Molti giovani stanno ancora scontando i danni provocati dalle conseguenze dell’isolamento durante la pandemia di Covid-19. Indispensabile intervenire anche con l’aiuto delle famiglie
MESSINA – Il Covid-19 sembra ormai un brutto ricordo. Caduti gli obblighi di mascherine e distanziamento, adesso si fanno i conti con le conseguenze e i danni, non proprio secondari, che la pandemia ha causato su alcune categorie di persone, inclusi i bambini.
Il report reso noto in occasione della Giornata mondiale dell’obesità, celebrata per la prima volta in Italia, lo scorso 4 marzo, è implacabile con numeri da capogiro. La Città metropolitana di Messina è stata una dei quattro capoluoghi – con Napoli, Genova e Parma – che hanno aderito a questa giornata, promossa dall’Unione italiana sport per tutti (Uisp) e dalla Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica (Siedp), con il fine di sensibilizzare alla prevenzione, in particolare dell’obesità infantile. A Messina l’iniziativa è stata realizzata con il supporto della Croce rossa italiana, Comune e Università.
La responsabile dell’hub di riferimento regionale dell’obesità infantile presso l’Azienda ospedaliera Policlinico Gaetano Martino di Messina, professoressa Mariella Valenzise, anche referente regionale Siedp, conferma che il numero di bambini obesi, negli ultimi due anni, è incredibilmente cresciuto. “I dati – spiega – riferiti al biennio 2021-2022 dimostrano l’aggravarsi del fenomeno. Nel nostro centro di riferimento anche per Catania, Agrigento, Ragusa e Caltanissetta, abbiamo effettuato più di seimila visite. Una media di 3.100 prestazioni l’anno che hanno riguardato l’obesità e altre malattie endocrinologiche”.
“Il periodo del lockdown – aggiunge – che ha sconvolto le abitudini, è stato catastrofico per tutti ma in particolare per bambini e adolescenti. La didattica a distanza, la mancanza di movimento, le tante ore trascorse in casa, purtroppo, hanno modificato anche lo stile alimentare soprattutto dei ragazzi non accuratamente seguiti dai genitori”.
“Dobbiamo ripartire con progetti – afferma il presidente di Uisp Messina, Santino Cannavò – mirati a promuovere una cultura del movimento. L’esperienza del Covid, seppure drammatica, ci ha fatto capire che gli spazi per il gioco di prossimità, per esempio i cortili condominiali e le piazze, possono e debbono essere sfruttati per fare attività sportive e ludiche da praticare liberamente. Giocare a calcio, basket, saltare, correre come avveniva in passato. È importante che i Comuni vengano sensibilizzati affinché questi spazi vengano inseriti nei Piani regolatori generali. Occorre sportivizzare la società e desportivizzare lo sport, che deve essere accessibile a tutti”.
Durante i lunghi mesi dell’emergenza sanitaria, alla cultura del movimento si è contrapposta la routine sedentaria. Lavorare e studiare da remoto, trascorrere ore davanti alla tv per tenersi informati sull’andamento dei contagi, ha favorito stili di vita poco corretti. La professoressa Margherita Wasniewska, primario della Pediatria al Policlinico di Messina e membro del Siedp, avverte: “Purtroppo c’è ancora scarsa attenzione verso questa patologia che viene sottovalutata dalle famiglie. È necessario capire come l’obesità non sia un disturbo alimentare, bensì una malattia a tutti gli effetti, possibilmente da prevenire o curare in maniera precoce”.
“Gli ultimi dati – conclude – ci dicono che il novanta per cento di bambini che viene al centro sono obesi, solo una piccola parte ha un eccesso di peso per malattie endocrinologiche. Chiaramente si interviene meglio se il bambino o ragazzo è in sovrappeso piuttosto che obeso. Le casistiche attuali evidenziano come l’età a rischio infarto si sia abbassata ulteriormente, colpendo anche i trentenni. Un allarme che deve stimolare a prestare più attenzione al nostro stile di vita con una buona alimentazione e il giusto movimento, perché l’obesità non è solo un problema estetico ma anche di salute”.