I guadagni calcolati dagli investigatori ammonterebbero complessivamente a circa 2,5milioni di euro
E’ stato condannato a 9 anni di reclusione in primo grado dal Tribunale di Bari l’oncologo Giuseppe Rizzi, già dirigente medico in servizio nell’Istituto Tumori ‘Giovanni Paolo II’ del capoluogo pugliese, arrestato dai carabinieri il 29 maggio del 2021 poiché avrebbe truffato nel corso degli anni diversi malati di tumore, anche terminali, che si sarebbero rivolti a lui e ai quali avrebbe promesso cure miracolose capaci, a suo dire, di farli guarire. In particolare si sarebbe fatto pagare profumatamente per alcune iniezioni di un farmaco la cui somministrazione è prevista a titolo gratuito in quanto a totale carico del Servizio sanitario nazionale. Ma le vittime avrebbero corrisposto anche regalie varie e altre utilità.
I carabinieri gli trovarono in casa 2 milioni di euro in contanti
I guadagni calcolati dagli investigatori ammonterebbero complessivamente a circa 2,5milioni di euro (quasi 2 in contanti gli furono trovati in casa durante la perquisizione dei militari della sezione di polizia giudiziaria). Dopo l’accertamento di un primo grave episodio, denunciato dai familiari della vittima, nel frattempo deceduta, ne sono emersi altri. L’accusa nei confronti di Rizzi era di concussione aggravata e in concorso. Le visite e le presunte ‘cure’ avvenivano sia durante il servizio, nell’istituto, che fuori turno, e cioè nel patronato Caf gestito dalla sua compagna, l’avvocatessa Maria Antonietta Sancipriani, condannata a cinque anni e sei mesi. Il processo si è svolto con rito abbreviato. Rizzi e la moglie dovranno pagare in solido la provvisionale come risarcimento alle parti civili, tra le quali l’Istituto oncologico, per i danni subiti.
Il tribunale ha riconosciuto i danni all’Istituto di ricovero e cura
“Una vicenda tristissima, di cui non avremmo voluto più parlare”, commenta il direttore generale dell’oncologico barese, Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, Alessandro Delle Donne. “E’ giusto tuttavia che si sappia che il Tribunale di Bari ha riconosciuto al nostro Istituto che si è costituto parte civile una provvisionale per i danni subiti e che stiamo valutando la possibilità di un’azione giudiziaria ad hoc per il danno d’immagine che le condotte del dottor Rizzi hanno generato, oscurando il lavoro prezioso, indefesso e soprattutto onesto del personale in servizio all’oncologico di Bari. Questa sentenza – continua Delle Donne – rafforza la stima e la fiducia che questo Istituto nutre nei confronti delle forze dell’ordine, dei Carabinieri e della magistratura a cui, senza alcun indugio, avevamo segnalato i comportamenti di Rizzi che avevano già determinato il licenziamento disciplinare senza preavviso mesi prima dell’arresto. Oggi, di questa vicenda, ci resta il dolore e la vicinanza ai pazienti e ai familiari coinvolti nei fatti”.