Intervista al sottosegretario ai Rapporto con il Parlamento, Matilde Siracusano.
Matilde Siracusano, dal 2018 deputata della Camera dei deputati nel gruppo di Forza Italia, ricopre nel Governo Meloni il ruolo di sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento. Durante il suo impegno a livello nazionale ha sempre avuto riguardo per le istanze della sua città e del Sud, malgrado l’amarezza per i risultati delle politiche di settembre, quando nel suo Collegio è stata battuta da Francesco Gallo della lista “Sud chiama Nord” di Cateno De Luca.
Rieletta comunque con il recupero nel proporzionale, sottolinea che da sottosegretario potrà ancora di più contribuire a dare soluzioni ai problemi di un’area svantaggiata da molti punti di vista, soprattutto infrastrutturale.
Matilde Siracusano, dal ponte sullo Stretto alle infrastrutture: l’intervista
Come ha digerito i risultati elettorali delle recenti elezioni nazionali?
“Un po’ di delusione c’è stata, non lo nascondo, ma chi fa politica deve mettere in conto incidenti di percorso come questo. L’entusiasmo è rimasto intatto, lo stesso che ho provato cinque anni fa, quando ho mosso i miei primi passi in Parlamento. È cambiato il ruolo, ma come avrete notato da provvedimenti come il decreto Milleproroghe, anche da rappresentante del Governo l’attenzione alla mia città è massima”.
Da quali esigenze nasce l’emendamento da Lei proposto che assegna al Presidente della Regione Siciliana il ruolo di commissario straordinario per il Risanamento, ricoperto dal 2021 dal Prefetto?
“Il Governo nazionale, un anno e mezzo fa, ci ha messo a disposizione, grazie al cosiddetto emendamento Carfagna, ben 100 milioni di euro per il Risanamento delle baraccopoli e delle zone più disagiate di Messina. Penso che debba essere la politica a farsi carico della messa a terra di queste risorse. Questa mia convinzione non delegittima il ruolo che i tecnici hanno avuto in questi anni, ma in questa fase la plancia di comando deve essere ben riconoscibile. Avere un commissario politico, che conosce bene la realtà siciliana e che dialoga costantemente con l’Esecutivo nazionale potrà essere un valore aggiunto nella risoluzione di tanti problemi”.
Pensa che la Struttura commissariale della Prefettura abbia presentato criticità?
“Al contrario. E ho ringraziato in più d’una occasione il prefetto Cosima Di Stani per il lavoro svolto in questi mesi nella qualità di commissario, e per aver portato avanti con sacrificio, professionalità e senso dello Stato le opere di demolizione e di messa in sicurezza delle baracche presenti in città: realtà indegne per un Paese civile, con tetti in eternit e fogne a cielo aperto. Ma il prefetto è il rappresentate dello Stato nel territorio e ha già tanti delicati dossier da seguire”.
Come mai non è stata considerata l’ipotesi che fosse nominato commissario il sindaco?
“Il presidente della Sicilia, Renato Schifani, è la più alta carica della Regione. Volendo dare il ruolo di commissario a una figura politica abbiamo deciso di affidarlo alla personalità che meglio di altre può rappresentare le esigenze del territorio, tanto nella città quanto ai tavoli nazionali, nei quali conta più che in altri consessi il peso specifico della istituzione che si rappresenta. Per rendere più agevole il compito del presidente Schifani è stato quasi naturale affiancare al ruolo di commissario quello di un sub commissario tecnico”.
“Marcello Scurria ha guidato per quasi quattro anni l’ArisMe, l’Agenzia del Comune che si occupa di risanamento e riqualificazione territoriale e urbanistica e conosce alla perfezione la realtà peloritana. In questi anni è stato di grande supporto tanto agli amministratori locali quanto ai rappresentanti messinesi nelle istituzioni nazionali. La persona giusta al posto giusto”, aggiunge Matilde Siracusano.
La bonifica della Zona Falcata è un altro tema su cui si è spesa. Un suo emendamento approvato a giugno prevedeva 20 milioni di euro da destinare agli interventi. Come mai il finanziamento non è stato ancora attivato?
“Il Parlamento ha fatto il suo dovere, approvando lo stanziamento di queste risorse, finanziate con il Fondo sviluppo e coesione, risorse dunque provenienti dal ministero del Sud. Adesso la palla passa al Cipess, che dovrà deliberare gli stanziamenti. L’obiettivo rimane quello di trasformare la zona più bella di Messina in un attrattore turistico della città”.
Messina ha una grande vulnerabilità dal punto di vista delle infrastrutture e una grande opera come il nuovo porto di Tremestieri è in fase di stallo. In cosa si sbaglia nelle politiche locali?
“Non credo che sia importante ricercare responsabili e responsabilità, ma piuttosto invertire la rotta e, parallelamente, far sentire la propria voce in modo intelligente ma determinato nei tavoli romani”.
Nell’incontro che Lei ha organizzato tra il sindaco e il sottosegretario alle Infrastrutture si sono trovate soluzioni?
“Il governo Meloni ha ben chiaro il dossier sul porto di Tremestieri. Quello organizzato tra il sottosegretario Tullio Ferrante e il sindaco Federico Basile è stato un primo incontro interlocutorio, in cui sono state esposte le enormi difficoltà che finora hanno impedito il completamento del progetto. Il percorso è certamente complesso, ma ci impegneremo tutti affinché si trovi una soluzione per rendere operativa un’opera che ha valenza strategica per la città di Messina e per tutto il territorio”.
Il Ponte sullo Stretto è un altro obiettivo che Lei vuole contribuire a fare raggiungere. Pensa che la strada intrapresa dal ministro Salvini sia quella più giusta, e soprattutto realistica nei tempi indicati?
“Il ministro Salvini, dopo anni di immobilismo, ha dato una chiara indicazione politica: il governo di centrodestra, con in testa Forza Italia, vuole il Ponte sullo Stretto. Il Consiglio dei ministri ha approvato il cosiddetto Decreto Ponte, per gestire governance, contratti e programmazione. L’obiettivo è accelerare l’iter, per avere l’ok definitivo al progetto aggiornato nei prossimi mesi e poter così posare la prima pietra nel 2024. Avere una grande infrastruttura di questo tipo rappresenterebbe una vera svolta per Messina e per il Sud. Occupazione, crescita, indotto, attrattività, mobilità, turismo. Sarebbero innumerevoli i benefici per la comunità. Noi ci crediamo”.