Dopo il degrado in cui l’edificio è stato lasciato per decenni è stata decisiva la proposta di UniMe, che ha acquistato l’immobile per 3,5 milioni di euro: diventerà una struttura per studenti
MESSINA – Un anno fa la proposta d’acquisto, adesso si vedono già i ponteggi con il cantiere per la ristrutturazione. L’ex hotel Riviera, un luogo simbolo degli anni migliori della città, tornerà presto a vivere nella nuova veste di residenza per studenti. Dopo il degrado in cui il plesso è stato lasciato per decenni ed i tentativi falliti di vendita da parte dell’ex Provincia regionale, è stato decisiva la proposta dell’Università degli studi di Messina che nel novembre del 2021 si è concretizzata con l’acquisto dell’immobile di viale della Libertà per 3,5 milioni di euro.
Due esigenze vengono così soddisfatte, quella di riqualificare un luogo di pregio della città di fronte al lungomare del Ringo e quella di aumentare l’offerta di residenze da parte di UniMe per gli studenti fuorisede che sempre con più difficoltà, vista la loro crescita negli ultimi anni, trovano collocazione all’interno delle strutture dell’Ateneo. La sua posizione strategica, rispetto alle collocazioni anche decentrate dei vari Dipartimenti, servita da tram, autobus e imbarcaderi, è quindi ideale per una residenza universitaria. La struttura di oltre 1200 mq è suddivisa in 6 elevazioni, oltre al piano terra compresi tre locali commerciali e una terrazza.
Il progetto di ristrutturazione di UniMe
Il progetto di ristrutturazione di UniMe, che è all’interno del video del bilancio di attività per il biennio 2020-2022, mostra i rendering degli interni: si vedono sale comuni, aule studio e un solarium che si affaccia sullo Stretto. È il secondo acquisto importante dell’Università dopo quello del palazzo della ex Banca d’Italia per sei milioni e mezzo di euro e anche qui si sta lavorando per la riqualificazione e restauro per farne un polo culturale aperto a tutta la città e non solo alla comunità accademica, con museo, archivio storico, biblioteca e centri di ricerca. Il rettore Salvatore Cuzzocrea ha più volte sottolineato il ruolo che con il suo mandato ha voluto dare all’Ateneo: aperto e inclusivo nei confronti della città e con al centro lo studente e le sue esigenze. Il suo sogno è una Messina città universitaria e UniMe vuole essere protagonista insieme alle altre istituzioni del recupero e valorizzazione dei luoghi simbolo, delle bellezze lasciate nel degrado su cui si è discusso molto e fatto poco. Anche sull’Hotel Riviera si è tanto parlato e fantasticato ma è finalmente un fatto l’avvio del progetto di ristrutturazione edile, architettonica e strutturale con miglioramento sismico con interventi per 8,4 milioni di euro aggiudicati alla Ricciardello Costruzioni.
Si attendono ancora delle autorizzazioni
Si attendono ancora delle autorizzazioni ma, nel frattempo, si sta ripulendo l’interno dai cumuli di rifiuti e dismettendo gli impianti. Con una conferenza dei servizi si potrà quindi ultimare la progettazione definitiva e dopo quella esecutiva. I lavori veri e propri quindi potranno partire tra un paio di mesi e dovrebbero finire da contratto entro febbraio 2024.
Prima dell’Università, l’Iacp si era mostrato interessato ad acquisire l’ex Hotel. La partecipazione alla procedura di acquisizione dell’immobile però doveva “avere l’autorizzazione dell’assessorato regionale alle Infrastrutture, Trasporti e Mobilità, all’utilizzo dei fondi previsti dalla legge 560/1993”. Non se ne fece nulla. Il “Riviera Grand Hotel” segnò negli anni ‘60 l’inizio dell’attività del gruppo Russotti. Nel 1991 l’ex Provincia lo acquistò per oltre 30 miliardi di lire, ma versò solo le prime due rate. Seguirono contenziosi ed inchieste giudiziarie. Nel 2003 l’Ente dovette pagare a Russotti altri 7 milioni e 700mila euro.
Dopo cominciò il degrado dell’immobile e seguirono una serie di tentativi da parte dell’ente di liberarsene. Dopo due bandi andati deserti, con l’immobile valutato dai tecnici 10 milioni di euro, nel 2016 l’ex commissario Filippo Romano decise di optare per una manifestazione d’interesse dov’era prevista una permuta con altro plesso.
In questo modo l’ex Provincia avrebbe avuto locali idonei per uffici e per due plessi scolastici per i quali pagava onerosi affitti. L’unica società che rispose al nuovo bando fu la Neptunia Spa, del Gruppo Franza, disponibile a cedere due piani di un plesso di Via Giuseppe Franza. Anche in questo caso però non se ne fece nulla.