Simone (Sindacato dirigenti, Dirsi): “Avviata interlocuzione con assessore Messina, sul tavolo ipotesi Ddl all’Ars”
PALERMO – La riforma della Pubblica amministrazione in Sicilia procede a passi lenti: resta ancora molto da fare per semplificare i procedimenti volti a facilitare l’accesso ai servizi per il cittadino, mentre il personale regionale aspetta di essere riqualificato e finalmente valorizzato.
Su questo ultimo fronte, in particolare, è il settore dirigenziale ad essere in questi giorni sotto la lente di ingrandimento. La norma sui dirigenti prevede tre fasce, ma in Sicilia la quasi totalità dei dirigenti appartiene alla terza fascia e sono ormai anni che non possono accedere alle fasce superiori.
La questione è tornata in auge in seguito al mancato rinnovo dell’incarico di dirigente generale, durante la precedente legislatura, a Salvatore Taormina, dirigente di terza fascia, che aveva proposto ricorso contro la presidenza della Regione siciliana e contro l’assessorato all’Economia. Taormina, aveva perso il suo ricorso sia in primo che in secondo grado. La Cassazione con la sentenza n. 3949 del 21 dicembre 2022 ha confermato i pronunciamenti precedenti e statuito l’illegittimità della nomina all’apice dei Dipartimenti di un dirigente di terza fascia.
Nella stessa situazione si sono trovati tanti altri dirigenti ed è così che si è venuto a creare un vuoto ai vertici regionali che l’Amministrazione dovrà risolvere. L’assessore regionale alla Funzione pubblica Andrea Messina è ottimista: “È quasi pronto un disegno di legge che porterò in giunta nelle prossime settimane che riforma la dirigenza regionale. Daremo vita ad una fascia unica della dirigenza accorpando le tre fasce storiche in una sola fascia dirigenziale”.
Sulla vicenda abbiamo intervistato Gianpaolo Simone, presidente del Dirsi, il sindacato più rappresentativo della dirigenza della Regione siciliana, che ci ha chiarito il quadro della situazione.
“Non c’è alcuna novità, alla Regione dirigenti di prima fascia non ne esistono almeno da dieci anni, di seconda fascia sono in circa quattro unità, di cui uno prossimo alla pensione e tutti sono stati già destinatari di un incarico di dirigenza generale. Tutti gli altri, che sono circa 700, appartengono alla terza fascia, creata dal legislatore con la legge n.10/2000. Un fascia da considerarsi provvisoria in attesa di mettere in atto dei meccanismi come i concorsi, per poi far transitare questi dirigenti nella prima e seconda fascia, cosa che peraltro non si è mai avverata dal 2000 ad oggi. Negli anni si sono susseguite diverse tendenze, a seguito di ricorsi, dove il giudice non ha mai riconosciuto ai dirigenti di terza fascia la possibilità di ricoprire incarichi di fascia superiore. A metà febbraio scade il termine per dare seguito allo spoil system, il sistema secondo cui i dirigenti vengono sostituiti con l’insediamento del nuovo governo. Abbiamo chiesto – prosegue Simone – un incontro con l’assessore al ramo Andrea Messina e che si è tenuto circa 10 15 giorni fa. In quella occasione, l’assessore ci ha annunciato che per superare il problema delle nomine dirigenziali aveva in animo di preparare un disegno di legge che si è impegnato a farci visionare. Ancora però non ci è stato fatto leggere nulla. Nelle sue dichiarazioni alla stampa Messina fa riferimento alla sua volontà di riunire tutto ad una fascia unica, scordandosi che quello della fascia unica, che era un cavallo di battaglia della Madia, ormai non è più attuabile, perché a livello nazionale continuano a permanere la prima e la seconda fascia, e questa sarebbe una ulteriore anomalia siciliana. Chiarisco che a livello di trattamento economico non cambierebbe nulla perché i dirigenti di terza fascia hanno lo stesso trattamento economico di quelli di seconda. Ad oggi su questo argomento c’è un solo disegno di legge in Ars presentato da Giusi Savarino (n. 357 del 24.09.18 – Riordino della dirigenza dell’Amministrazione regionale e degli enti del comparto) che non potrà fare da base per un ddl per il superamento della terza fascia perché è pieno di riferimenti legislativi superati e parecchie inesattezze. Come Dirsi restiamo in attesa – ha concluso Simone – di essere coinvolti nella conoscenza e nella eventuale revisione del ddl sulla dirigenza”.