"Il fenomeno incendi in Sicilia è ormai completamente sfuggito di mano". A dirlo è Legambiente Sicilia, che esprime cordoglio.
“Il fenomeno incendi in Sicilia è ormai completamente sfuggito di mano, dai ritardi cronici nel controllo e gestione del territorio a fini di prevenzione alla non efficace e rapida attività di spegnimento per arrivare alla mancata individuazione dei responsabili”. A dirlo è Legambiente Sicilia, che esprime “cordoglio alle famiglie di quanti hanno purtroppo tragicamente perso la vita e vicinanza a chi ha dovuto lasciare la propria casa”. Secondo i dati dell’ultimo Rapporto Ecomafia di Legambiente, la Sicilia nel 2022 è stata la regione più colpita dagli roghi per superficie (boscata e non boscata), con 35.149 ettari andati a fuoco (nel 2021 erano stati addirittura 81.590, oltre la metà del totale nazionale). Eppure il numero degli incendiari arrestati e condannati resta irrilevante.
Roghi attanagliano la regione
“Gli incendi in queste ultime ore – dice Vanessa Rosano, direttrice di Legambiente Sicilia – sono tornati ad aggredire l’Isola, in particolare Palermo e la sua provincia, con ingenti danni per le persone e per l’ambiente, inclusa la perdita di vite umane. Tutte le amministrazioni, a vario titolo competenti, stanno dimostrando di non essere in grado di contrastare le fiamme nell’Isola. Per provare a invertire questo processo, sono necessari provvedimenti radicali, applicando le norme esistenti ma anche pensando a nuovi strumenti. La politica non può sottrarsi alle proprie responsabilità”. Da tempo Legambiente ha elaborato sia documenti di analisi dello specifico contesto regionale, sia diverse proposte, indirizzate innanzitutto alle istituzioni regionali, per adottare alcune misure urgenti come prima risposta alle devastazioni di questi anni.
Legambiente, agire contro azioni scellerate
“Occorre contrastare alcuni comportamenti che sono alla base di numerosi incendi nelle aree rurali – dicono dall’associazione ambientalista -, disincentivare ogni forma di utilizzo delle aree bruciate, dimostrare che gli incendi sono un danno per la collettività, e al contempo qualificare il settore forestale e dell’antincendio, presidiare in maniera più efficace il territorio e superare la cronica assenza di pianificazione e programmazione”.