Paolo Capone, Ugl: “Lavoro, urgente la riforma dei Cpi” - QdS

Paolo Capone, Ugl: “Lavoro, urgente la riforma dei Cpi”

Paolo Capone, Ugl: “Lavoro, urgente la riforma dei Cpi”

martedì 20 Giugno 2023

La parola a Paolo Capone, segretario generale Ugl, intervenuto al congresso territoriale di Catania

CATANIA – Occupazione, economia e lavoro sono stati i temi al centro del congresso territoriale dell’Ugl di Catania.
Un’opportunità di confronto con gli iscritti sulle emergenze che attanagliano la Sicilia e il Mezzogiorno ma anche l’occasione per ragionare sulle possibili soluzioni per costruire insieme un nuovo modello sindacale. L’Eurostat ha collocato la Sicilia al quinto posto tra le regioni europee per percentuale di giovani tra i 15 e i 29 anni che sono disoccupati e alla seconda posizione italiana per percentuale di popolazione disoccupata tra i 15 e i 74 anni. Inoltre, secondo l’analisi dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, nel 2023 il numero dei disoccupati in Sicilia aumenterà di 63 mila unità rispetto al 2022 per una quota complessiva di 2.118000 di persone senza lavoro.
Numeri che ci restituiscono l’immagine di un’Isola dove c’è ancora molto lavoro da fare. Ne abbiamo parlato proprio a margine del congresso territoriale con Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl.

Segretario Capone, lo scorso fine settimana l’ha vista impegnato a Catania per parlare del #viaggionelfuturo del lavoro. Quale bilancio possiamo trattare di questo congresso territoriale? Dal confronto con gli iscritti sono emerse proposte?
“Il Congresso territoriale dell’Ugl a Catania è stato un importante momento di confronto e di incontro con gli iscritti. Un’occasione preziosa per ascoltare e condividere temi e proposte che stanno a cuore ai lavoratori al fine di costruire, insieme, il nuovo modello sindacale che affronterà le future sfide del mondo del lavoro in una fase caratterizzata da profondi e radicali mutamenti”.

Il divario tra tasso di occupazione femminile e tasso di occupazione maschile raggiunge al Sud punte del 25%: i numeri sull’occupazione sono incoraggianti ma sul fronte del lavoro “rosa” ancora non si vedono risultati. Come fare per far capire a politica e imprese che l’occupazione femminile fa bene al Pil e al Paese intero?
“L’occupazione femminile rappresenta un presupposto cardine per lo sviluppo e la coesione sociale del Paese. È necessario attingere a una cospicua parte dei fondi del Pnrr per garantire la rimozione degli ostacoli all’ingresso e al rientro del mondo del lavoro. A tal fine, è fondamentale intervenire attraverso programmi a supporto delle lavoratrici prevedendo, al contempo, incentivi alle imprese per favorire le assunzioni”.

Una recente indagine dell’Inapp ha rivelato che i giovani sconoscono l’orientamento e che precarietà e lavoro nero sembrano essere l’inevitabile destino dei giovani con scarse competenze. Nonostante la buona volontà del governo sotto questo profilo ancora non si percepiscono segnali significativi di cambiamento. Ci vorranno molti anni, che fare nel frattempo a parte investire nella formazione?
“La disoccupazione giovanile e la fuga dei giovani sono problemi seri che vanno affrontati con misure efficaci. Come Ugl riteniamo prioritaria e imprescindibile la riforma dei centri per l’impiego puntando sulla sinergia fra pubblico e privato al fine di consentire l’allineamento fra la domanda e l’offerta di nuove professioni. Anche in questa situazione bisogna guardare all’occasione storica che abbiamo con il Pnrr per accompagnare i processi di transizione in atto a partire dalla digitalizzazione dei servizi e investire in politiche infrastrutturali adeguate in grado di creare nuovi posti di lavoro”.

La Bce continua ad alzare i tassi per “curare” la fiammata inflazionistica. Non è che per guarire dall’inflazione rischiamo di buttare l’acqua con tutto il bambino?
“L’aumento dei tassi di interesse si è rivelato un’arma sbagliata che rischia di provocare una nuova recessione. Come Ugl auspichiamo che la Bce riveda quanto prima gli strumenti adottati finora per rispondere alla spirale inflattiva. È necessario rafforzare l’attuale quadro regolatorio per combattere l’inflazione speculativa e tutelare i consumi delle famiglie. A fronte di una politica monetaria più restrittiva è fondamentale intervenire sul lato della politica economica attraverso misure espansive a sostegno dell’innovazione e dei progetti industriali strategici per rilanciare la crescita e rafforzare il potere d’acquisto dei lavoratori”.

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