per collegare gruppi internazionali che affrontano sfide simili.
IWin (che è stato è stato approvato da molte società internazionali, tra cui la World Federation of Societies of Intensive and Critical Care Medicine, la European Society of Organ Transplant, la American Thoracic Society, la International Pan Arab Society, la Australian Critical Care Society, la Canadian Critical Care Society e New Zealand Society of Critical Care Medicine) sostiene che tutte le donne in medicina si sentano benvenute, sicure, supportate e rispettate in queste discipline e che le ragazze realizzino le loro aspirazioni. Nonostante l’impegno e l’attivismo delle donne profuso negli ultimi anni, sono ancora molte le disparità di genere, soprattutto nei ruoli di comando e gestione.
Ne abbiamo parlato proprio con la sua fondatrice, Francesca Rubulotta, prima donna a dirigere un reparto di terapia intensiva a Montréal, in Canada.

Come nasce l’idea di iWin?
“Dalla collaborazione con le principali organizzazioni nazionali e internazionali che lavorano nel campo dell’ anestesia e rianimazione . Il primo atto nasce a Barcellona nel 2017 nella forma di un gruppo di studio internazionale unito dalla “Barcelona declaration for equality and diversity”. Nel 2019 viene istituito un comitato per l’organizzazione del congresso iWIN con sede nel Mediterraneo per rafforzare il concetto che, seppur partendo dal problema delle donne, il comitato ha l’ambizione di esplorare anche le difficoltà riscontrate dalle minoranze. Nel 2020 si svolge il primo webinar diviso in tre parti: leadership, innovation e support con il patrocinio della Federazione mondiale di terapia intensiva, la Società australiana, neozelandese, canadese, spagnola e italiana di anestesia e rianimazione. La firma dello statuto e la costituzione della Fondazione iWin è avvenuta il 24 giugno 2021 a Catania”.

Il 38% delle donne medico si sente discriminato: come ribaltare questo stato di cose?
“Il problema non è la sensazione ma il fatto che ai vertici della clinica e dell’università in Italia e all’estero le donne sono praticamente assenti. La discrepanza è maggiore nei settori dove la maggioranza dei medici sono uomini come ad esempio la chirurgia o la rianimazione. Il problema deve essere multifattoriale e strutturale. Mancano delle misure per consentire alle donne di avanzare nella carriera. Questa non è una sensazione ma un dato oggettivo e servono soluzioni pratiche e concrete”. Solo 3 anni fa, nel 2019, nei Paesi occidentali, le donne iscritte alla facoltà di medicina e chirurgia erano circa il 70-80% ma solo un 40% alla specializzazione in anestesia. Nei Paesi dove l’anestesia rappresenta una disciplina separata rispetto alla rianimazione, la percentuale delle donne che sceglie di lavorare in terapia intensiva si avvicina al 30% del totale degli iscritti annui. Nel 2017, le donne autrici di articoli scientifici, editrici di riviste scientifiche, dirigenti di aziende farmaceutiche o di biotecnologia, redattrici di linee guida e raccomandazioni nel campo dell’anestesia e della rianimazione erano meno del 10% e ad alcuni congressi internazionali il numero delle relatrici era inferiore al 5%. Numeri che diminuiscono tra le donne delle minoranze etniche. Ciò significa che le modalità lavorative sono dettate da comitati principalmente costituiti da uomini, a fronte di una cura a letto del malato fornita da medici o infermieri che sono principalmente donne.”

Le donne si laureano prima e più degli uomini ma solo il 28% occupa posizioni manageriali. In Sicilia nei primi 6 mesi del 2021 (dati Inapp) il 73% dei contratti attivati alle donne è part-time: come far sì che le donne smettano di svolgere il ruolo di mere comparse nel mercato del lavoro?
“Questi sono dati reali e presenti non solo nel campo della medicina ma in diversi settori. Per questo motivo iWin 2022 ha invitato college che lavorano nel campo della legislazione, arte e economia per interfacciarsi con noi medici.”

Tracci un bilancio di questa due giorni a Catania: è giusto parlare dell’uguaglianza di genere ma serve “fare”. Cosa farà lei?
“Il meeting è stato un successo e spunto di molte riflessioni. Speriamo di potere promuovere i nostri obiettivi e di incontrarci nuovamente nel 2023. Il meeting quest’anno ha avuto una forma ibrida ma ci auguriamo nel 2023 sia maggiormente fatto in presenza. Ringraziamo i partecipanti e ricordiamo che è possibile donare sul sito di iwin www.iwinideal.com Nel 2022 ci siamo prefissate che con questi soldi consentiremo a donne in paesi disagiati a partecipare al nostro meeting nel 2023. Ringraziamo anche Confcommercio, Confindustria Catania comitato imprenditoria femminile , Creative women, Women at business per avere partecipato ai lavori. Ringraziamo gli enti e le strutture che ci hanno offerto il patrocinio come si evince dal sito www.iwinideal.com”.

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