Ricerca non orientata contro il cancro - QdS

Ricerca non orientata contro il cancro

Ricerca non orientata contro il cancro

martedì 19 Settembre 2023

“Chercher l’argent”

Sono passati oltre cinquant’anni da quando il cancro è diventato una malattia meglio conosciuta da molta gente, senza però averne individuato la causa.
Infatti non si tratta di un contagio da virus o germi o batteri esterni, bensì del capovolgimento del funzionamento di alcune nostre cellule.
Non si sa per quale motivo, in un certo momento, esse, da donatrici di vita al corpo, diventino egoiste contro il corpo, da cui prelevano sostanze per la loro sopravvivenza.

La ricerca svolta fino a oggi si sarebbe dovuta indirizzare a capire la causa dell’inversione del funzionamento delle cellule, in modo da trovarvi un opportuno rimedio. Questo indirizzo, però, non è stato seguito dalla ricerca, che ne ha invece seguito uno molto diverso e cioé trovare i farmaci necessari per combattere le cellule cancerogene una volta formatesi. Una ricerca che ha messo in moto un grandissimo business.

Perché la ricerca si è orientata verso i farmaci anticancro piuttosto che tentare di scoprire l’inversione di funzionamento, come prima si scriveva, delle cellule cancerogene? Perché è del tutto evidente – si tratta di una semplice deduzione – che se si fosse trovata la causa del cancro, si sarebbe potuta debellare con apposite medicine e quindi non sarebbero state più necessarie le cure per combattere le cellule cancerogene.
Si pensi che una sola seduta di chemioterapia costa, compreso il servizio dell’unità sanitaria, intorno a mille euro. Moltiplicate questa cifra per il numero di sedute chemioterapiche e poi ancora per il numero di malati di cancro e otterrete una cifra in miliardi di dollari o miliardi di euro che i produttori incassano ogni anno.
Questa valutazione non deve essere considerata peregrina, ma è sotto gli occhi di tutti e tutte, basta pensarci con un minimo di attenzione e con un poco di intelligenza.
Dal che possiamo dedurre che il business ha guidato la ricerca, non l’interesse dell’Umanità. Fra l’altro dobbiamo pensare che in molti Paesi arretrati, come quelli dell’Africa e parecchi del Centro e Sud-America, nonché in altri del Medio Oriente e in Asia, non si contabilizzano adeguatamente le morti per cancro.

Il nostro famoso oncologo, Umberto Veronesi (1925-2016), per mezzo secolo ha continuato a seguire la via delle cure del cancro e solo quando si approssimava all’ultima tappa, ha detto che forse la ricerca si doveva orientare sulle cause piuttosto che sugli effetti.

Nonostante il quadro presentato, non possiamo non evidenziare i notevolissimi progressi dei farmaci, che sono diventati sempre più mirati contro le cellule cancerogene e sempre meno pericolosi per le cellule sane che vi stanno attorno. Cosicché il numero dei guariti dal cancro è notevolmente aumentato.
Va comunque chiarito che non avendo trovato la causa dell’inversione di funzionamento delle cellule, non si sa esattamente quante siano le specie delle malattie cancerogene: qualcuno dice centocinquanta, qualche altro parla di duecento, ma non vi sono dati precisi al riguardo, anche perché ogni giorno vengono fuori modifiche nelle tipologie, con la conseguenza che tutto lo scenario continua a essere nebuloso.

C’è una novità molto importante e cioè che i ricercatori di Los Angeles, dopo vent’anni di ricerca, sono quasi al traguardo, che sperano di raggiungere nei prossimi sei o sette anni, per ottenere una sola pillola atta a sconfiggere il tumore. Si tratta del City of Hope di Los Angeles, che lavora alacremente su questo farmaco miracoloso che potrebbe distruggere il cancro senza intaccare le cellule sane.

Nonostante questa pillola, denominata AOH1996, in onore di Anna Olivia Healy, la bambina morta a soli nove anni per un cancro infantile; nonostante le aspettative e nonostante le speranze che questo scenario alimenta, non possiamo non sottolineare che anche questa “pillola ferma cancro” non è la soluzione finale perché non mira a sconfiggere i motivi dell’inversione di funzionamento delle cellule, ma ad “ammazzare” esclusivamente quelle cancerogene.
È inutile girarci attorno, anche in questo caso la ricerca punta al business, come dire: “Chercher l’argent”.

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