Ma a sinistra non ha risposto alcun “squillo”. A dimostrazione che Manzoni nello scrivere il suo Conte di Carmagnola non aveva profetizzato alcunché relativo alle elezioni del 25 Settembre dato che non è seguito il “a sinistra risponde uno squillo”.
Cercare di mettere un vestito antico alla vittoria della destra, ed in particolare della Meloni, e dunque il trittico Dio, Patria, Famiglia di Mazzini spacciato per fascista o la fiamma nel loro labaro con stessa accusa o utilizzare il centenario della marcia su Roma per destare (l’Italia si è desta ?) vecchi ricordi di tempi andati e non ripetibili, sui quali la sinistra insiste nonostante elezioni finite ed in teoria fesserie e bugie da esser rimesse nell’armadio in attesa di tempi migliori, appare stucchevole, assurdo ma soprattutto frutto di un malanimo ignorante che francamente nulla ha a che fare con la democrazia. Meglio leggere la storia: e lasciar lavorare chi ha vinto.
Poi v’è la ossessionante tiritera “la destra è maggioranza in Parlamento, ma non nel Paese” quando vi sono ben il 63,9% di astenuti dei quali, ovviamente, nessuno sa come la pensino. Ma la sinistra, sfera di cristallo in mano, sentenzia – così come ha avuto insegnato dalla rivoluzione russa – con una sicumera tale da indurre sdegno culturale.
Che ci sia rimasta male è logico posto che per tutta la breve e concitata campagna ha gridato ai quattro venti che il loro scopo era “non far vincere la destra” che avrebbe portato disordini, autoritarismo, fine della credibilità dell’Italia nel mondo e – anche se non lo hanno detto ma pensato – maledizione divina! Ed il popolo che ha votato ha reagito: c’era da aspettarselo ed è accaduto.
Ora dimessosi il segretario PD, il ministro degli esteri non eletto (mai accaduto!), M5s che canta vittoria anche se ha perduto milioni di voti ottenendo un risicato 15%, svanite le certezze autocertificate, stanno avendo una lezione di umiltà, sobrietà e senso dello Stato: niente manifestazioni dei vincitori, né drammi nel Paese, ed in moltissimi ad apprezzare la Meloni aspettando che dica qualcosa chiusa come è nel suo bunker a studiare la situazione per potere formare un Governo in linea con la situazione drammatica che pervade Mondo, Europa ed Italia.
Ove il Sud continua a soffrire e nel quale se togli il reddito di cittadinanza per i veri necessitanti sarebbe un grave problema.
Intanto, fino al 13 Ottobre, giorno in cui si riuniscono le Camere per eleggere i loro Presidenti, e poi si formino i gruppi parlamentari e si eleggano gli organi di struttura (questori, segretari, vice presidenti ed altro) Meloni può starsene nel suo silenzio elaborativo.
Il Paese non ne soffre perché il governo Draghi sarà operativo fino a che il Presidente della Repubblica non darà l’incarico di formare il nuovo governo.
Dunque, sereni : soprattutto i Senatori a vita che essendo tali votano senza affanno di elezioni: beati loro!