Confindustria Catania, Monica Luca: "Bisogna fare impresa 'come donne e non da donne'" - QdS

Confindustria Catania, Monica Luca: “Bisogna fare impresa ‘come donne e non da donne'”

Confindustria Catania, Monica Luca: “Bisogna fare impresa ‘come donne e non da donne'”

mercoledì 08 Marzo 2023

“Il ‘rosa’ andrebbe sfumato, in politica e in impresa, a favore delle pari opportunità”

“Il ‘rosa’ andrebbe sfumato, in politica e in impresa, a favore delle pari opportunità”: non ha dubbi Monica Luca, residente del Comitato imprenditoria femminile di Confindustria Catania, fondatrice di Meta Consulting e di Forma Italia, nonché vincitrice del premio Fidapa Donna 2022.

“Chi fa impresa, fa impresa – ci spiega -. E ha in sè il Dna di chi sa scommettersi professionalmente. Oggi bisogna fare impresa ‘come donne’ e non ‘da donne’, perché noi non abbiamo una marcia in meno. Fare impresa, però, significa farsi carico anche degli aspetti collaterali che definiscono la nostra esistenza e che, in Italia, si traducono nell’obbligo di accudire tutti i bisognosi di assistenza all’interno della famiglia: figli, disabili, parenti anziani. È questo l’aspetto più delicato che non può non essere superato in una visione di crescita e di cambiamento”.

“La società – prosegue Luca – deve ricordarsi di garantire pari opportunità e non canali privilegiati. Superato questo problema, sarà possibile godere appieno del valore aggiunto delle donne nelle imprese, ovvero di quella sensibilità propria di chi è in grado di percepire il bisogno dell’altro e di affrontare situazioni complesse, guardandole a 360 gradi e non sotto un singolo punto di vista”.

Per la rappresentante del mondo femminile di Confindustria Catania, bisogna partire da una riforma della scuola che ne stabilisca la centralità nella vita dei più piccoli e delle loro famiglie, per poi prevedere infrastrutture dedicate alla cura degli altri familiari non autonomi: “Non è pensabile per dei lavoratori star dietro a orari d’entrata e d’uscita da scuola sempre diversi in funzione di assemblee, scioperi e festività. Così come non è pensabile dover trascorrere più di metà giornata ad accudire i figli, a far fare loro i compiti, ad accompagnarli alle attività sportive e alle altre occasioni di socialità – conclude -. Servono mense, orario prolungato, attività sportive, educative e ricreative all’interno delle stesse scuole, in orario pomeridiano e durante tutte le chiusure scolastiche, per garantire pari opportunità a tutti”.

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